la marcia degli honduregni verso gli usa

AMERICA FATTA A MAGLIE - SONDAGGI, UMORI E ARDORI A DUE SETTIMANE DAL MIDTERM: UNA MANO A TRUMP LA POTREBBERO DARE I PIÙ DI 7MILA CHE MARCIANO VERSO GLI STATI UNITI DAL MESSICO. VE LO IMMAGINATE L'EFFETTO DELL'ESERCITO SCHIERATO A DIFENDERE I CONFINI? UN ALTRO AUTOGOL DEM? - IL GURU NATE SILVER DICE CHE LA CAMERA PER I REPUBBLICANI È PERSA, MA BERNIE SANDERS AMMETTE CHE ''L'ONDA BLU'' SI È GIÀ INFRANTA E SI GIOCA TUTTO SUL FILO - IL PRESIDENTE FA PACE COI REPUBBLICANI MA GIÀ GUARDA AL 2020

 

 

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

la marcia dei migranti honduregni verso gli usa

Una mano a Trump la potrebbero dare i più di 7mila che marciano verso gli Stati Uniti dal Messico. Ve lo immaginate l'effetto dell'esercito schierato a difendere i confini? Immigrazione e sicurezza sono il “New Black”, smuovono i sentimenti di rabbia e paura più profondi, in tutto il mondo. Potrebbe perciò essere stato un autogol da parte dei potenti organizzatori che hanno messo su la marcia partita dall'Honduras, un autogol del tipo già commesso con lo scandalo Kavanaugh.

 

Marcia o no, Nate Silver, guru dei sondaggi, comunica che la Camera tornerà in mano ai democratici, che non ci sono quasi dubbi a due settimane esatte dal voto di midterm del 6 novembre, e che questa scelta non ha nulla a che fare con la crescente popolarità di Donald Trump e del suo governo. Nate Silver nel 2016 sbaglio’ clamorosamente, vedremo questa volta.

 

Per esempio non la pensa come lui un vecchio pirata della politica come Bernie Sanders, esponente di sinistra dei democratici, che quasi strappo’ la candidatura a Hillary Clinton nonostante il boicottaggio del partito, che ha già annunciato che si ricandida del 2020 perché evidentemente la lunghezza della vita giustifica l’irriducibilità, che dice che la gara del 6 si risolverà per pochi voti e che il risultato è tutt'altro che certo.

 

la marcia degli honduregni verso gli stati uniti

Tuttavia il clima che circonda le elezioni nelle quali si rinnovano l'intera Camera bassa, un terzo del Senato e 36 governatori su 50, non è certo lo stesso rispetto all'inizio della campagna, quando era dato per scontato un ribaltamento delle proporzioni di forza parlamentari, e nella composizione dei governatori, a favore dei democratici all'opposizione. Ipotesi tutt'altro che rara, al contrario normale, nel gioco di riequilibrio dei poteri che proprio le elezioni di metà mandato consentono, ma che nel clima polarizzato della Presidenza Trump acquista un'importanza e un uso diversi.

 

Voglio dire che è normale che gli elettori americani a metà di un mandato presidenziale decidano di pungolare più intensamente l'attività governativa con un Parlamento più barricadero e di opposizione. È l'equilibrio dei poteri e anche il senso di una Camera che si rinnova per intero ogni due anni.

 

Diverso il discorso del Senato che solo parzialmente viene messo alla prova del ricambio, e per il quale quasi nessuno è disposto a scommettere su un successo dei democratici a questo punto,  dopo il caso Kavanaugh, al contrario si attende un aumento della maggioranza repubblicana.

 

ted cruz non endorsa trump

L'incertezza  generale e’ anche data dalla mancanza di sondaggi attendibili in molti dei colleghi di rinnovo della Camera, e francamente è data soprattutto dalla faziosità con la quale si muovono giornali e TV, più preoccupati di danneggiare il presidente e il partito repubblicano che di informare lettori e spettatori.

