1. IL CSM CAMBIA PASSO ED INTENSIFICA LA SUA ATTIVITÀ
Estratto da https://www.ilcorrieredelgiorno.it/
FABIO PINELLI,VICEPRESIDENTE DEL CSM
Nel primo trimestre dell’attuale nuova consiliatura il CSM sotto la guida dell’ avv. Fabio Pinelli, vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura ha definito 5771 pratiche. Nel primo trimestre della precedente consiliatura il CSM aveva definito 4428. L’incremento è stato dunque del 30,3%. Da notare inoltre che solo raffrontando la definizione delle pratiche nel mese di marzo 2022 con quelle del mese di marzo 2023, si passa da 1471 pratiche a 3660 pratiche, con un incremento percentuale del 150%. […]
2. LETTERA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA AL VICE PRESIDENTE DEL CSM FABIO PINELLI, LETTA IN APERTURA DEL PLENUM DEL 19 APRILE 2023
FABIO PINELLI, VICEPRESIDENTE DEL CSM, E CARLO NORDIO
“Desidero esprime apprezzamento per l’incremento dell’attività del Consiglio superiore nel corso dell’ultimo periodo, realizzato grazie anche al nuovo assetto organizzativo dei lavori consiliari, svolti senza alcuna soluzione di continuità.
“È stata una scelta necessaria per far fronte a una notevole mole di lavoro accumulatasi nel tempo, considerato che la trattazione delle pratiche richiede sollecitudine ma anche attenzione verso le questioni che presentano oggettivi elementi di criticità.
“Sono consapevole dei gravosi compiti che il Consiglio superiore è chiamato a svolgere; al contempo, ho ben presente l’alta qualificazione dei suoi componenti nonché la professionalità dei magistrati addetti alla Segreteria e all’Ufficio studi, tutti a vario titolo impegnati nelle complesse attività d’istituto. Sono certo che lo sforzo di ciascuno consentirà il raggiungimento del comune obiettivo di assicurare il tempestivo ed efficace assolvimento dei compiti che la Costituzione assegna al Consiglio”.
FABIO PINELLI SERGIO MATTARELLA
3. ALTA TENSIONE SUL METODO PINELLI: AL CSM TUTTI CONTRO IL LEGHISTA
Estratto dell’articolo di Giulia Merlo per www.editorialedomani.it
Al Consiglio superiore della magistratura si respira aria pesante. I prossimi saranno giorni decisivi in vista del plenum fissato per il 26 aprile, in cui il vicepresidente, il laico eletto in quota Lega, Fabio Pinelli, rischia di essere messo in minoranza.
Lo scontro è di merito ma soprattutto di metodo e ad alimentarlo ci sarebbe un crescente fastidio rispetto all’approccio decisionista di Pinelli. O, per meglio dire, per quella che viene definita da una fonte interna al Consiglio una «concezione unilaterale del dialogo, lontana dalla collegialità di cui il Csm ha istituzionalmente bisogno per funzionare».
LUCA PALAMARA - OLTRE IL SISTEMA
Le prime avvisaglie, in realtà, si erano registrate nella plenaria del 1° marzo. In quell’occasione a Pinelli era arrivato un segnale forte e su un tema considerato delicatissimo come il caso di Luca Palamara, l’ormai ex magistrato espulso dalla categoria dopo i fatti dell’hotel Champagne e la pubblicazione delle chat che avevano esposto i meccanismi del sistema correntizio all’interno della magistratura.
Al plenum Pinelli si era presentato con la proposta del Comitato di presidenza – composto da lui, dal procuratore generale di Cassazione, Luigi Salvato, e dall’allora primo presidente della Cassazione, Pietro Curzio – di deliberare la non costituzione del Csm come parte civile nel processo di Perugia contro Palamara. Secondo il Comitato di presidenza, infatti, non erano ravvisabili i presupposti, poiché «non emerge dalla contestazione una ipotesi di illecita utilizzazione di specifici poteri e funzioni consiliari» da parte dell’ex magistrato.
FABIO PINELLI E SERGIO MATTARELLA
La mossa aveva creato stupore e irritazione nel Consiglio. Il caso Palamara, che ha scosso la magistratura e che proprio questo Csm dovrebbe dimostrare di aver superato, è ancora questione delicatissima, soprattutto per l’impatto mediatico che continua ad avere. Impensabile, per questo, deliberare di non costituirsi parte civile. Risultato: al plenum è stato presentato un emendamento contrario, che quindi ha previsto la costituzione di parte civile di palazzo dei Marescialli, «riservandosi di precisare la quantificazione del danno in corso di causa».
Per paradosso le firme sotto il testo erano quelle degli altri consiglieri laici di centrodestra di cui anche Pinelli è espressione, con gli eletti in quota Fratelli d’Italia, Felice Giuffrè, Daniela Bianchini, Rosanna Natoli e Isabella Bertolini, insieme al laico in quota Cinque stelle, Michele Papa. Il voto è stato una sconfitta sonante per il consiglio di presidenza e in particolare per Pinelli, 23 a 5 e un astenuto. Uno strappo fortissimo.
fabio pinelli
Proprio questo avrebbe dovuto rappresentare un segnale per Pinelli di prestare maggiore ascolto, evitando di procedere con decisioni unilaterali e non condivise. Invece, il vicepresidente ha continuato sulla sua strada.
A incrinare le dinamiche del plenum sarebbe stato poi l’eccesso di protagonismo del vicepresidente, che punterebbe ad accreditarsi sulla stampa come colui che sta rivoluzionando il lavoro del Consiglio attraverso un calendario serrato per macinare delibere in modo da abbattere l’arretrato come da auspicio espresso per lettera dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
[…] Sottostante, infatti, è rimasta la tensione generata dall’elezione di Pinelli alla vicepresidenza, in un posto che inizialmente avrebbe dovuto essere riservato a Fratelli d’Italia. Il rischio concreto, allora, è che la seduta del 26 aprile diventi una ripetizione di quella sul caso Palamara, con una sconfessione del vicepresidente. Con tutte le conseguenze che questo potrebbe comportare.
matteo salvini luca palamara foto di bacco FABIO PINELLI SERGIO MATTARELLA