COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA…
Estratto dell’articolo da “la Repubblica – ed. Roma”
Renato Papagni, presidente di Federbalneari, ha staccato un assegno da 4 mila euro per la campagna elettorale di Mario Falconi, candidato Pd a Ostia alle ultime Comunali poi eletto presidente del X Municipio.
Falconi era presente alla passeggiata al pontile dove il sindaco Roberto Gualtieri, come documentato da Repubblica, è stato avvicinato a sua insaputa e nel silenzio dei dem del litorale da Roberto "Er Nasca" De Santis. Un nome noto. Si tratta del boss poi arrestato con Paolo Papagni, fratello di Renato, per aver tentato un'estorsione ( aggravata dal metodo mafioso) ai danni di Barbara Mezzaroma.
Ma torniamo al bonifico. Il versamento di Federbalneari a Falconi è arrivato proprio nelle ultime settimane di campagna elettorale. […]
ROBERTO GUALTIERI ROBERTO DE SANTIS
Lo stesso presidente Mario Falconi conferma: «Non mi sono occupato della parte finanziaria. Posso però garantire che è stato fatto nel pieno rispetto delle normative vigenti e chiunque abbia voluto liberamente contribuire alla campagna elettorale non avrà da parte nostra trattamenti particolari o di favore». Proprio in questi giorni entreranno in vigore gli aumenti dei canoni per le concessioni delle spiagge. Una novità che non manderà in bancarotta i balneari: un medio stabilimento fattura oltre 3 milioni a stagione. Il vero banco di prova sarà la scadenza delle concessioni, attesa per la fine del 2023, e la loro riassegnazione.
Per quanto riguarda il versamento al Pd di Ostia, pesa il nome del presidente di Federbalneari. Da decenni i fratelli Papagni, a cui sono riconducibili gli stabilimenti deluxe Le Dune e Tibidabo, sono volti noti per le inchieste giudiziarie e le connessioni con la classe politica locale.
I dem, almeno in parte, non fanno eccezione: Mario Falconi è il punto di riferimento della corrente che ha sempre tessuto forti rapporti con Papagni e i balneari. Fin dagli anni di Mafia Capitale. Quell'inchiesta ha rischiato di spazzare via una intera generazione del Pd, la corrente che a Ostia faceva capo a Francesco D'Ausilio, all'epoca capogruppo dem in Comune, e che intanto vedeva crescere enfant prodige come Giovanni Zannola, Giuseppe Sesa, Antonio Caliendo, Marco Belmonte.
"Er Nasca", al tempo, era già un nome conosciuto: nel 2007 aveva gambizzato a Casalpalocco un mammasantissima come Vito Triassi. Ma a Ostia tutto cambia per non cambiare. Mafia Capitale brucia l'ex minisindaco Andrea Tassone. E il resto della classe dirigente del Pd del litorale? Non è stata toccata dall'inchiesta e ora ha ruoli di spicco: oggi Zannola è presidente della commissione capitolina Trasporti, mentre in Municipio Antonio Caliendo è assessore con delega al Litorale e Giuseppe Sesa ha quella al Bilancio. Sono membri di una giunta che avrebbe dovuto ospitare una figura nuova, esterna ai dem. All'inizio è stata quella di Ilaria Meli, docente di Criminalità organizzata all'Università di Milano. In odore di nomina ad assessora alla Legalità per abbattere il lungomuro e fare luce sugli intrecci fra politica e balneari, è stata allontanata da Ostia dopo pochi giorni.
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