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“A PUTIN, IN UCRAINA, SONO RIMASTE SOLO LE ARMI NUCLEARI” – L’ANALISI IMPIETOSA DI “THE HILL”, CHE METTE IN FILA TUTTE GLI SCHIAFFONI RIFILATI DAGLI UCRAINI A “MAD VLAD”: “ANCHE LUI SA CHE LE ATOMICHE NON SONO UN'OPZIONE PRATICABILE O VINCENTE. LA QUESTIONE NON È PIÙ SE LA RUSSIA PERDERÀ CONVENZIONALMENTE IN UCRAINA, MA QUANDO” – GLI ATTACCHI OLTRE CONFINE DI KIEV STANNO CORRODENDO LA PATINA DI PROPAGANDA DEL CREMLINO. E ORMAI, NESSUNO PIÙ CREDE ALLA STORIELLA DELLA “OPERAZIONE MILITARE SPECIALE”

DAGONEWS

 

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“A Putin, in Ucraina, sono rimaste solo le armi nucleari”. È l’analisi tranchant che si può leggere sul sito “The Hill”, molto bene informato sulle notizie che arrivano dalla Casa Bianca.

 

L’articolo, firmato dall’ex colonnello dell’esercito Jonathan Sweet e dall’economista Mark Toth, inizia raccontando l’ultima “brutta settimana” di guerra vissuta dal presidente russo: “abbastanza brutta da lanciare criminali attacchi di rappresaglia contro obiettivi civili a Kiev, che sono comunque in gran parte falliti”.

 

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Ormai, scrivono Sweet e Toth, “anche i più fedeli propagandisti russi sono punto sconcertati dalla strategia militare autolesionista e dalla mancanza di determinazione da parte del Cremlino ad andare all-in”. Un esempio? L’opinioinsta super falco, Vladimir Solovyov, che ha invitato i cittadini russi a "riconoscere che è in corso una guerra", a "passare a un assetto di guerra" e a riconoscere che "stiamo combattendo contro la NATO", chiedendo di intensificare gli attacchi aerei sulle città ucraine.

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“A sedici mesi dall'inizio della guerra – continuano Sweet e Toth - Putin e i suoi generali non hanno ancora una strategia chiara. Le forze di terra russe sono state sbaragliate e umiliate di continuo. Intere formazioni con i loro ufficiali si sono arrese. I missili Storm Shadow forniti dal Regno Unito colpiscono impunemente luoghi un tempo considerati non a rischio.

 

Nemmeno il confine russo è sicuro. Elementi del Corpo Volontario Russo filo-ucraino, insieme alla Legione Libertà della Russia, lo hanno dimostrato il 22 maggio, quando hanno condotto un raid nell'Oblast' di Belgorod. Anche i cieli sopra Mosca rimangono porosi.

 

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L'attacco di un drone al pennone del Cremlino prima della parata del 9 maggio per il Giorno della Vittoria è stato ripetuto il 30 maggio, suscitando ancora una volta l'ira dell'amministratore delegato di Wagner Yevgeny Prigozhin e dell'ultranazionalista Igor Strelkov per l'incapacità di Putin di proteggere i cittadini russi che vivono nella capitale”.

 

Non basta più nemmeno la propaganda: la Guerra è arrivata a casa. Eppure, il ministro della difesa, Sergei Shoigu, nonostante le evidenze, il 30 maggio ha avuto il coraggio di parlare di incredibili successi sul campo di battaglia: "Le truppe russe continuano a infliggere un fuoco efficace al nemico", ha scritto.

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Shoigu ha poi affermato che la Russia ha colpito un sistema missilistico statunitense Patriot a Kiev e ha "liquidato" 70 incursori ucraini durante una "operazione antiterrorismo a Belgorod". Ha infine concluso, affermando che sono stati distrutti otto droni ucraini lanciati in una "azione terroristica contro i civili" a Mosca. Scrive “The Hill”: “Gli ufficiali militari riuniti in platea si sono seduti stoicamente, ascoltando quella che hanno riconosciuto essere una propaganda farsesca del Cremlino”.

 

vladimir putin e il nucleare

Eppure, nonostante le dichiarazioni russe, gli attacchi con i droni hanno fornito un altro duro colpo psicologico, “che sta intaccando la crosta della psiche russa”. Scrivono Sweet e Toth: “Quella che è stata descritta come ‘operazione militare speciale’ è giunta al 16° mese e, come ha spiegato Igor Girkin, un'operazione militarmente limitata come l'operazione militare speciale non avrebbe dovuto comportare attacchi ucraini "contro Mosca, dove fin dai tempi sovietici c’era  il miglior sistema di difesa aerea e missilistica della Russia".

 

Jonathan Sweet

Ancora, si legge su “The Hill”: “Mentre i missili e i droni russi perdono efficacia contro una rete di difesa aerea integrata fornita dagli Stati Uniti e dalla NATO, Putin torna a minacciare implicitamente un'escalation nucleare e disastri ambientali simili a quelli di Chernobyl.

 

La settimana scorsa Putin ha firmato due documenti destinati a inviare un messaggio nucleare agli Stati Uniti e alla NATO. Il primo prevedeva il dispiegamento di armi nucleari tattiche in Bielorussia.  Lunedì, poi, Putin ha firmato una legge che ritira la Russia dal Trattato sulle forze armate convenzionali in Europa.

 

PUTIN RISCHIO BOMBA ATOMICA

Entrambi i decreti stanno creando una nuova dimensione inquietante per quanto riguarda le quattro regioni ucraine annesse illegalmente da Mosca: Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia. In passato, Putin ha giurato di difendere i territori russi, "comprese le regioni annesse, con qualsiasi mezzo a disposizione dell'esercito, comprese le armi nucleari".

 

“Nuovi rapporti del Ministero della Difesa ucraino del 26 maggio suggeriscono che la Russia stia pianificando un grave incidente alla centrale nucleare di Zaporizhzhia in un'operazione "falsa bandiera" per "ostacolare l'imminente controffensiva dell'Ucraina". Fingendo un attacco ucraino alla centrale e causando "la fuoriuscita di sostanze radioattive", il Cremlino starebbe prevedendo di poter "innescare un'indagine internazionale che richiederebbe un cessate il fuoco, consentendo alla Russia di utilizzare l'interruzione dei combattimenti per prepararsi meglio alla controffensiva ucraina".

vladimir putin

 

Concludono Jonathan Sweet e Mark Toth: “I giochi continuano, solo che questa volta è l'Ucraina a dettare le condizioni. Attacchi in profondità, incursioni, ricognizioni in forze, sforzi di supporto, sforzo principale: il capo di stato maggiore russo, Valery Gerasimov, deve ora prepararsi a tutte le eventualità lungo un fronte di 900 miglia. Nel frattempo, l'esercito ucraino si rafforza e il soldato russo nella sua tana di volpe non può che interrogarsi.

 

A Putin, in sostanza, sono rimaste solo le sue bombe atomiche in Ucraina. E anche lui probabilmente sa che non sono un'opzione praticabile o vincente. La questione non è più se la Russia perderà convenzionalmente in Ucraina, ma quando.