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    PIAZZA AFFARI TORNA A SALIRE (+0,56%), FTSE MIB SOPRA 21 MILA PUNTI - SPREAD STABILE A 179 - BALZANO FINMECCANICA (+2,84%) E BPER (+2,38%) - GIU' A2A (-2,2%) E TELECOM (-0,84%)


     
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    Carlotta Scozzari per Dagospia

    Dopo la battuta d'arresto di ieri, torna il sereno a Piazza Affari, che, in una giornata contrastata per i listini europei, chiude la sessione di giovedì con l'indice Ftse Mib in rialzo dello 0,56% a 21.094,49 punti, di nuovo al di sopra della barriera critica dei 21mila punti.

    BERNANKE YELLEN OBAMABERNANKE YELLEN OBAMA

    La Borsa italiana non si è fatta intimorire dalle notizie giunte ieri dalla banca centrale americana, la Fed, guidata da gennaio da Janet Yellen, che procede imperterrita nella chiusura dei rubinetti dopo avere inondati i mercati di liquidità negli ultimi anni. Nel frattempo, lo spread tra titoli di Stato italiani e tedeschi è rimasto invariato a 179 punti.

    All'interno del Ftse Mib, balzo di Finmeccanica (+2,84%), il cui amministratore delegato Alessandro Pansa oggi si è detto fiduciosa di riuscire a deconsolidare il settore dei trasporti del gruppo, cioè le due controllate Ansaldo Breda e Ansaldo Sts (+0,67%), in tempi rapidi. Nel pomeriggio, poi, in una audizione in Senato, Pansa ha aggiunto che per le due aziende Finmeccanica è alla "ricerca di un partner internazionale".

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    Subito dietro a Finmeccanica, nel Ftse Mib, balzo di Bper, che ha guadagnato il 2,38%, ma all'interno del settore bancario ha fatto bene anche Unicredit (+1,54%), mentre le vendite hanno penalizzato la Popolare di Milano (-1,83 per cento).

    Il calo più deciso della giornata, nel listino principale, è stato quello della utility lombarda A2a, che ha ceduto il 2,2 per cento. Debole anche Telecom Italia (-0,84%), mentre la Findim di Marco Fossati, azionista al 5%, che solo ieri ha proposto per la presidenza della società Vito Gamberale, ha fatto sapere che rimetterà mano alla sua lista in modo che contempli anche la presenza di donne, come richiesto dallo statuto del gruppo.

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    Poco mossa Eni (+0,4%), nel giorno in cui l'amministratore delegato Paolo Scaroni ha dichiarato di vedere "il futuro del Southstream piuttosto fosco", perché la crisi ucraina "metterà anche in discussione le autorizzazioni Ue necessarie per portare avanti il progetto: non so se si realizzerà". Scaroni si è detto comunque "felice per l'ordine ottenuto da Saipem, anche se forse non lo porterà avanti". La società partecipata dal gruppo del Cane a sei zampe, nel frattempo, in Borsa, ha guadagnato lo 0,58 per cento.

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    Fuori da Ftse Mib, rialzo dell'1,48% per Salini Impregilo, nel giorno in cui la società ha, tra le altre cose, annunciato la messa in vendita della quota di controllo nella Todini Costruzioni. L'ad Pietro Salini ha poi confermato quanto anticipato ieri da Dagospia e cioè che per aumentare la percentuale di titoli Impregilo trattati in Borsa (ora pari ad appena il 10%) la famiglia Salini, prima socia con l'80%, ricorrerà a una soluzione mista di vendita di azioni e aumento di capitale.

     

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