Marco Giusti per Dagospia
PICCOLI CRIMINI CONIUGALI
Solo quando esplode “I feel love” di Giorgio Moroder incominciamo a capire le cose. O, almeno, incominciamo a pensare di averle capite. Perché il complicato meccanismo di Piccoli crimini coniugali, diretto da Alex Infascelli, tratto da un romanzo di Eric - Emmanuel Schmitt, e interpretato alla perfezione da Sergio Castellitto e Margherita Buy, thiller familiare a due voci un po’ alla Carnage o a alla Venere in pelliccia, prevede una serie continua di colpi di scena e di ribaltamenti di campo.
La situazione di partenza è il ritorno a casa di lui, Sergio Castellitto, che, a causa di un piccolo incidente, non ricorda più nulla, soprattutto non ricorda né di essere un affermato scrittore né di essere sposato da anni con la la stessa donna. Che ora è un’estranea. Lei, Margherita Buy, accudente, cerca di spiegargli chi è e cosa faccia nella vita. E cerca di raccontargli come stanno le cose fra di loro. In tutti i sensi. In fondo sono una coppia che vive insieme da anni.
PICCOLI CRIMINI CONIUGALI
Solo che, magari, lui finge, anche se non sappiamo bene da quando abbia ripreso la memoria, ammesso che l’abbia davvero perduta. E lei, giocando sul suo vuoto di memoria, non gli spiega esattamente tutto della loro storia. Cerca, cioè, di ricostruirla, di adattarla a come lei vorrebbe che fosse. Ma se lui finge, allora, non può non accorgersi della falsità di lei. Ma dove porterà questo teatrino?
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Infascelli, dopo il bel documentario sull’autista di Stanley Kubrick che tanto successo ha avuto in giro nei festival internazionali, costruisce questa situazione di schermaglia di coppia in crisi come una vera e propria guerra antichissima tra maschio e femmina, potendo fortunatamente contare sulla classe dei suoi interpreti e il loro mettersi in gioco generosamente anche nelle zone più intime.
Lo sfogo della Buy sull’invecchiamento femminile, cioè il non sentirsi più desiderabile, mentre il proprio compagno, col tempo, non perde il proprio fascino, piacerà molto alle signore dei quartieri alti che stavano già lì a contare le rughe dell’attrice.
Mentre Castellitto mostra la propria debolezza di maschio nel costruirsi un personaggio di scrittore un po’ piacione. E ha molto da farsi perdonare. I fan di In Treatment troveranno di che divertirsi, ma anche i fan del cinema stracult troveranno una serie di frasi niente male che si ritrovano a dire i due protagonisti. Che, come noi spettatori, si divertono molto a giocare con i vizi di tutte le coppie. In sala.
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