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    “CI FU UNA TRATTATIVA SULLA SORTE DI EMANUELA, POI IN VATICANO SI TIRARONO INDIETRO” - PIETRO ORLANDI RIVELA: “ME LO HA RACCONTATO IL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA, CAPALDO, CHE DOPO ESSERE STATO CONTATTATO DAL VATICANO, SI RECÒ AD INCONTRARE UN AUTOREVOLE PRELATO. ERA FINALMENTE LA DIMOSTRAZIONE CHE IN VATICANO QUALCUNO ERA DISPOSTO A FORNIRE NOTIZIE E CARTE AI MAGISTRATI SU MIA SORELLA IN CAMBIO DI UN ATTEGGIAMENTO MENO DURO NELL'INCHIESTA SULLA TOMBA DI DE PEDIS A SANT’APOLLINARE” - “L'INCONTRO AVVENNE IN UNO DEI LOCALI DEI MUSEI VATICANI. POI CAPALDO DISSE…”


     
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    1 - ORLANDI, NUOVI INDIZI NELLE CARTE SUI LAVORI UNA DITTA NEL MIRINO

    Cristiana Mangani per “il Messaggero”

     

    VILLA GIORGINA SEDE DELLA NUNZIATURA APOSTOLICA A ROMA VILLA GIORGINA SEDE DELLA NUNZIATURA APOSTOLICA A ROMA

    La storia di Villa Giorgina è tutta contenuta nei registri dell' Apsa, la cassaforte finanziaria del Vaticano. Ed è per questo che gli investigatori si sono recati nella sede di via della Conciliazione per acquisire la documentazione che riguarda la dependance della Nunziatura apostolica di via Po, dove un gruppo di operai ha scoperto delle ossa umane.

     

    In attesa che gli esami del Dna vengano effettuati dalla polizia Scientifica, c'è tutta un' attività da svolgere per capire quante ditte sono intervenute in quel palazzo, quante modifiche sono state fatte alla struttura. E soprattutto chi, negli anni 80, ha operato in quei luoghi, rimuovendo il massetto del pavimento per rinnovarlo.

     

    LE AUTORIZZAZIONI

    nunziatura via po nunziatura via po

    Le tracce di queste opere sono conservate all' Apsa, perché è da quegli uffici che sono arrivate le autorizzazioni ai lavori. In questi giorni gli uomini della Squadra mobile hanno già interrogato parecchie persone e molte altre ne sentiranno. Attraverso le loro dichiarazioni hanno provato a ricostruiregli anni nei quali le due ragazze sono scomparse, ma anche tutto il resto, perché che si tratti di Emanuela Orlandi o di Mirella Gregori, c'è comunque da spiegare la presenza di un cadavere in una villa donata al Vaticano nel 1949.

     

    EMANUELA ORLANDI EMANUELA ORLANDI

    Qualcuno, probabilmente, è stato ucciso e si è ritenuto di non dovergli dare la giusta sepoltura. E poi, quasi per una incredibile coincidenza, è proprio intorno alla Nunziatura che hanno vissuto diversi protagonisti di questa vicenda. A dieci minuti da lì abitava la famiglia Gregori. E in passato, alcuni spunti investigativi avevano portato gli inquirenti a effettuare una serie di verifiche in quel quadrilatero di strade comprese tra Porta Pia, via Nomentana, via Salaria e via Po.

     

    In base al racconto di Sabrina Minardi, all'epoca amante di Enrico De Pedis, che con le sue rivelazioni fece entrare la Banda nella Magliana in uno dei misteri più lunghi d'Italia, in quella zona viveva uno dei collaboratori di Renatino: Giuseppe Scimone, residente tra l'83 e l'85 in via Po 25. La Minardi aveva ritagliato a Scimone un ruolo operativo nel sequestro della Orlandi, ma le verifiche dei pm non avevano portato a nulla di concreto.

     

    Ora le attese sono tutte per il Dna, e qualora mai le ossa rinvenute sotto il pavimento fossero realmente di una delle due ragazze sparite, la procura di Roma dovrà cercare di capire perché siano finite lì e chi ce le ha messe. Questa volta non dovrebbero esserci problemi di competenza territoriale tra il Vaticano e l'Italia, perché la Nunziatura è su territorio italiano, nonostante all' interno della Villa viga l'extraterritorialità.

     

    EMANUELA ORLANDI EMANUELA ORLANDI

    «TENERE UN BASSO PROFILO»

    Quindi, sarà piazzale Clodio e il procuratore Giuseppe Pignatone a coordinare l'eventuale nuova inchiesta. Sebbene da quel fronte la linea seguita sia di massima cautela. «Va tenuto un basso profilo», è l'indicazione che è arrivata dagli uffici dei pm in questi giorni. E infatti, c' è scetticismo e nessuna enfasi. Mentre da altre parti c'è chi è pronto a scommettere che si tratti proprio del corpo di una delle due ragazze, o addirittura di tutte e due. Viene ricordato uno dei libri sul Vaticano scritto dal giornalista Gianluigi Nuzzi.

