DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
COMMENTI AL POST DELLA MELONI SU “X”
Se sta scrivendo la Finanziaria come sceglie i colori dei vestiti un pugno nell'occhio. D'altronde, state lasciando tutti al verde: ci sta ce ne sia in abbondanza in questa foto. PS. non credo che oggi in Emilia Romagna sorridano.
Le vostre promesse di crescita e credibilità suonano vuote quando la realtà è ben diversa. La retorica continua non nasconde il fatto che molti cittadini stanno ancora lottando, e ci sono poche prove di un vero progresso. È ora di smettere con gli slogan e affrontare i veri problemi
MEME GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI
MELONI
Estratti da corriere.it
È ancora sui social che la premier Giorgia Meloni torna a parlare dopo le ultime ore di grande tensione politica, dal rimpatrio dei migranti in Albania alla polemica per la mail del magistrato Marco Patarnello. «Finché avremo il sostegno dei cittadini, continueremo a lavorare con determinazione, a testa alta, per realizzare il nostro programma e aiutare l'Italia a crescere, diventare forte, credibile e rispettata», scrive la premier in un post che la vede ritratta sorridente in primo piano. «Lo dobbiamo agli italiani, a chi ci ha scelto e a chi, pur non avendo votato per noi, spera che facciamo bene il nostro compito. Al lavoro, senza sosta, senza paura».
GIORGIA MELONI CONTRO I MAGISTRATI
Sostegno alla premier arriva anche dal suo vice, Matteo Salvini. Secondo il leader della Lega il sostituto procuratore della Corte di Cassazione, Marco Patarnello, «non dovrebbe più essere al suo posto, molto banalmente. Ci sono più di nove mila magistrati in Italia, la stragrande maggioranza fanno liberamente e positivamente il loro lavoro. Se c'è qualcuno che ha preso il tribunale per un centro sociale e per un luogo di vendetta politica ha sbagliato mestiere, molto semplicemente». Per Salvini, se qualcuno vede il nemico nel sindaco, nel governatore, nel ministro, «è un problema» e a chi verificare la veridicità della mail, Salvini risponde: «Quindi, ci saremmo costruiti la mail noi? Ci facciamo le auto-mail di finti magistrati? A volte sbagliano anche i giornali. Diciamo che se fosse vera, sarebbe di una gravità inaudita e comporterebbe l'immediato licenziamento».
«Lasciate che dica che noto un silenzio assordante di molti, di troppi, sulle dichiarazioni di un magistrato, Paternello, su cui non ho bisogno di fare commenti». Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa, a margine dell'assemblea generale di Assolombarda, a proposito della mail del magistrato Marco Paternello sulla premier Giorgia Meloni. «Perché le sue parole, a differenza di altre, sono chiarissime e io mi aspetterei un'attenzione su questo.
GIORGIA MELONI A BEIRUT - FOTO LAPRESSE
Lì le parole sono chiare, qualcuno vuole astenersi dal commentare? Fatti suoi», ha concluso La Russa. Duro con il giudice anche Matteo Renzi che dice: «Meloni manderà un mazzo di rose rosse al giudice. Stava sotto a un treno sui migranti ma quella email permette a Giorgia Meloni di fare la vittima. Ha tentato di fare Wonder woman ed è andata a sbattere contro un muro -ha aggiunto il leader di Iv-. Solidarietà ai magistrati attaccati dal governo perché hanno fatto applicare la legge, ma la prossima volta anziché scrivere in chat scrivete sentenze».
migranti in albania - vignetta by vukic
Sul caso Albania il M5s annuncia di aver presentato un esposto alla corte dei Conti mentre, a poche ore dal cdm in cui si parlerà di migranti, il governo prende posizione. «È una priorità assoluta combattere chi sfrutta il legittimo desiderio delle persone di trovare condizioni di vita più favorevoli per ingrassare i propri profitti. Il governo è determinato a smantellare queste reti criminali e a debellare il traffico illegale di esseri umani, che alimenta gli interessi degli schiavisti del Terzo Millennio», sottolinea la premier Giorgia Meloni in una dichiarazione diffusa da palazzo Chigi- Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, invece sottolinea quanto «sia importante superare le posizioni talvolta ideologiche di chi continua a farsi sostenitore di un'accoglienza indiscriminata anche quando questa finisce, di fatto, per favorire i vergognosi interessi di gruppi criminali».
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