DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON…
Monica Rubino per www.repubblica.it
"Spostarsi a destra non paga. Abbiamo lasciato troppo spazio a Salvini, alle sue modalità comunicative. E gli elettori hanno scelto l'originale". La lucida analisi del deludente risultato dei cinquestelle alle regionali abruzzesi è della senatrice M5s Elena Fattori, che aggiunge: "Non lo chiamerei un crollo - non siamo mai stati forti sui territori - ma un segnale. Io dico da sempre che il Movimento è una realtà particolare, ha uno spirito eclettico e come tale va tutelato. Il fatto di aver lasciato così tanto spazio alle propaganda di Salvini e alle sue modalità di comunicazione è stato un errore. Il popolo pentastellato è più pacifico, dobbiamo mantenere il nostro stile comunicativo oltre che i nostri contenuti".
sara marcozzi con luigi di maio sulla neve 1
Secondo la senatrice, i risultati di questa tornata amministrativa non avranno conseguenze sul governo: "Non conviene neanche a Salvini staccare la spina adesso, il centrodestra compatto non ha una valenza nazionale, ma solo locale". E non impatteranno nemmeno sul voto sull'autorizzazione a procedere per Salvini nel processo Diciotti: "Io voterò si, ma l'orientamento generale è per votare no", conferma Fattori.
Di fatto, sebbene la candidata pentastellata Sara Marcozzi cerchi di alleggerire il colpo, la disfatta del M5s è il dato più evidente di questa tornata elettorale. E si va verso la richiesta di un'assemblea a Luigi Di Maio. Il Movimento, che alle politiche del 4 marzo 2018 conquistò largamente l'Abruzzo con il 39,8% e 303.006 voti, questa volta esce mortificato dalle urne, fermandosi al 20.2% con 117 mila voti: quasi 200 mila quelli perduti. Ed è stato più che doppiato dalla coalizione di centrodestra (48%) che ha portato alla vittoria Marco Marsilio. E superato anche dal centrosinistra che, presentandosi unito, ha conquistato il 31.3%.
SALVINI CON IL PUPAZZO DI DI MAIO
Marcozzi in tarda notte al suo comitato elettorale ha parlato di "sconfitta della democrazia", rappresentata dall'avere "permesso di partecipare alle elezioni a otto liste create poco prima delle elezioni". Si è rammaricata del fatto che gli abruzzesi "hanno ceduto a un candidato neanche abruzzese", ha rivendicato di aver "lavorato sui temi e non sulla propaganda" insieme al fatto che "non abbiamo portatori di voti, noi". Ha definito una "débâcle" quella del Pd e di Forza Italia ("dovrebbero farsi un esame di coscienza"). Per poi consolarsi guardando per il suo partito alle scorse regionali invece che alle politiche, spiegando che "noi confermiamo il risultato delle amministrative del 2014".
Quanto i risultati dell'Abruzzo possano influire sull'assetto del governo giallo-verde in realtà è ancora presto per dirlo. Di certo l'indebolimento di uno dei due soci della maggioranza non farà che aumentare le divisioni interne. Dalla Tav alle trivelle, dalla posizione sul Venezuela ai migranti, i temi e gli argomenti di divisione profonda tra Lega e M5s sono sempre più numerosi.
Il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ammette: "Certamente c'è un pò di delusione perchè se avessimo vinto avremmo dato una enorme mano a quella popolazione".
LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE
Mentre il senatore pentastellato Gianluigi Paragone prova a ridimensionare la sconfitta e afferma a Radio Cusano Campus: "Evidentemente gli abruzzesi sono soddisfatti della gestione del centrosinistra e di quella del centrodestra nel recente passato. Subito dopo le politiche non abbiamo vinto in Molise e in Friuli, quindi il voto delle amministrative è marginale e si prendono in considerazione aspetti della quotidianità, è un voto che riguarda soprattutto la sanità".V
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