     

    EMANUELA ORLANDI EMANUELA ORLANDI

    Parla di una trattativa che sarebbe stata avviata tra la Procura di Roma e la Città del Papa qualche anno fa. Qualcosa che è stata ricordata in queste ore anche da Pietro Orlandi. Un accordo che partiva dalla rimozione della salma di Renatino De Pedis dalla Basilica di Sant' Apollinare. All' epoca dei fatti - dice il libro - il disagio era tale che se i giudici avessero preso l' iniziativa di rimuovere loro la salma, il Vaticano avrebbe fornito tutto ciò che sapeva: «Una verità clamorosa, sebbene parziale su Emanuela Orlandi. Non la rivelazione degli autori dell' omicidio, ma informazioni utili per recuperare i resti del corpo. In cambio, la chiusura del capitolo De Pedis, così scomodo per la Santa Sede».

     

    2 - PIETRO ORLANDI: “CI FU UNA TRATTATIVA SULLA SORTE DI EMANUELA MA POI IN VATICANO SI TIRARONO INDIETRO”

    PAPA BERGOGLIO E PIETRO ORLANDI PAPA BERGOGLIO E PIETRO ORLANDI

    Franca Giansoldati per “il Messaggero”

     

    «Il 2012 fu segnato da un fatto rilevante. In quel periodo si parlava dell' apertura della tomba di De Pedis a Sant'Apollinare e l'allora Procuratore della Repubblica, Capaldo, dopo essere stato contattato dal Vaticano, si recò ad incontrare un autorevole prelato per una sorta di trattativa sul caso Orlandi». Pietro Orlandi, il fratello maggiore di Emanuela, si sforza di dare un senso a quello che sta accadendo, a trovare risposte al muro di silenzio che da 35 anni schiaccia la vita dei suoi famigliari dopo il rapimento della sorella.

     

    Addirittura una trattativa, ne è sicuro?

    «A me lo raccontò l'allora Procuratore: non vedo perché avrebbe dovuto dirmi una cosa per un'altra. Forse il termine trattativa è eccessivo, non saprei, tuttavia quell' incontro fu illuminante visto che servì a dimostrare che il Vaticano era finalmente disposto a fornire notizie e carte ai magistrati su Emanuela, mia sorella. In cambio il prelato invitò ad avere un atteggiamento meno duro nell'inchiesta in corso. In pratica chiedeva aiuto alla magistratura per arrivare ad una soluzione del caso Orlandi danneggiando il meno possibile l' immagine della Santa Sede».

    Pietro Orlandi Pietro Orlandi

     

    Come andò a finire?

    «Capaldo chiese prove e documenti che aiutassero a dare risposte. Il prelato gli rispose che gli avrebbe fatto sapere. Ma successe una cosa inquietante. Nessuno si fece più sentire».

     

    Chi era questo prelato?

    «Non mi è stato mai fatto il nome. Da quello che ho capito si trattava di qualcuno al vertice. L'incontro avvenne in uno dei locali dei Musei Vaticani, non nel Palazzo Apostolico. Capaldo successivamente fece alcune dichiarazioni pubbliche rilevando che in Vaticano vi fossero persone a conoscenza di cose. Poco dopo gli fu tolta l'inchiesta e Capaldo se ne è andò in pensione. A me ha colpito molto la sequela di questi eventi».

     

    PIETRO ORLANDI PIETRO ORLANDI

    Piuttosto impegnativa come lettura. La Santa Sede ha sempre smentito categoricamente la presenza di dossier sulla Orlandi. Perché lei è tanto convinto che vi siano carte conservate in qualche archivio. Lei le ha mai viste?

    «Se lo ricorda Paoletto? (il maggiordomo di Benedetto XVI finito in carcere perché trafugava documenti ndr) Fu lui a dirmi di avere visto su una scrivania un dossier spillato con su scritto: Rapporto Emanuela Orlandi. Difficile che fosse solo una raccolta di articoli di giornale come hanno cercato di spiegare successivamente».

    Il procuratore Giancarlo Capaldo Il procuratore Giancarlo Capaldo

     

    Perché secondo lei il ritrovamento delle ossa nella nunziatura è stato subito associato al caso di sua sorella?

    «Ho appreso la notizia leggendo il dispaccio dell'Ansa dove vi è la connessione chiara con il caso. Immagino che chi ha fornito la notizia abbia fatto a monte questo collegamento. Chi ha visto per primo le ossa? I gendarmi e poi la Procura che ha aperto un fascicolo per omicidio senza indicare nessun nome».

    giancarlo-capaldo giancarlo-capaldo

     

    Ora non resta che attendere con pazienza l' esito delle analisi sui resti per la datazione. Cosa le viene in mente?

