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    “SAI PIER, MI CHIEDO A VOLTE COSA RIMANGO A FARE IN QUESTO MONDO” – PIER FERDINANDO CASINI RICORDA UNO DEGLI ULTIMI INCONTRI CON BERLUSCONI, AD ARCORE, DOPO LA RIELEZIONE DI MATTARELLA: “FACEVA FREDDO, ABBIAMO PARLATO DI TANTE COSE E DOPO COLAZIONE MI HA FATTO FARE UN GIRO NEL GIARDINO. LUI SI APPOGGIAVA A ME...CAPIVO CHE NON ERA SALDO SULLE GAMBE” – “PRIMA DELLA DISCESA IN CAMPO, VADO DA LUI AD ARCORE. LUI MI RACCONTA IL SUO PROGETTO PER ALLEARSI AL SUD CON L’MSI DI FINI E AL NORD CON BOSSI E LA LEGA. E IO GLI DICO: SILVIO, NON CAPISCI NULLA DI POLITICA, IMPOSSIBILE FARE UN’ALLEANZA CON LA DESTRA E LA LEGA CHE SONO COME CANI E GATTI. LUI MI RISPOSE…”


     
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    Estratto dell’articolo di Carlo Bertini per www.lastampa.it

     

    SILVIO BERLUSCONI PIERFERDINANDO CASINI SILVIO BERLUSCONI PIERFERDINANDO CASINI

    Di ricordi ne ha tanti, alcuni lo fanno scoppiare a ridere ancora oggi, l’ultimo però lo racconta commosso. Dopo la rielezione di Mattarella, grato per aver trovato in Berlusconi uno dei sostenitori alla sua candidatura al Quirinale, Pierferdinando Casini lo va a trovare ad Arcore.

     

    «Era gennaio, faceva freddo, abbiamo parlato di tante cose e dopo colazione mi ha fatto fare un giro nel giardino. Lui si appoggiava a me...capivo che non era saldo sulle gambe. Gli ho chiesto se avesse freddo e mi ha detto: “Sai Pier, mi chiedo a volte cosa ancora rimango a fare a questo mondo”. Io, preso alla sprovvista, gli ribatto subito: “Ma cosa stai dicendo Silvio, non scherzare! Milioni di italiani ti vogliono bene, devi combattere”. Certo, è paradossale che glielo dicessi io che non avevo condiviso tanti passaggi politici ma negli anni aveva preso il sopravvento l’aspetto umano».

     

    silvio berlusconi pier ferdinando casini silvio berlusconi pier ferdinando casini

    A caldo, come sta vivendo questa scomparsa?

    «Beh, da un lato c’è il rimpianto per la sua scomparsa, dall’altro è come quando pensi che una persona cara stia soffrendo: credo che questa vicenda della malattia abbia posto fine a sofferenze difficili da sopportare, per un uomo come lui, dinamico, con mille idee, costretto a stare a letto o in poltrona».

     

    E quando ci ha parlato la prima volta?

    BERLUSCONI CASINI BERLUSCONI CASINI

    «Erano gli anni ’80, quando seguivo per Forlani segretario della Dc la televisione: […] avevamo fatto monitoraggi dai quali emergeva che tutte le tv di Berlusconi sfacciatamente privilegiavano i socialisti. Forlani, che non voleva sporcarsi le mani con queste cose, ci disse di andarci a lamentare con lui […] Ricordo che avemmo un incontro con Berlusconi, Confalonieri e Letta nella casa di via dell’Anima. Più che un incontro ci fu uno scontro...lui ci raccontò che aveva delle zie suore e io gli dissi, “si va bene, ma bisogna che appaiano in video queste suore, se no non ci importa nulla”. Fu uno scontro abbastanza forte, fui io che andai in avanscoperta. Ma poi da lì maturò un sentimento di simpatia mai venuto meno».

     

    Anche quando scese in campo nel 1993?

    umberto bossi silvio berlusconi pierferdinando casini gianfranco fini umberto bossi silvio berlusconi pierferdinando casini gianfranco fini

    «Le racconto un episodio: prima della discesa in campo, era una giornata di autunno, vado da lui ad Arcore. Lui mi racconta il suo progetto per allearsi al sud con l’Msi di Fini e al nord con Bossi e la Lega. E io gli dico: Silvio, non capisci nulla di politica, impossibile fare un’alleanza con la destra e la Lega che sono come cani e gatti».

     

    E lui?

    «Io guardavo il giardiniere che tirava su le foglie e lui mi rispose così: “Hai appena detto la stessa frase che mi disse il presidente della Sampdoria, Mantovani quando gli annunciai che avrei preso il Milan e avrei vinto la Coppa dei Campioni. Vediamo come va a finire questa volta».

     

    Poi però vi fu la rottura del 2008. Lì che vi siete detti?

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    «I nostri valori non sono in vendita, devi imparare che in Italia non si compra tutto, gli dissi cose così. Ma poi ho sempre mantenuto un buon rapporto. A differenza di Fini...».

     

    Con Fini non si prendevano, anche se fu lui a sdoganarlo nel 1992, giusto?

    «Si, con Fini non si sono mai presi, non ho mai capito bene perché, con lui i rapporti sono sempre stati aspri, mentre con me tutto sommato, salvo in quei mesi del 2008, il rapporto è stato sempre buono».

     

    La risata più grande che ricorda?

    «Mah, son talmente tante, alcune non sono ripetibili. Le dico una cosa seria e una scherzosa. Quando morì mio padre trovò le parole giuste, “ci sono passato anche io Pier, finchè ti muore il padre non diventi mai grande. E oggi lo sei diventato”. Ancora le ricordo perché dimostrava la sua grande umanità. Gli piaceva piacere ma a tutti, non solo ai potenti».

     

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    E l’episodio leggero?

    «Una sera lo invito a casa mia a cena: avevo una donna di servizio e ad un certo punto va in cucina a parlare con lei, una signora anziana, che gli parla del figlio che non stava bene. Beh, venti giorni dopo torna a cena da me e va dalla signora a chiederle come stia il figlio. Una cosa abbastanza inconsueta ma per lui no».

     

    […] Cosa lascia alla politica italiana?

    «Nel bene e nel male, è stato un grande innovatore. Il lascito dei partiti personali non è un fatto positivo. Ma ha unificato la destra e la sinistra. E anche a sinistra, tante volte, invece di costruire coalizioni capaci di governare si sono create alleanze capaci solo di battere lui. E questo ha ritardato l’esame di maturirà per le stesse componenti del centrosinistra. Lo stesso vale per la destra, dove le contraddizoni politiche sono state superate sempre nel nome di berlusconismo».

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    […] Ora la sua eredità passa a Meloni o Salvini?

    «Le eredità politiche non esistono, esiste chi se le prende, il problema è già stato risolto per incorporazione alle elezioni del settembre 2022. Non so che fine farà Forza Italia, non mi sembra problema rilevante».

     

    Ma potrebbe prenderne il testimone Renzi per un progetto al centro?

    «Non lo so e in ogni caso non mi interessa e non ne farei parte».

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