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    FOLLOW THE MONEY TRANSFER - POCHI GIORNI PRIMA DELLA STRAGE, UNO DEI TERRORISTI DEL BATACLAN INVIO’ DENARO IN ITALIA -IL PROCURATORE NAZIONALE ANTIMAFIA, FRANCO ROBERTI: “STIAMO RICOSTRUENDO LA RETE CHE PUÒ ANCHE ESSERE UN GRUPPO PREDISPOSTO A FARE ATTI DI TERRORISMO NEL NOSTRO O IN ALTRI PAESI”


     
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    Giuliano Foschini per “La Repubblica

     

    l franco roberti medium l franco roberti medium

    Nei giorni immediatamente precedenti all’attentato di Parigi del 13 novembre un uomo della banda degli attentatori del Bataclan inviò denaro in Italia. La segnalazione, arrivata dal circuito dei money transfer, è già da qualche settimana sui tavoli della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo che sta coordinando un’indagine delicatissima.

     

    A rivelarlo è stato ieri il procuratore Franco Roberti nel corso di un’audizione alle commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia della Camera. «Ci sono indagini in corso e dunque non possiamo dire di più — ha spiegato Roberti — ma abbiamo dei dati abbastanza chiari. Dopo gli attentati di Parigi abbiamo ricostruito, seguendo i money transfer, una rete che, partendo da uno degli attentatori di Parigi è finita in Italia.

     

    franco roberti franco roberti

    I flussi sono partiti dall’attentatore e sono finiti ad un tizio che stava qui in Italia. Poi da questo tizio sono partiti altri trasferimenti attraverso money transfer verso altri soggetti che stanno in Italia e all’estero. Stiamo ricostruendo la rete che può anche essere un gruppo predisposto a fare atti di terrorismo nel nostro o in altri Paesi».

     

    Il tema è molto sensibile tanto che la Dna ha creato una sezione ad hoc per gestire le segnalazioni di allarme che arrivano da Banca d’Italia o dai money transfer. Il dato di cronaca testimonia come, prima di ogni attentato terroristico, si sia registrato un flusso economico «in grado, se interpretato in tempo — spiegano fonti dell’intelligence — di evitare quello che stava per accadere».

     

    È successo per le Torri gemelle. È accaduto a Parigi e anche a Bruxelles. «Questo significa che l’unica maniera per contrastare realmente le associazioni terroristiche è essere in grado di capirne e anticiparne le mosse economiche ». Lo sanno bene i francesi che riuscirono ad arrivare al covo di Abdelhamid Abaaoud, il “master” del 13 novembre, grazie a un money transfer.

     

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    Il 17 novembre riuscirono a intercettare un uomo che, con la falsa identità di Samir Bouzid, si era presentato in un Western Union della zona di Bruxelles per versare 750 euro per Hasna Ait Boulahcen, cugina di Abaaoud che lo aiutava a nascondersi e che morirà 24 ore dopo nell’assalto del loro covo a Saint Denis. Dove le squadre speciali della polizia francese arriveranno proprio grazie a quel trasferimento di denaro.

     

    Non devono meravigliare le cifre basse: secondo una stima fatta dai servizi americani, bastano 5mila dollari per progettare e realizzare un attentato terroristico di dimensioni importanti.

     

    Per essere in grado di prevenire azioni seguendo i flussi di denaro è necessario però conoscere bene la rete dei Money Transfer. Le indagini, in Europa, si stanno concentrando in particolare su una società con sede in Olanda in grado di assicurare passaggi veloci e non sempre trasparenti. Società che ha relazioni molto forti anche in Italia.

     

    bataclan bataclan

    «Esistono — ha attaccato ieri Roberti — agenzie che hanno filiali in Italia e sede legale in Paesi europei e che difficilmente fanno segnalazioni di movimenti sospetti: così sfugge una parte di flussi potenzialmente destinati a finanziare attività terroristiche. È troppo importante — ha detto — avere gli strumenti per intervenire e prevenire. Negli attentati di Parigi e Bruxelles siamo arrivati tardi, ma ci siamo arrivati». Per questo, da tempo, il procuratore chiede l’istituzione del procuratore europeo che servirebbe come «catalizzatore dell’armonizzazione degli ordinamenti».

     

    un sopravvissuto attacco isis un sopravvissuto attacco isis

    In Italia la Guardia di finanza ha creato nei mesi scorsi il Gift, Gruppo investigativo sul finanziamento al terrorismo all’interno del Nucleo di polizia valutaria per approfondire proprio le segnalazioni di transazioni sospette che arrivano da Banca d’Italia. Al momento ci sono 14 indagini da Trento a Palermo aperte sul finanziamento al terrorismo, partendo proprio dalle segnalazioni arrivate a fronte di 597 Sos partiti nei primi sei mesi dell’anno.

     

    «La lotta alla criminalità organizzata porta l’Italia un passo avanti rispetto agli altri Paesi», spiegano ancora fonti dell’intelligence, «ma riuscire ad avere banche dati comuni con gli altri paesi europei è fondamentale per ottenere una prevenzione reale».

    un agente aiuta a evacuare i sopravvissuti tra cui un uomo ferito alla testa un agente aiuta a evacuare i sopravvissuti tra cui un uomo ferito alla testa

     

    «Ma serve anche altro — ha detto Roberti — per esempio interpreti affidabili per lingue e dialetti spesso incomprensibili. Questo è un problema serio sia per il numero esiguo che per la loro affidabilità. Serve inoltre uno sforzo in tema di tecnologia: le intercettazioni telematiche sono fondamentali. Ed è necessario imporre a tutti i provider e i colossi della rete di avere sede legale in ciascun paese: con le rogatorie diventa difficilissimo lavorare in tempi accettabili».

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