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    SCALA-FEMMINA! – PIERLUIGI PANZA: “IL NOME CHE CIRCOLA COME NUOVO SOVRINTENDENTE DELLA SCALA, MOLTO IN LINEA CON LA MODA DI QUESTI TEMPI, È QUELLO DELL’UNICA DONNA SUL CATALOGO, ANNA MARIA MEO” – NEL FRATTEMPO, È STATO INDIVIDUATO IL POSSIBILE DIRETTORE ARTISTICO, IL DRAMMATURGO BELGA PETER DE CALUWE. COSA LI UNISCE? SIA DE CALUWE, SIA MEO SONO STATI PRESIDENTI DI OPERA EUROPA - LA TELEFONATA SALA-SANGIULIANO


     
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    beppe sala dominique meyer beppe sala dominique meyer

    Estratto dell’articolo di Pierluigi Panza per il “Corriere della Sera – ed. Milano”

     

    A furia di sostenere che la prossima struttura organizzativa del teatro non potrà più vedere riunite le figure di sovrintendente, direttore artistico e direttore generale in un’unica persona […] alla Scala avrebbero […] individuato un possibile direttore artistico, ma non ancora chi lo deve designare, ovvero il sovrintendente.

     

    Il professionista di cui si parla come possibile futuro direttore artistico è Peter de Caluwe, drammaturgo belga attuale direttore del Teatro reale La Monnaie di Bruxelles. […] Solo che a nominarlo dovrebbe essere un futuro sovrintendente. Sovrintendente che, per ora, non è stato individuato.

     

     

    Peter de Caluwe Peter de Caluwe

    Il ministro Sangiuliano e il sindaco Beppe Sala si sarebbero sentiti ieri. Fatto salvo il prolungamento di Meyer (resta la legge sul vincolo dei 70 anni, ma anche la non certezza che sia applicabile alla Scala), il nome che circola, molto in linea con la moda di questi tempi, è quello dell’unica donna presente sul catalogo dei papabili […].

     

    Si tratta di Anna Maria Meo, sessantenne di Crotone, già direttore generale del Regio di Parma e direttore artistico del Festival Verdi. È stata anche presidente di Opera Europa, guarda caso dopo che lo era stato anche de Caluwe.

     

    Anna Maria Meo Anna Maria Meo

    Non è, tuttavia, da escludere che stiano pensando alla Meo come direttore generale del teatro, posto un tempo occupato da Maria Di Freda e ora nelle mani di Meyer. Dipende, poi, dalle deleghe. È evidente che si tratterebbe di designazioni abbastanza complementari, di sguardo europeo, più giovani e, forse per questo, non ancora con l’impronta lasciata da Lissner, Pereira e Meyer nei teatri d’opera contemporanei.

     

     

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