Francesco Salvatore per “la Repubblica - ed. Roma”
pietro genovese
La procura delega indagini alla polizia postale per analizzare il contenuto dello smartphone di Pietro Genovese al fine di verificare se fosse al telefono nel momento in cui ha investito, la notte del 22 dicembre in corso Francia, le due sedicenni Camilla Romagnoli e Gaia Von Freymann. Dopo l'avvio delle operazioni peritali finalizzate a ricostruire ogni aspetto dell'incidente - la velocità, il punto d'impatto e il regolare funzionamento del semaforo - il pm Roberto Felici allarga gli accertamenti anche a un aspetto finora rimasto in ombra: l'ipotesi che Genovese, figlio del regista Pietro, possa aver usato il telefono proprio nel momento dell'incidente.
GAIA VON FREYMANN
CAMILLA ROMAGNOLI 1
Per ora non c'è nessuna testimonianza in questo senso: né i due amici che Genovese trasportava, posizionati ovviamente in un punto di osservazione ottimale per stabilirlo, né i passanti o gli automobilisti, questi ultimi di certo meno attenti a una tale eventualità. Ad ogni modo, per sciogliere ogni dubbio, il magistrato ha chiesto lumi alla polizia per accertare o meno se ci fosse attività nel telefono del 20enne. Un'evenienza che, nel caso fosse accertata, aggraverebbe la posizione del giovane guidatore.
PIETRO GENOVESE la macchina di pietro genovese 1
Genovese è agli arresti domiciliari dal 26 dicembre con l'accusa di duplice omicidio stradale aggravato dallo stato di ebbrezza alcolica. Dopo l'incidente il ragazzo è stato sottoposto all'alcol test dai vigili urbani del gruppo Parioli e il livello alcolemico si è attestato a 1,4 grammi per litro ( il limite è di 0,5 mentre per un neopatentato, come lui, il valore deve essere zero). Interrogato dal gip Bernadette Nicotra il giovane, sul punto, ha ammesso: " Ero andato ad una festa a casa di un mio amico che rientrava a Roma dal progetto Erasmus. C'erano anche i suoi parenti. Avrò bevuto due tre bicchieri di vino".
la macchina di pietro genovese2
corso francia gaia camilla
Quanto alla velocità, invece, il 20enne ha riferito che non stava guidando oltre i limiti: " Ero fermo a una settantina di metri dal semaforo, che era rosso. Quando è scattato il verde sono partito " . I testimoni sentiti sul posto dagli agenti della municipale, invece, hanno riferito che il Suv guidato dall'indagato era lanciato a "gran velocità". La percezione di due di loro è che " la velocità fosse sostenuta " . La quasi totalità, ad ogni modo, concorda sul fatto che Genovese sia passato con il verde. Per il gip, alla luce di quanto accertato in una prima fase, attraversando col rosso le ragazze avrebbero tenuto " una condotta vietata, incautamente spericolata".
gaia von freymann
Quanto al semaforo incriminato - la cui luce pedonale non diventa mai arancione ma si limita a lampeggiare per 3 secondi sul verde, prima di diventare rosso - sono in corso accertamenti sulla regolarità.
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