Emanuele Buzzi per “il Corriere della Sera”
Federico Pizzarotti, cosa accade al Movimento in Emilia Romagna? Siamo vicini a una frattura?
«Sarà importante l’appuntamento di ottobre al Circo Massimo. C’è bisogno di parlarsi, di chiarirsi di persona. Il virtuale non basta, toglie empatia e comunicazione».
PIZZAROTTI IN COLLEGAMENTO CON MATRIX DI ALESSIO VINCI
Molti parlamentari della Regione, la maggioranza, sono schierati contro Grillo. Anche gli amministratori e i consiglieri locali sono in fermento. Cosa succede?
«È sempre sbagliato mettersi contro una persona, ma casomai contro idee e concetti. È necessario un confronto su decisioni e norme — alcune sembrano mirate — che hanno suscitato malessere, ma l’antagonismo non serve a nessuno».
Il giorno dopo la ventilata alleanza con il Pd per la Provincia, lei si smarca. Conferma che non si candiderà?
«Sì, confermo quanto ho già scritto su Facebook: non mi candido. È una decisione definitiva».
Pizzarotti
Nel suo post sul web la scelta sembra un po’ contrastata. È un errore secondo lei non far sentire il peso di Parma nella nuova istituzione?
«In tutti i campi quando ci si mette insieme per discutere si aggiunge valore. In questo caso, forse sarebbe stato meglio confrontarsi su competenze e opportunità: si tratta di una cattiva riforma, che potrebbe portare al concetto dell’Area Vasta. Ci si dovrà domandare prima o poi come porsi nei confronti dell’Area Vasta, visto che come ente è molto simile alla Città Metropolitana, su cui c’è stata una consultazione online, che ha stabilito la nostra partecipazione».
Come ha maturato la sua scelta? E le polemiche per la possibile alleanza con il Pd?
«Ancora a parlare di polemiche? Ma non possiamo parlare del fatto che il debito di Parma è stato ridotto del 37% dall’inizio del mio mandato e che la città è la prima realtà del Movimento tra i Comuni virtuosi d’Italia?».
BEPPE GRILLO
Come ha scelto?
«Ho avuto molti feedback dalla base, dagli attivisti e dai consiglieri. Tanti hanno compreso la bontà di prendere parte al nuovo ente, ma alla fine abbiamo ritenuto tutti insieme che fosse meglio in questo momento non partecipare. Il Movimento è in una fase in cui ha bisogno di unirsi, non di dividersi».
Ha sentito Grillo e Casaleggio?
«Gli ho anticipato la decisione dopo l’uscita delle agenzie. In ogni caso vorrei precisare che il progetto di una lista di sindaci ha avuto anche l’avversione della minoranza pd, che non ha capito il valore del progetto».
ANDREA DEFRANCESCHI
Ossia?
«Avrebbe potuto essere un progetto pilota con una sua dignità».
Lei ha parlato della necessità del confronto e non dei dogmi nel Movimento.
«Per dogmi intendo quei concetti da dibattere in una fase di evoluzione: alcuni sembrano inscalfibili. Anche sedersi al tavolo con il Pd sembrava impossibile, poi è arrivata la trattativa sulla legge elettorale. C’è bisogno di quel realismo che si mostra quando ci si confronta con i problemi e li si deve risolvere».
GIANROBERTO CASALEGGIO AL FORUM AMBROSETTI DI CERNOBBIO
In Emilia-Romagna in questo momento è scoppiato anche il caso Defranceschi: lei si è schierato per la partecipazione del consigliere regionale alle vostre selezioni, è deluso?
«Mi sento sconfortato. Il punto è che serve il confronto. Se per Defranceschi finirà come sembra, sarà una perdita per il Movimento, che avrebbe avuto un candidato in grado di tenere testa a qualsiasi altro. E...»
Dica.
«La regola che taglia fuori Defranceschi — condivisibile o meno — non era presente in nessuna altra selezione per i parlamentari, gli eurodeputati, le ultime elezioni regionali, piemontesi e non solo. Invece è presente adesso. Magari un confronto avrebbe portato allo stesso risultato, ma in modo più consapevole».