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    “SERVONO AZIONI FORTI ENTRO IL 2030. PIÙ SI RITARDANO GLI INTERVENTI, PIÙ ALTI SARANNO I COSTI ECONOMICI” – PETTERI TAALAS, SEGRETARIO GENERALE DELL’ORGANIZZAZIONE METEOROLOGICA MONDIALE, LANCIA L’ALLARME SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO E NON HA BUONE NOTIZIE PER L’ITALIA: “L’AREA MEDITERRANEA È UNA DELLE AREE PIÙ A RISCHIO PER I CAMBIAMENTI CLIMATICI, CON UN LIVELLO D’ALLARME CHE È SECONDO SOLO ALL’ARTICO” - “DOBBIAMO RIDURRE AL MINIMO I DANNI, NON CI SONO ALTERNATIVE, ANCHE DAL PUNTO DI VISTA MERAMENTE ECONOMICO: LE PERDITE CAUSATE DA EVENTI METEO ESTREMI SONO AUMENTATE DI 3-5 VOLTE RISPETTO AGLI ANNI OTTANTA…”


     
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    Estratto dell'articolo di Luca Fraioli per www.repubblica.it

     

    Petteri Taalas Petteri Taalas

    Dieci anni che cambieranno il mondo, nel bene o nel male. "Dovranno essere intraprese azioni ragguardevoli già durante il decennio in corso, se vogliamo mantenere il riscaldamento entro gli 1,5 gradi a fine secolo.

     

    Oggi invece stiamo viaggiando verso un innalzamento delle temperature compreso tra i 2,5 e i 3 gradi". L'avvertimento arriva nella Giornata della Terra dalla massima autorità mondiale in fatto di meteorologia.

     

    Petteri Taalas, accademico finlandese esperto di Polo Nord, dal 2016 è infatti Segretario generale della Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo), l'agenzia delle Nazioni Unite che coordina gli studi sulle condizioni dell'atmosfera e sul loro impatto su suoli e acque.

    CAMBIAMENTO CLIMATICO CAMBIAMENTO CLIMATICO

     

    Taalas è stato ospite dell'Accademia Nazionale dei Lincei, nell'ambito dei Colloquia on Science Diplomacy, presieduti dal fisico Wolfango Plastino, professore del Centro Linceo "B. Segre", dove ha tenuto una lectio magistralis proprio sui cambiamenti climatici, le loro conseguenze e le misure da attuare per ridurne la portata.

     

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    Segretario generale, in Italia c'è molta preoccupazione per la siccità che prosciuga i grandi fiumi e crea problemi all'agricoltura. Cosa prevedono le vostre analisi per il nostro Paese nell'immediato futuro?

    "In effetti registriamo una diminuzione delle precipitazioni. E calcoliamo che questa tendenza di estati più calde e più secche sia destinata a continuare. D'altra parte la regione mediterranea è una delle aree più a rischio per i cambiamenti climatici, con un livello di allarme che è secondo solo a quello dell'Artico".

     

    Lei ha detto: "Gli eventi meteorologici estremi sono la nuova normalità". Come faremo ad abituarci?

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    "Adattandoci per ridurre al minimo i danni causati dalla crescente quantità di disastri che osserviamo in tutto il mondo: siccità, inondazioni, ondate di calore, incendi boschivi, tempeste tropicali, innalzamento del livello del mare, scioglimento dei ghiacciai e della neve.

     

    Si tratta di una sfida che investe molti settori: la salute, l'agricoltura, le infrastrutture, la sicurezza pubblica, l'energia, la gestione dell'acqua, le imprese, il turismo... Ma non ci sono alternative, anche dal punto di vista meramente economico: le perdite causate da eventi meteo estremi sono aumentate di 3-5 volte rispetto agli anni Ottanta".

     

    Perché, in questo scenario, il Wmo ritiene fondamentale un sistema di allerta rapido per tutte le nazioni?

    Petteri Taalas Petteri Taalas

    "Per contrastare i cambiamenti climatici la mitigazione (riduzione dei gas serra in atmosfera, ndr) è fondamentale. Ma non basterà, visto che la CO2 già presente continuerà a riscaldare il Pianeta nei prossimi decenni. Ecco perché c'è la necessità di investire anche nell'adattamento climatico, per attenuare gli impatti negativi sulle economie e sulla vita umana.

     

    E uno dei modi più efficaci per adattarsi ai cambiamenti climatici è investire in moderni sistemi di allerta precoce: oggi sono disponibili solo per la metà dei 193 Paesi membri dell'Onu. Il nostro obbiettivo è che entro il 2028 tutti i Paesi abbiano accesso a moderni sistemi di allerta precoce (di cui anche l'Italia si sta dotando). Una decisione in tal senso dovrebbe essere presa alla prossima Cop27 che sarà ospitata dall'Egitto a novembre. Ma poi occorrerà investire circa due miliardi di dollari in sistemi di monitoraggio meteorologico e idrologico".

     

    (...) 

    chi sopravvivera al cambiamento climatico 9 chi sopravvivera al cambiamento climatico 9

    Siamo ancora in tempo?

    "Abbiamo ancora un paio di decenni per convertire il nostro stile di vita in modo che diventi rispettoso del clima. Ma, ripeto, occorrono azioni forti già entro il 2030. Anche perché più si ritardano gli interventi più alti saranno i costi economici".

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