“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Carlotta Scozzari per Dagospia
All'assemblea di Monte dei Paschi di Siena, mentre le luci del palcoscenico illuminavano lo scontro tra i vertici della banca e la Fondazione prima socia, nell'ombra si consumava un tradimento. Quello cioè compiuto dai fondi della banca d'affari svizzera Ubs azionisti di Mps nei confronti della società di consulenza della propria casa madre.
Ubs, infatti, da mesi stava lavorando al fianco del presidente della banca di Rocca Salimbeni, Arrogance Profumo, e dell'amministratore delegato, Fabrizio Viola, per organizzare l'aumento di capitale da 3 miliardi da chiudere già entro questo mese con il connesso consorzio di garanzie composto dagli istituti di credito, che la stessa banca svizzera avrebbe dovuto guidare.
Del resto, Arrogance e l'amministratore delegato, Sergio Ermotti, sono amici da anni. Basti pensare che fu Profumo a volere in Unicredit al suo fianco il banchiere di Lugano tra i top manager e che Ermotti lasciò la banca di Piazza Gae Aulenti (ex Piazza Cordusio) proprio poco dopo la tumultuosa uscita di Arrogance del settembre del 2010. L'asse tra Profumo ed Ermotti, perciò, ha avuto modo di rinsaldarsi in occasione dell'aumento di capitale da 3 miliardi, che i due avevano studiato nei dettagli e che nei piani si sarebbe dovuto concretizzare entro questo mese (scadenza che sarebbe coincisa con quella del consorzio di garanzia).
Peccato soltanto che la Fondazione Monte dei Paschi, prima azionista al 33,5% e guidata dalla presidentessa Antonella Mansi, non abbia gradito la tempistica dell'operazione. Per questo motivo, l'ente, all'assemblea di fine 2013, ha votato "no" alla proposta dei vertici della banca, facendo slittare la ricapitalizzazione da gennaio a maggio, così da avere più tempo per vendere azioni Mps e alleggerire il debito da 340 milioni. Ma, Fondazione a parte, in occasione dell'aumento di dicembre, un altro "no", decisamente meno scontato, si è levato verso l'operazione studiata da Profumo e Viola con l'ausilio di Ermotti: quello dei fondi di Ubs.
Come emerge dai verbali dell'assemblea di Mps, appena depositati, tra coloro che hanno bocciato la proposta del consiglio di amministrazione, e quindi dei vertici, ci sono anche Ubs global asset management life, Ubs fund management (Luxembourg) e Ubs Etf. Tutti fondi che, per carità , insieme non assemblano nemmeno 1 milione di azioni della banca, ma è comunque curioso notare come i loro gestori abbiano avuto l'ardire di schierarsi contro un'operazione che era stata benedetta dal grande capo della loro casa madre, Ermotti. A questo punto, sarà da vedere come i fondi di Ubs si comporteranno in occasione dell'aumento di capitale di maggio: parteciperanno o lasceranno perdere?
Intanto, dai verbali emerge anche che le grandi cooperative azioniste di Mps, strutture generalmente legate agli ambienti politici del centro-sinistra, hanno votato in maniera difforme. La Unicoop Firenze di Turiddo Campaini (che nel passato recente sedeva anche nel consiglio di amministrazione della banca), con i suoi 117 milioni di azioni, pari a quasi l'1% del capitale, si è astenuta sul voto; mentre Coop centro Italia, che direttamente e indirettamente con la sua finanziaria Coofin può contare su oltre 200 milioni di azioni (circa l'1,7% del capitale), ha votato a favore dell'operazione disegnata da Profumo e Viola.
mpsSergio Ermotti Profumo Presidente di Banca Mps insieme a Riffeser e Giuseppe Guzzetti il Presidente Acri la casi tutte le Fondazioni Bancarie Italiane
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