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    “LA SUPERLEGA È STATA UNA CAGATA PAZZESCA, MA IL PRODOTTO CALCIO È OBSOLETO” - DOPO IL RITIRO GERARD PIQUE’ PARLA GIA’ DA DIRIGENTE E CRITICA IL PROGETTO DI FLORENTINO PEREZ:  “NOVANTA MINUTI SONO TANTI. DEVI CREARE PRODOTTI BREVI E EMOZIONANTI. BISOGNA CERCARE DELLE REGOLE CHE SIANO PIÙ DIVERTENTI. UN GIORNO SARÒ PRESIDENTE DEL BARCELLONA…"


     
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    Da ilnapolista.it

     

     

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    La prima intervista da ritirato Gerard Piqué la rilascia al suo amico e socio in affari Ibai Llanos, su Twitch. Ovviamente Piqué è tornato sull’espulsione a Pamplona che di fatto ha chiuso la sua carriera ma anche sulla Supercoppa con un paio di uscite niente male.

     

    Tanto per cominciare dice che no, quella frase che l’arbitro gli imputa lui l’ha detta: “Me caguen la puta madre de…” l’ha detta un suo compagno nello spogliatoio.

     

    “Faccio interviste da quando avevo 17 anni. Ora sono libero. Non ho cagato sulla madre di nessuno ieri. Ti spiego come è andata. L’arbitrato ci ha danneggiato. Mi si è avvicinato per parlare con l’arbitro, sono andato a commentare diverse giocate e si vede nel video che sono entrato nel tunnel e gli dico che fa sempre così. E lui mi espelle. Mi stupisco che mi abbia espulso per questo. In Premier te lo permettono. Io, già espulso, vado nello spogliatoio con più compagni che venivano dalla partita, dentro ce n’è uno che dice quella frase. L’arbitro la sente dal suo spogliatoio e mi mette le parole in bocca. Vogliono darmi sei o otto giornate di squalifica anche se sono in pensione…“.

     

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    Capitolo Superlega. Piqué è combattuto: “Quando Florentino parla della Superlega e che le persone ora consumano il calcio in modo diverso, sono d’accordo. Ma non credo che la Superlega sia la soluzione. Il lancio della Superlega League è stata una cagata pazzesca. Florentino è top. Per questo sono rimasto sorpreso quando ha lanciato la Superlega a El Chiringuito da solo… la mia testa è esplosa. Non lo so cosa voleva ottenere”.

     

    “Bisogna provare a modificare regole, cambiarle. Capisco che è difficile. Ma succede in tutti gli sport. Devi trovare un modo per attirare l’attenzione. Ci sono molti contenuti in offerta, non solo di sport. Hai poche ore e vuoi spenderle al meglio. Devi creare prodotti brevi ed emozionanti. Novanta minuti mi sembrano tanti. Cerchiamo regole che siano più divertenti. La mia sensazione è che il prodotto del calcio sia obsoleto“.

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    Piqué, ormai è risaputo, non ha finito col calcio:

    “Penso che ad un certo punto vorrò essere presidente del Barcellona. In questo momento non ce l’ho in testa. Voglio fare tante altre cose. Avere la libertà di non allenarmi tutti i giorni o i fine settimana impegnati con le partite mi darà l’opportunità di concentrarmi su altro, in futuro vorrei davvero aiutare il club della mia vita a sfruttare tutto il suo potenziale”.

     

    “Ho detto a Laporta che era finita tramite messaggio. Ne avevamo già parlato prima a casa sua. Abbiamo concluso con un abbraccio e una risata. Me ne sono andato molto felice. Mi guardo indietro e vedo che ho fatto un viaggio spettacolare. Mi sono sentito fottutamente privilegiato. Giocare nella squadra della mia vita, vincere tutto. Non potevo chiedere di più. Ho spremuto ogni giorno della mia vita come se fosse l’ultimo. Spero di continuare a vivere in questo modo. Ho l’opportunità di vivere una vita che vale davvero la pena. Ogni giorno mi sveglio e la prima frase che dico è che sono un privilegiato”.

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