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Flavia Amabile per La Stampa.it
Gianni Alemanno, sindaco di Roma, ne è convinto. E ha ripetuto anche due volte in pochi giorni lo stesso concetto, l'ultima durante la conferenza stampa di ieri per annunciare la partenza dei lavori di restauro del Colosseo finanziati dal gruppo Tod's. Un intervento «così forte, così complessivo» ma anche «così significativo, così organico» non avveniva da 73 anni, afferma. «L'ultima volta si è visto nel 1938-39», spiega.
Vale a dire nel pieno dell'epoca fascista. Due giorni fa anche precisato di essere stato lui a chiedere l'intervento di un privato e ieri ha sottolineato di essere stato il primo a ricevere Diego Della Valle e solo dopo è stato 'coinvolto' il ministero dei Beni Culturali.
Insomma se fra tre anni Roma riuscirà ad avere un Colosseo ripulito, restaurato e libero da auto, ambulanti e camion bar è merito suo. E, prima di lui, soltanto Mussolini aveva fatto altrettanto.
Una ricostruzione che gli esperti del settore smentiscono. Rossella Rea, direttrice del Colosseo: «In realtà quelli del '38-39 furono lavori eseguiti soltanto nei sotterranei ed erano un completamento delle opere iniziate nell'Ottocento».
Dunque Mussolini non può essere ricordato per i suoi interventi risolutivi per il Colosseo?
«Tutt'altro. à ricordato per l'apertura dei Fori Imperiali e la distruzione della collina Velia con il suo patrimonio archeologico. Amava usare il Colosseo per le adunate fasciste e sono documentati i danni commessi in questo periodo. I pochi restauri compiuti in alcuni casi sono anche stati sbagliati e siamo dovuti intervenire in seguito per cancellare gli errori».
Quali furono gli errori?
«Ad esempio non sono state comprese le canalizzazioni. Furono chiuse. Oppure le celle per la gabbia delle belve che non erano tali».
Insomma una frase sbagliata da un punto di vista storico quella del sindaco Alemanno?
«Sbagliata e anche pretestuosa. In anni recenti ci sono stati altri grandi restauri: da quello della Banca di Roma ad un intervento durante gli anni Settanta che vide addirittura la chiusura al pubblico del monumento. E per finire gli interventi realizzati pochi anni fa quando Roberto Cecchi era commissario. Sarebbe stato più opportuno stendere un velo pietoso su quanto avvenuto negli anni del fascismo».
Gianni Alemanno GIANNI ALEMANNO E DIEGO DELLA VALLE AL COLOSSEO benito mussolini
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