Paolo Russo per "La Stampa"
coronavirus terapia intensiva
Dopo i ricoveri da giorni è il turno dei morti «con» anziché «per» Covid. Il coro si è alzato tra esponenti politici favorevoli al «liberi tutti e subito», ma anche tra medici ed esperti.
Perché nella corsa alla normalizzazione c'è un dato che stona e sono quelle 12 mila vittime del virus da Natale ad oggi, con il totale di 150 mila decessi che l'Italia sembra destinata a raggiungere già questa settimana.
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Rapportato alla popolazione è il più alto tasso di mortalità da Covid in Europa. Perché probabilmente gli altri li contano in modo meno preciso di quanto non si faccia da noi e non per il fatto che il nostro servizio sanitario nazionale sia più scassato di altri.
coronavirus ospedale di varese 1
Ma il dubbio che tutte quelle morti non siano di pazienti positivi deceduti poi per infarti tumori od altro lo sollevano i dati Istat e Iss.
Punto di partenza per capire come effettivamente stiano le cose è la mortalità attesa, che si calcola facendo una media di quella rilevata in cinque anni, in questo caso dal 2015 al 2019.
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I decessi anche nel 2020 sarebbero dovuti essere 645 mila. Aggiungendovi i 74 mila per Covid, riportati dalla Protezione civile nei bollettini quotidiani, si arriva a 719 mila. Se alcuni o molti di loro fossero morti «con» e non «per» Covid di decessi a fine 2020 ne avremmo dovuti contare meno, perché chi non ce l'ha fatta per altre cause dovrebbe rientrare nella «mortalità attesa».
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E invece nell'annus horribilis 2020 di morti alla fine se ne sono contate 746 mila, 27 mila in più, che potrebbero essere catalogate come «morti sommerse da Covid». Infatti, «in un altro studio Istat-Iss sui decessi in eccesso osservati nei mesi di marzo e aprile 2020 rispetto alla media del periodo 2015-2019, si è evidenziato un aumento significativo di altre cause che, al momento, non trova una spiegazione di natura epidemiologica: polmoniti e influenza (10% del totale dei decessi in eccesso), demenze e malattia di Alzheimer (5% del totale dei decessi in eccesso), cardiopatie ipertensive (5% del totale dei decessi in eccesso) e diabete (3% del totale dei decessi in eccesso)», spiega Alessandro Solipaca, direttore scientifico dell'Osservatorio nazionale della Salute.
coronavirus paziente all ospedale san filippo neri di roma
Numeri in eccesso «che si spiegano con il fatto che l'Italia è stato il primo Paese europeo a essere travolto dalla pandemia, con un impatto difficile da gestire sotto tutti i punti di vista. Tanto che molti anziani sono morti in casa e i certificati di morte sono in alcuni casi stati redatti prima che si accertasse la loro positività», prosegue il direttore dell'Osservatorio.
Infatti nel 2021 quelle «morti sommerse» non si verificano più. I 62 mila morti per Covid sommati a quelli attesi danno un totale di 707 mila decessi, dato più o meno sovrapponibile ai 705 mila che si sono effettivamente contati a fine anno.
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Quindi i morti per Covid sono quelli conteggiati da Iss e Protezione civile e per lo stesso ragionamento fatto con i dati del 2020 parliamo di persone che non ce l'hanno fatta «per» il Covid, e non perché malati di altro e positivi per caso.
Anziano in terapia intensiva 2
C'è anche da dire che, «confrontando la mortalità attesa con quella effettiva in era Covid, scopriamo che i decessi attribuibili ai contagi negli altri Paesi europei non sono dissimili dai nostri», assicura Graziano Onder, che per l'Iss cura il rapporto sui decessi da coronavirus.
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A smentire chi minimizza parlando di positivi morti di altro, c'è poi un altro studio condotto da Iss e Istat sulle cause dei decessi dei contagiati alla data del 25 maggio 2020. I risultati testimoniano che il Covid è la causa «direttamente» responsabile della morte dell'89% delle persone risultate essere positive al test.
Il restante 11% è attribuibile a malattie cardiovascolari (4,6%), tumori (2,4%), malattie del sistema respiratorio (1%) e altro ancora. I numeri sembrano insomma smentire un racconto già sentito nei primi giorni di lockdown duro nel 2020, quando nelle conferenze stampa delle 18 si cercava di tranquillizzare gli italiani impauriti, ricordano che quei morti avevano più di 80 anni e si portavano dietro molte altre patologie.
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Da qui la formula dei «morti con Covid» che nessuno osò più pronunciare dopo le immagini dei camion militari che scendevano da Bergamo carichi di bare. Oggi fortunatamente abbiamo i vaccini e il booster, sommato all'immunità acquisita dai tanti che si sono contagiati, sta piegando la curva dei contagi.
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Ma come allora a non farcela sono gli ultra-fragili, vuoi per l'età avanzata, vuoi per malattie che ne hanno indebolito il sistema immunitario, rendendo meno robusta la protezione anticorpale alzata dai vaccini.
Questo lo sanno anche i medici, che stanno cercando di far sentire la loro voce, chiedendo un uso più esteso delle nuove terapie antivirali, allargandone la prescrivibilità anche ai medici di famiglia.