1. MUNCHAU: REFERENDUM SULL'EURO? PRIMA LO FAI POI LO ANNUNCI
Annalisa Cuzzocrea per la Repubblica
wolfang munchau
Era stato attaccato dal blog poco più di due mesi fa, Wolfgang Münchau, per quel che aveva scritto sull' ipotesi di un referendum sull' euro. Ci ha definiti «ciarlatani impreparati», lamentava il sito di Grillo titolando «Münchau chi?». Ieri, però, l' editorialista del Financial Times era tra i relatori del convegno organizzato dal Movimento alla Camera.
Pensa che l' M5S sia in grado di governare il Paese?
«Non sono qui per dire se un partito è "fit" o "unfit", non sta a me e non ne so abbastanza. In una democrazia è il popolo a decidere».
Sul loro blog i 5 stelle l' hanno attaccata duramente.
«Ricordo bene. Il problema era stato un mio editoriale sul Financial Times in cui dicevo che se proponi una cosa come l' uscita dall' euro non puoi farlo attraverso un referendum».
Perché?
euro centesimi1
«Perché è una cosa enorme che ha conseguenze enormi. Non sto dicendo se sia giusta o sbagliata, sto dicendo che se un Paese grande come l' Italia vuole uscire dalla moneta unica, affronterà un evento pari alla seconda guerra mondiale e dovrà attrezzarsi in maniera quasi militare. Le banche collasserebbero in Italia e anche nell' eurozona, soprattutto in Germania. Ci sarebbero una crisi finanziaria e una probabile crisi politica. Se intendono farlo veramente, e io non penso sia così, devono esserne consapevoli ».
NUOVE 50 EURO BANCONOTE
Cosa comporterebbe una consultazione pubblica al riguardo?
«Se indici un referendum, in un minuto crei il panico nei mercati finanziari. Quando si decide una cosa del genere, bisogna avere chiara la strategia e farlo senza dirlo prima. Nel momento in cui le persone scoprono che quella è la strada, devi agire, non puoi aspettare. È come una guerra: non dici che vuoi invadere un altro Paese sei mesi prima» .
Un paragone azzardato.
«Capisco che la metafora suoni forte, ma è la più appropriata. Perché ci sarebbero cose da fare che non possono essere discusse pubblicamente. Sono come segreti militari, vanno tenute nascoste fino alla fine».
2- PRIMA CACCIATO, POI PROMOSSO MINISTRO. IL CASO MINENNA
Alessandro Trocino per il Corriere della Sera
BEPPE GRILLO VOLEVA REFERENDUM PER USCIRE DALL EURO
«Il fiscal compact? Una truffa semantica, economica e morale. Dobbiamo sederci a un tavolo e ridiscutere tutto». Beppe Grillo lascia l' Auletta dei Gruppi a Montecitorio e dice, a modo suo, quello che Davide Casaleggio, in modo più cauto, ha appena finito di dire alle telecamere: «In autunno l' Italia dovrà decidere se ratificare o meno il fiscal compact». E Marcello Minenna, astro nascente dei 5 Stelle, spiega i dettagli: «Bisognerà fare ricorso alla Corte di Giustizia europea. E poi no, non bisogna ratificarlo».
È l' esito di un convegno organizzato dai 5 Stelle e patrocinato dalla Camera dei deputati. Presenti Grillo e Casaleggio (il primo con cuffia per la traduzione, il secondo no). Sul palco ci sono economisti internazionali come Jochen Andritzky, segretario generale del Consiglio di esperti economici della Germania, Wolfgang Münchau, editorialista del Financial Times , ma anche professori italiani, come Alberto Bagnai, economista antieuro, il banchiere Rainer Masera e Minenna, docente alla Bocconi ed ex assessore al Bilancio di Roma, considerato da alcuni come il candidato in pectore al ministero dell' Economia per i 5 Stelle.
CASALEGGIO
L' uscita dell' euro per il Movimento è più che altro uno spauracchio, così come il referendum, scivolato nella categoria dell' extrema ratio. I 5 Stelle hanno cambiato passo e, senza rinunciare a critiche durissime, provano a dialogare e rilanciano l' ipotesi della «moneta fiscale». Anche se Casaleggio spiega che l' euro «ha un problema strutturale» e Grillo lascia cadere, sgranando gli occhi: «L' euro? Ci saranno grandissime sorprese».
ALBERTO BAGNAI
A introdurre il dibattito, è Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera, che patrocina l' evento (con tanto di buffet). Di Maio spiega: «Si pensava che l' euro potesse avere una funzione taumaturgica per unificare le economie europee, ma non è stato così». E dunque si esce dalla moneta unica? Nient' affatto: «Il dibattito euro sì euro no rischia di diventare ideologico». È sufficiente «approfondire le misure per correggere la rotta della nave Europa, che rischia di schiantarsi». Segue citazione di Einstein: «Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi».
MINENNA
Ma perché si parla tanto di Europa se il dibattito è sul debito pubblico? Lo spiega Laura Castelli: «Perché è il meccanismo europeo che provoca un aumento del debito pubblico: ogni volta che la Bce ci dà soldi, ci obbliga a emettere titoli di Stato». La tesi dei 5 Stelle è che il debito pubblico si può imbrigliare. Come dice Minenna, «serve un aumento della produttività» per rimediare alla fragilità della moneta unica.
Non solo: «Bisogna adottare la "fiscal currency"». Ovvero, la moneta fiscale, non un sostituto della moneta unica ma uno strumento di pagamento parallelo e non legale. Carla Ruocco concorda, con dubbi: «La moneta fiscale presenta qualche criticità, perché rischia di aumentare il debito, ma può essere uno strumento molto utile». Quanto all' euro: «Il dibattito qui mi è parso molto equilibrato tra chi vuole l' exit e chi il remain . Ma la moneta unica già non esiste più, si è dissolta, il problema tra poco non si porrà più».
DI MAIO
E il referendum? Spiega il giornalista Münchau, che già attaccò i 5 Stelle definendoli «ciarlatani impreparati»: «È sbagliata l' idea del referendum. Se vuoi uscire dall' euro devi fare come in guerra: non devi annunciarlo prima, altrimenti il sistema collassa e con lui le banche».
Nel frattempo i 5 Stelle danno il via, da oggi, alle Regionarie, per scegliere i candidati. E mettono ai voti il programma fiscale. Allo studio una misura detta Top 1, per tassare la fascia dell' un per cento dei più ricchi. Non una patrimoniale, ma una tassa sul reddito.