    «Che il nome di Emanuela è ancora un tabù e che la cappa di silenzio va avanti da 35 anni. Pensi che la mia famiglia non è mai stata ricevuta né da Benedetto XVI, né da Papa Francesco. Solo mia mamma ha potuto avere un incontro veloce con Francesco, ma da sola, senza nessun altro.

    Il 22 giugno nessuno in Vaticano nessuno ricorda il giorno della scomparsa di mia sorella, anche se era una cittadina vaticana. Per noi è stato uno strazio. E per me è un dovere continuare a ricercare mia sorella».

     

    3 - CHIESTI AL VATICANO I DOCUMENTISUI RESTAURI DELLA NUNZIATURA

    Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

     

    Elenco delle ditte che nel corso degli anni hanno effettuato ristrutturazioni, modalità e tipo di intervento compiuto, durata dell' appalto e soprattutto data di inizio e fine lavori: nell' indagine sul ritrovamento delle ossa nella sede della Nunziatura Apostolica, la Procura di Roma si concentra sulla storia di Villa Giorgina. E dispone l' acquisizione presso l'Apsa, l'Amministrazione del patrimonio della Santa Sede, di tutta la documentazione sulla manutenzione del complesso di via Po.

    nunziatura apostolica via po nunziatura apostolica via po

     

    Un provvedimento eseguito con il via libera della Segreteria di Stato che ha gestito la vicenda in ogni fase. In queste ore gli investigatori della squadra mobile guidata da Luigi Silipo stanno interrogando i dipendenti, con un' attenzione particolare ai custodi che si sono avvicendati presso la sede dell' ambasciata della Santa Sede in Italia. Lo scheletro e gli altri resti sono stati infatti ritrovati sotto il pavimento nel seminterrato della guardiania. E dunque da lì si parte per cercare di risolvere il mistero.

     

    Già lunedì la Scientifica potrebbe avere i primi risultati sul Dna da comparare poi con quello di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Se l'esito dovesse essere negativo si andrà comunque avanti per ricostruire che cosa sia accaduto, nella convinzione che si tratti di una persona uccisa. Non sottovalutando il fatto che i resti potrebbero addirittura appartenere a due persone, una quasi certamente di sesso femminile. E dunque al momento ci si concentra sull'eventualità che possa trattarsi proprio di una delle due ragazze sparite nel 1983.

    emanuela orlandi mirella gregori emanuela orlandi mirella gregori

     

    I primi controlli effettuati sulla documentazione hanno consentito di scoprire che negli anni '80 fu sostituito il pavimento di quel seminterrato. E dunque è difficile credere che le ossa risalgano a un periodo antecedente perché in quel caso sarebbero state ritrovate in quell'occasione, proprio come è accaduto la scorsa settimana. Sono tante le voci che si rincorrono, compresa quella sulla sparizione della moglie di un custode negli anni '60, ma al momento gli esperti sono convinti che i corpi siano stati sepolti in epoca più recente. Ecco perché sono stati convocati come testimoni i dipendenti. Compresa Anna Mascia, che è stata a lungo responsabile della portineria - dal 2003 fino a pochi mesi fa quando è andata in pensione - e potrebbe conoscere dettagli su quanto accaduto in passato.

     

    nunziatura apostolica via po nunziatura apostolica via po

    Sono state proprio le autorità ecclesiastiche a fornire l'elenco dei dipendenti in una volontà di collaborazione che è stata autorizzata ai massimi livelli. Nei giorni scorsi, dopo il ritrovamento dei resti, ci sono state consultazioni tra il Nunzio in Italia Monsignor Emil Paul Tscherrig e la segreteria di Stato per decidere come procedere.

     

    Dopo un primo esame dei resti affidato agli specialisti scelti dalla Santa Sede - tra loro il professor Giovanni Arcudi - è stato contattato il procuratore Giuseppe Pignatone e lunedì mattina, dopo i colloqui tra la gendarmeria e l'ispettorato di pubblica sicurezza in Vaticano, si è deciso di effettuare il sopralluogo con la Scientifica per recuperare le ossa e avviare l'iter per le analisi di laboratorio.

     

    emanuela orlandi emanuela orlandi

    A questo punto l'indagine rimane di competenza della Procura di Roma. Anche se dovesse trattarsi dei resti di Emanuela Orlandi, sarebbero i pubblici ministeri della Capitale a svolgere l'inchiesta, nonostante negli anni scorsi sia stato aperto un fascicolo presso il Vaticano. La Nunziatura è sede diplomatica e dunque per entrare è necessario ottenere il permesso, ma si tratta di territorio italiano e gli eventuali reati devono essere perseguiti dalla magistratura ordinaria.

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