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    “SENZA UN'AREA MODERATA NEL CENTROSINISTRA NON SI VINCE” - PIERFERDINANDO CASINI: “LA DESISTENZA IN FRANCIA È OBBLIGATORIA. MA NON PRENDEREI IL FRONTE A MODELLO PER L'ITALIA: SIGNIFICHEREBBE CONSEGNARE IL PAESE ALLA MELONI PER ALTRI DIECI ANNI. L'ERRORE DA NON FARE È PENSARE CHE CON LA DISCRIMINANTE IDEOLOGICA SI VINCANO LE ELEZIONI. C'È UN'AMPIA FETTA DI ANTIFASCISTI CHE HA VOTATO PER MELONI ALLE ULTIME ELEZIONI. PIÙ SI VA IN PERIFERIA PIÙ I CETI POPOLARI VOTANO PER I SOVRANISTI PERCHÉ SI SENTONO ABBANDONATI. NON LI RICONQUISTI CON L'ANTIFASCISMO - E’ SIGNIFICATIVA L'USCITA DI MARINA BERLUSCONI SUI DIRITTI: HA CAPITO CHE SI VINCE CON LA PLURALITA’”


     
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    Estratto dell’articolo di Concetto Vecchio per “la Repubblica”

     

    pierferdinando casini pierferdinando casini

    Pier Ferdinando Casini , come finisce in Francia?

    «Mi auguro per l'Italia, e per Giorgia Meloni, che Marine Le Pen non faccia cappotto. E che si crei la possibilità di formare una coalizione repubblicana».

     

    Perché se lo augura anche per Meloni?

    «Perché una vittoria delle destre finirebbe per spingerla verso derive lepeniste. Penso che la prima ad augurarsi che non finisca così è lei stessa».

     

    […] «La desistenza in Francia è obbligatoria. Ma non prenderei il Fronte a modello per l'Italia, perché significherebbe consegnare il Paese alla Meloni per altri dieci anni».

    ELLY SCHLEIN GIORGIA MELONI ELLY SCHLEIN GIORGIA MELONI

     

    […] Come la immagina l'alternativa credibile alla destra?

    «Senza l'inclusione di un'area moderata convincente nel centrosinistra non si vince».

     

    […] Lei vede un leader?

    «Si vota tra tre anni. Non impicchiamoci al toto nomi. È necessario avere chiaro il problema. Poi in politica vince chi si prende gli spazi: se c'è qualcuno che se la sente si faccia avanti».

     

    Qual è l'errore da non fare?

    «Pensare che con la discriminante ideologica si vincano le elezioni. C'è un'ampia fetta di antifascisti che ha votato per Meloni alle ultime elezioni».

     

    pierferdinando casini pierferdinando casini

    Non è una discriminante l'antifascismo?

    «Assolutamente sì. […] Ma non è una condizione sufficiente. Le pregiudiziali ideologiche sono cadute».

     

    Non si rischia una prospettiva qualunquista?

    «No, perché anche nel mio collegio, Bologna, più si va in periferia più i ceti popolari votano per i sovranisti perché si sentono abbandonati. Non li riconquisti con l'antifascismo».

     

    […] Dentro Forza Italia comincia a farsi largo un'area liberal.

    «E va salutata con favore. Del resto Berlusconi aveva radicato il suo partito nel Ppe. Ho trovato molto significativa l'uscita di Marina Berlusconi sui diritti: un avviso a non scivolare nell'oscurantismo».

     

    MELONI SCHLEIN 1 MELONI SCHLEIN 1

    Marina Berlusconi ha un progetto?

    «No. È troppo intelligente per coltivare un disegno politico. Però ha capito che la pluralità fa vincere. Ed è esattamente quel che servirebbe al centrosinistra».

     

    Cosa suggerisce esattamente?

    «Di essere concreti nell'opposizione, offrendo alternative senza furori ideologici.

    Smascherare l'Autonomia differenziata come una riforma pericolosa e pasticciata.

    Denunciare le inefficienze della sanità, per fare due esempi. E unità sulla politica estera».

     

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    Tipo?

    «L'Ucraina va difesa senza se e senza ma. E bisogna stare accanto a Israele, lavorando allo stesso tempo affinché si arrivi a uno Stato palestinese. E alzando la propria voce contro la politica di Netanyahu che ha moltiplicato gli insediamenti illegali».

     

    […] Come finirà col premierato?

    «Ho fatto un sogno. Che Meloni riponga la riforma nel cassetto».

     

    Pensa che possa perdere il referendum?

    «Non c'è il quorum a differenza dell'Autonomia differenziata. Basta quindi votare no se la si vuole mandare a casa. Non penso che sia così autolesionista».

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