FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
1 - CHI RUTTE E CHI NO
Massimo Gramellini per il “Corriere della Sera”
il re willem alexander e mark rutte
Il frugale Rutte, l'olandese con la flessibilità di un rasoio che ci avrebbe visto volentieri in ginocchio sui ceci e senza un euro, si è dimesso prima di Conte, a due mesi da elezioni che a questo punto rischia persino di perdere. All'inizio confesso di avere provato un brivido sottile ma intenso di piacere. Oltretutto la storia che ha indotto Rutte alla resa sembra perfettamente coerente con il suo autoritratto di Torquemada della contabilità: anni fa il Fisco olandese aveva contestato a ventimila famiglie povere di avere percepito il bonus-figli senza averne i requisiti, costringendole a indebitarsi per restituirlo.
Poiché adesso si è appurato che avevano ragione loro, l' amministrazione ha risarcito il maltolto con gli interessi e Rutte si è caricato l'errore sulle sue spalle da Terminator, affermando che «lo Stato di diritto deve proteggere i cittadini dall' onnipotenza dei governi». È stato allora che ho pensato a come sarebbe finita da noi una faccenda del genere. E ho subito smesso di godere.
Non solo lo Stato non avrebbe restituito un centesimo ai tartassati, ma il premier - qualsiasi premier, da Giuseppe ad Antonio Conte - lungi dal dimettersi avrebbe incolpato i burocrati, i magistrati, gli arbitri e gli hacker, nominando d' urgenza una commissione che avrebbe chiuso i suoi lavori in occasione del millesimo anniversario della fine della pandemia. Nel bene e nel male, temo che sui politici nostrani avesse ragione il Poeta: fatti non foste a viver come Rutte.
2 - SCANDALO SUI BONUS ALLE FAMIGLIE IN OLANDA SALTA IL GOVERNO RUTTE
Francesca Basso per il “Corriere della Sera”
Una cosa va detta: Mark Rutte, premier olandese in sella dal 2010 e da ieri dimissionario, non è tipo da due pesi e due misure. Ha sempre proclamato il rigore di bilancio in Europa, capofila dei Paesi «frugali», e lo ha sempre praticato in casa (il debito pubblico dell'Olanda nel 2020 è arrivato al 60% del Pil, quello dell'Italia al 160%). La sua amministrazione fiscale non è stata da meno: ha accusato di frode circa 26 mila famiglie per aver incassato i sussidi all' infanzia tra il 2013 e il 2019 e ha chiesto indietro gli aiuti, decine di migliaia di euro, lasciandole in profonda difficoltà.
Ma le richieste di rimborso sono risultate illegittime, come emerso un mese fa da un'inchiesta parlamentare intitolata «Ingiustizia senza precedenti». Lo scandalo ha portato alle dimissioni il governo olandese, in piena pandemia (l'Italia non è l' unico Paese in crisi, e in Europa c'è anche l' Estonia), a due mesi dalle elezioni già in programma per il 17 marzo. Rutte ha parcheggiato la sua bicicletta ai piedi della scalinata che lo ha portato dal re Willem-Alexander, a cui ha presentato le sue dimissioni e quelle dei suoi ministri. Poco dopo in una conferenza stampa il premier ha spiegato che «lo Stato di diritto deve proteggere i suoi cittadini da un governo onnipotente e ha fallito in modo orribile».
Ha promesso che le famiglie a cui è stata chiesta ingiustamente la restituzione degli assegni saranno indennizzate: «Deve essere organizzato un risarcimento economico per i genitori. Non si può sbagliare di nuovo». Riceveranno ora almeno 30 mila euro. Il premier uscente ha anche annunciato che sarà «introdotto un nuovo sistema di indennità».
L'amministrazione aveva preteso i rimborsi per piccoli vizi formali come firme mancanti o timbri poco leggibili. Il fisco ha ammesso che almeno 11 mila persone sono state sottoposte a revisione per le origini etniche o la doppia nazionalità. Orlando Kadir, un avvocato che difende 600 famiglie, ha parlato di «profilazione su base etnica».
Intransigente e rispettoso delle regole - durante il lockdown per due mesi non ha fatto visita in casa di riposo alla madre 96enne e ha passato con lei solo l' ultima notte prima che morisse come consentito dalle regole olandesi - il premier si è assunto la responsabilità dello scandalo anche se, ha spiegato, «non ho avuto alcun coinvolgimento diretto ma ovviamente un coinvolgimento indiretto».
Motivo per cui ha detto di «poter continuare come leader del partito, ma alla fine spetterà agli elettori». Rutte ha guidato tre governi di coalizione dal 2010. Nelle elezioni del 2017 ha sconfitto il leader di estrema destra, populista e antieuropeista, Geert Wilders, mantenendo il Partito popolare per la Libertà e la Democrazia(Vvd) prima forza del Paese.
L'Olanda resterà confinata in lockdown almeno fino al 9 febbraio. Il premier ieri in conferenza stampa ha rassicurato gli olandesi: il governo dimissionario «continuerà a lavorare per combattere contro il Covid-19» finché non sarà formato un nuovo esecutivo dopo le elezioni di marzo.
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