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Antonio Pitoni per "la Stampa"
Dal Vangelo secondo Matteo cita l'invito «a passare per la porta stretta». Perché, come diceva Paolo VI, la politica «è la forma più alta di carità ». Accolto da applausi e ovazioni, Angelino Alfano indottrina il popolo del Nuovo Centrodestra che affolla il Tempio di Adriano: «Una scelta scomoda, la nostra porta stretta, ma anche la strada giusta», profetizza l'ex delfino di Berlusconi dal quid ormai ritrovato. Il battesimo, quello ufficiale, si terrà il 7 dicembre a Roma. Quando sarà presentato anche il simbolo del partito. La rotta delle ex colombe del Pdl, però, è già tracciata. «Far tornare a vincere il centrodestra», promette il leader di Ncd.
Una scelta sofferta, quella della scissione, confessa Alfano: «Lo diciamo con grande amicizia nei confronti di Berlusconi. Caro presidente, qui c'è gente che le vuole bene, ma che si era stancata dell'idea che il centrodestra finisse in mano a radicali ed estremisti». Quei falchi che «violentano ogni giorno la capacità di sintesi e di equilibrio» del Cavaliere. Con la nuova Forza Italia nascerà , d'altra parte, una coalizione per volere dello stesso Berlusconi. Strade separate, ma all'insegna del divide et impera.
Perché il problema non è l'ex premier, ma la convivenza impossibile con i suoi colonnelli. Che, dalla sponda di Forza Italia, non perdono occasione di sottolineare. «Altro che noi estremisti e loro moderati! Alfano e il suo Ncd sono come quelle cellule di terroristi che col sorriso sulle labbra e vigliaccamente sparavano alle spalle dei loro obietti», tuona Daniela Santanchè. «Non si capisce come un serio e rispettabile moderato come Alfano abbia potuto confondersi per anni con tanti estremisti», ironizza Raffaele Fitto.
Arrivando a mettere perfino in dubbio la rinnovata dichiarazione di affetto del leader di Ncd nei confronti di Berlusconi: «Ormai tutta l'Italia ha potuto conoscere e apprezzare la lealtà , la correttezza e soprattutto la sua grande riconoscenza verso il suo benefattore». Gli risponde Paolo Naccarato, archiviando come «sconsiderati» e «poveri di argomenti» gli attacchi di Fitto. La prova della «propensione estremistica» di un pezzo del centrodestra.
Il dado, insomma, è tratto. L'obiettivo? Almeno un circolo di Ncd in ogni comune italiano entro Natale, promette il vicepremier. Con un impegno preciso: «Cancellare ogni forma di centralismo partitocratico, dare vita ad un movimento federale che sposterà tutti i poteri sui territori. Poi una legge elettorale che restituisca potere di scelta ai cittadini e la selezione della classe dirigente in base al merito. Sarà il partito di chi ha i voti».
Maurizio Lupi, «in versione Pippo Baudo» (ma ricorda più Gianni Morandi), si improvvisa presentatore, smistando gli interventi: pochi minuti a testa per un esponente del Nuovo centrodestra di ogni regione d'Italia davanti alla platea dei big. Da Schifani a Sacconi, da Quagliariello a Formigoni, da Lorenzin a De Girolamo. «Non abbiamo ancora una sede, ma solo un'e-mail - confida il ministro alle Infrastrutture -. Eppure, in meno di una settimana, i numeri ci danno ragione: 30 senatori, 29 deputati, 7 eurodeputati e 88 consiglieri regionali».
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