 

 Niente sembra essere cambiato da quella mattina delle elezioni presidenziali del 2016 quando  il New York Times e tutti gli altri importanti media del paese titolarono Hillary 92% Trump 8%. Un autentico disastro, e non consola che sia  diffuso anche dalle nostre parti.

 

Trump intanto affila le sue già abbondanti armi, non si era mai visto un presidente così impegnato nella campagna di mid term, impegnato anche a riempire i buchi e le falle dei candidati del partito repubblicano. Brad Parscale, il suo manager generale della campagna 2020 e da anni guru dei social, annuncia un blitz di propaganda che comincia domani. 6 milioni di spot televisivi e su internet, 3 milioni dedicati al Comitato repubblicano perché li usi dove è necessario, ed altri 10 comizi, i famosi Rally del presidente, con lo slogan Make America Great Again.

 

BRAD PARSCALE

Trump ha già un sacco di soldi per la campagna del 2020, circa 100 milioni di dollari fino ad oggi, e ne sta usando una piccola parte per dare una mano al partito repubblicano. L'ascia di guerra e’ sotterrata, si è visto anche l'altro ieri in Texas con l'ex avversario Ted Cruz.

 

Ma la strategia di Trump e dei suoi è più complessa, in questo modo il presidente fa una campagna elettorale continua di qui al 2020, quindi non lavora solo per il partito ma anche per sé. Da settembre il presidente ha già fatto 20 comizi in giro per il Paese e al 6 novembre, giorno delle elezioni, saranno almeno 30 raduni di massa, più quelli minori di raccolta fondi, un centinaio tra lui e il  vicepresidente Pence.

 

Il risultato si vede, e i candidati repubblicani si sbracciano per essere insieme al presidente. Tutto è cambiato dal periodo in cui la maggioranza di loro non ne voleva sapere di essere accoppiato all'outsider di New York, al palazzinaro folle.

 

Quel palazzinaro un tempo sembrava avere difficoltà a uscire da certe aree della nazione, ma non è più così. Ieri a Houston in Texas è stato chiaro che l'arrivo del presidente sposta le sorti della competizione elettorale. Intanto era stato previsto per il comizio di Ted Cruz, candidato a governatore, ruolo che ha già ricoperto, da uomo forte e conservatore del Texas, già sfidante detestato e detestante di Trump, un posto nel quale entravano 20mila persone al massimo.

 

BRAD PARSCALE

È bastato l'annuncio dell'arrivo del presidente perché venissero prenotati 100mila posti e si sono trasferiti in un posto adeguato. Trump fai il magnanimo, abbraccia e bacia e loda gli 'ex avversari che lo volevano morto. Prende dovutamente in giro l'avversario democratico di  Cruz, Beto o'Rourke,  spiegando che  è un pupillo  di Hollywood, quindi sopravvalutato, ma in realtà un peso leggero.

 

Poi spazia dal ricordo dell'economia con la disoccupazione al 3,7%, annuncia un nuovo ulteriore taglio di tasse, e gli credono perché finora le promesse le ha mantenute in meno di 2 anni, spiega che non intende cedere alla scorrettezza commerciale della Cina, strizza l'occhio al secondo emendamento sulla legittima difesa e l'uso delle armi, attacca l'Armata dei migranti in arrivo dal Messico come un insieme di folla raccattata, pagata da Soros  e dai democratici con dentro un po' di terroristi e di banditi della malavita organizzata.

brett kavanaugh mueller

 

Sfida i democratici ad andare a verificare chi faccia parte di quella maratona. Ricorda Il martirio al quale il giudice Kavanaugh è stato sottoposto senza la minima prova dai democratici al Senato, evoca Pocahontas Elizabeth Warren, affermando che sulle sue origini Cherokee ha imbrogliato e ci ha costruito una carriera. Chiude con “questo è il periodo più bello della storia d'America, noi siamo tornati al centro del mondo, al posto che spetta agli Stati Uniti”. E battuta finale “io sono un fiero nazionalista, ok?”

 

joe biden elizabeth warren

 L'impresa del Midterm non è facile, ma lo slogan “promesse fatte promesse mantenute” sembra funzionare.