DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
BOSSI ATTACCA SALVINI E INCITA ALLA RIVOLTA “DIMENTICATO IL NORD ORA UN NUOVO LEADER”
Estratto dell’articolo di Federica Venni per “La Repubblica”
UMBERTO BOSSI CON I MILITANTI LEGHISTI A GEMONIO
«Oggi non è politica, è amore». Amore condito però da diverse stoccate dritte dritte a Matteo Salvini. «Serve un nuovo leader», sillaba Umberto Bossi. Che si gode la torta di cioccolato per i 40 anni della Lega e la processione davanti alla sua casa, la casa del fondatore. Dress code: maglie verdi rigorosamente anti-Salvini. […]
Agli ospiti di Bossi, un centinaio tra militanti della prima ora e storici dirigenti della fu Lega Nord, importa poco che il giorno ufficiale del compleanno fosse venerdì. Tanto pure gli altri, quelli di «quella roba là» che nemmeno riescono a chiamare Lega, festeggiano fuori data, con una risottata stamattina a Varese. Il Senatur è un fiume in piena, nel giardino della sua villa. E di politica, a dispetto delle premesse, ne emerge parecchia. L’ex segretario critica il governo Meloni che «non ha i soldi» e senza i quali «è difficile fare le cose».
ALBUM 40 ANNI DI LEGA BOSSI E SALVINI
Ma soprattutto: «Alla Lega serve un nuovo leader», dice Bossi affiancato dal figlio Renzo, che fa gli onori di casa, e da Giuseppe Leoni che il 12 aprile del 1984 era con lui a Varese a firmare la nascita della Lega Autonomista Lombarda, antenata della Lega Lombarda. «Serve un nuovo leader che vada nella direzione dell’autonomia e che rimetta al centro la questione settentrionale». Qualcuno lancia il nome del ministro Giorgetti e Bossi coglie al volo: «Giorgetti è uno bravo, ma non dico niente se no lo massacrano». E poi, aggiunge, «se la base non approva i programmi, non vai da nessuna parte».
[…] Il segretario e vicepremier incassa il colpo: «Alle critiche di Umberto Bossi sono abituato da trent’anni, ne parlo anche nel mio libro che uscirà a fine aprile. Le ascolto con attenzione e gratitudine, rispondo solo che vederlo in salute è il miglior regalo per questa festa». E il suo fedelissimo, il vice Andrea Crippa: «Senza Salvini che l’ha portata al 35% ora non esisterebbe più la Lega».
A Gemonio, però, i militanti non sono proprio d’accordo: «Salvini traditore», si legge su un cartello. Qualcuno di loro, come Pier Italo Bosio da Rovato, ha provato l’esperienza del Comitato del Nord ma senza troppo entusiasmo: «Sono tesserato dall’87, resto un leghista nordista, autonomista e non salviniano». La «stagione del carisma di Bossi è finita » e «Salvini ha tradito un sogno» dice malinconico Roberto Castelli che insieme a Paolo Grimoldi ha organizzato quella che «doveva essere una giornata a sorpresa» per il fondatore.
Tra gli storici del partito ci sono anche Luca Leoni Orsenigo (trent’anni fa, in piena Tangentopoli, sventolò un cappio in Parlamento contro il decreto che depenalizzava il finanziamento illecito ai partiti) e Roberto Bernardelli, fondatore del movimento Grande Nord. Che con Salvini non va tanto per il sottile: «Abbia almeno il buon gusto di togliere la parola premier dal simbolo, e comunque quella non è certo la Lega». «PadaniaLibera!», urla qualcuno accanto al sagrato della chiesa di San Rocco. «Viva il ponte!», scherza una militante riferendosi a quello sullo Stretto di Messina, simbolo della virata sudista del Carroccio. […]
salvini al congresso della lega
IL MINISTRO PROVA A RESISTERE PER GIOCARSELA AL CONGRESSO MA TEME UN DIRETTORIO
Estratto dell’articolo di Emanuele Lauria per “La Repubblica”
[…] Matteo Salvini […] non ha alcuna intenzione di arretrare ed è convinto di avere già concesso ai suoi rivali interni, sempre di più, tutto quello che gli veniva chiesto. Ovvero una maggiore attenzione al Nord con la riforma Calderoli (che però difficilmente sarà approvata prima delle Europee), la celebrazione del congresso federale in autunno, un timido allontanamento dall’estrema destra che anche il “moderato” Giancarlo Giorgetti ha sottolineato: «Durante gli ultimi eventi Alternative für Deutschland non era sul palco».
Ecco perché il segretario della Lega è irritato, davanti alle bordate di Umberto Bossi che dà voce a un malessere comune per un crollo dei consensi negli antichi feudi padani. Malessere che, in modo aperto e non attraverso gli spin, hanno in qualche modo lasciato trapelare pure i capigruppo in Parlamento Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo. Salvini, dopo le esternazioni del Senatur nella sua villa di Gemonio, dissimula il risentimento («alle sue critiche sono abituato da 30 anni») e consegna ad Andrea Crippa, il suo vice più fidato, la risposta: «Senza Salvini la Lega non esisterebbe. Ne parleremo quando ci sarà il congresso».
Due concetti chiari, a sentire chi sta dentro l’inner circle del leader in affanno. Il primo lo spiega un deputato “lealista” lombardo: «Quelli che oggi sono andati a trovare Bossi sono gli stessi che l’hanno lasciato affondare nel fango del caso Belsito, dei diamanti in Tanzania». Il secondo concetto riguarda appunto la sfida: il numero uno di via Bellerio invita chi lo critica a confrontarsi con lui in un congresso federale che dovrebbe finalmente svolgersi entro fine anno.
MATTEO SALVINI GIANCARLO GIORGETTI
Salvini vuole fare leva sul fatto di avere ancora in mano i vertici del partito, grazie allo zoccolo duro di commissari nominati ovunque, di eletti da lui messi in lista e della mole di tessere che un Sud corteggiato con la promessa del Ponte gli garantisce. Le assise locali celebrate sinora, d’altronde, premiano il segretario.
Ma molto dipenderà dall’esito delle Europee, cui Salvini guarda con apprensione, adirato anche per la campagna acquisti che Forza Itala sta facendo ai suoi danni, a partire dal Veneto dove manovra l’ex leghista Flavio Tosi. Bossi ha acceso insomma la miccia di un ordigno politico che potrebbe esplodere il 10 giugno.
GIANCARLO GIORGETTI - MATTEO SALVINI
In caso di disfatta, sarebbe complicato per il Capitano resistere alla pressione di chi gli rimprovera di non avere azzeccato una mossa dal Papeete in poi, con l’avanzata di un direttorio per gestire la transizione verso un’alternativa: Max Fedriga più che Giorgetti, il preferito da Bossi, che però non ha grande voglia di cimentarsi con la gestione del movimento. Certo è che ciò che Salvini voleva evitare, la prospettiva che la ricorrenza per i 40 anni della Lega lombarda di Bossi si trasformasse in un boomerang, è puntualmente accaduto. […]
massimiliano fedriga giorgia meloni matteo salvini e massimiliano fedriga
Ultimi Dagoreport
DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
FLASH! – MARIA ROSARIA BOCCIA CONTRO TUTTI: L’EX AMANTE DI GENNY-DELON QUERELA SANGIULIANO (GIÀ…
DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI…
DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA…