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Claudio Marincola per Il Messaggero
RENATA POLVERINI CON LA PISTOLA jpeg
RENATA POLVERINI
Dice che non si sente sotto accusa. Che Renata Polverini ha sbagliato «a sparare a zero sul Consiglio e a tirarsi fuori del tutto». E aggiunge che «è pronto a ricandidarsi». Come se Alfano avesse chiesto di rottamare tutti i consiglieri del Pdl tranne lui. Per Mario Abbruzzese presidente dell'Assemblea laziale insomma è come se non fosse successo niente. Intorno a lui collaboratori ed ex portaborse della Pisana fanno gli scatoloni, si preparano a lasciare gli uffici.
C'è aria di smobilitazione. Ma la primavera araba che in poche ore ha disintegrato la giunta Polverini non lo ha toccato. Si scompone un po' solo quando dice «la governatrice sapeva dei fondi» e anche «della distribuzione ai consiglieri». Salvo aggiungere che però probabilmente Renata «non sapeva come venivano spesi». Frasi pronunciate ieri mattina prima di lasciare la sua Cassino e partire per Roma.
Ora che spuntano però altre carte viene da chiedersi se la governatrice sapesse davvero tutto. Anche delle spese decise dall'ufficio di presidenza: somme elargite a giornali, tv locali e testate online. L'8 novembre del 2011 l'ufficio di Abbruzzese deliberò di stanziare un milione e 4 mila euro «per la comunicazione».
Tra i beneficiari 7 testate ciociare: 10 mila euro a Flash Magazine Comunication; 20 mila a La Provincia; 70 mila a Teleuniverso; 20 mila al Giornale di Fiuggi; 25 mila a Extra Tv; 30 mila a Qui Magazine e infine 50 mila all'Inchiesta, giornale online che ancora ieri non aveva la notizia delle dimissioni della Polverini, fermo al 17 aprile scorso.
Spuntano fuori anche altre fatture. Ad esempio quei 7.050 euro spesi per la «consulenza immagine». Consigli per il look da tenere, pare. Se la caduta della Polverini è un colpo duro per il centrodestra, più duro ancora è per la Ciociaria. Nella Provincia di Frosinone sono nati 8 consiglieri, di cui tre originari di Cassino, (oltre ad Abbruzzese anche Annalisa D'Aguanno e Francesco Storace).
Ma in realtà l'elenco è molto più lungo. Giulio Andreotti e Franco Evangelisti sono la preistoria. Gli equilibri sono cambiati. A contare in questi anni sono stati soprattutto Antonio Tajani, originario di Ferentino, e Alfredo Pallone (Frosinone). Furono loro, i due ex capi di Forza Italia, a convocare la loro corrente il 2 settembre scorso all'Abbazia di Casamari, terra di Fiorito. E' li che fu ufficialmente dichiarata la guerra a Batman, «coordinatore provinciale di un partito senza guida».
FRANCESCO STORACE
MARIO ABBRUZZESE jpeg
Un elettorato coccolato, quello ciociaro. Con interventi ai Comuni, stanziamenti per il Cosilam di Cassino, il Consorzio per lo sviluppo del Lazio meridionale, o per il Consorzio di bonifica della Valle del Liri, l'ente da dove partì la scalata di Abbruzzese.
In questi due anni il presidente del Consiglio regionale, (stipendio 251 mila euro) ha potuto contare sulle buone relazioni con i suoi conterranei del centrosinistra. Primo fra tutti l'eurodeputato Pd Francesco De Angelis e il suo vice-capo di gabinetto Giacomo D'Amico, che aveva lo stesso ruolo anche durante la gestione Marrazzo. Una lobby trasversale, dunque, dove può succedere anche che un assessore transiti da uno schieramento all'altro (Alessandra Mandarelli) solo perché è originaria di Ceccano.
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