ALTRO CHE ANATEMI, I GIORNALISTI NEL M5S SONO DI CASA(LEGGIO)

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Paola Bacchiddu per "Espresso.Repubblica.it"

Il 25 settembre del 2012 tremilesettecento utenti cliccavano il loro "like" su Facebook a un post sul blog di Beppe Grillo dal titolo : "Intervistiamo i giornalisti". L'incipit del testo era una promessa dal sapore utopico: "Con un'informazione libera l'Italia cambierebbe in 24 ore".

Seguiva una specie di ermeneutica della categoria: «I giornalisti italiani si suddividono in tre categorie: gli indipendenti (pochi, eroici e spesso emarginati), gli schiavi (tantissimi, sfruttati e pagati 5/10/20 euro a pezzo) e i Grandi Trombettieri del Sistema, nominati in posizioni di comando dai partiti e dalle lobby (direttori di testata, caporedattori, grandi firme, intellettuali per meriti sul campo)».

Catenaccio al testo, nove minuti di "Quarto potere" di Welles, dal titolo "Il fine dell'informazione". Nella conclusione, invece, una proposta per afferrare il sistema mediatico per i piedi e farne ciondolare tutte le contraddizioni: "#Intervistiamo i giornalisti", poi diventato anche un hastag, viralizzato sui social network.

La lunga campagna del Movimento 5 Stelle contro la stampa avrebbe poi assunto toni più esacerbati, nei mesi successivi: "Frustrati", "servi", "casi psichiatrici", fino al draconiano fuorionda di Vito Crimi, capogruppo al Senato, poi seguito da smentita e scuse: «I giornalisti li sto rifiutando tutti perché mi stanno veramente sul cazzo».

Eppure colui che condivide con Grillo umori e strategie del movimento risulta regolarmente iscritto all'Ordine, albo del Piemonte, categoria giornalisti pubblicisti, registrato dall'8 novembre 2004.

Non solo. In un documento del 2005 prodotto dalla Casaleggio Associati - un focus sul turismo online in Italia (Tendenze, strategia, numeri e opportunità del settore del turismo on line in Italia) oggi non più scaricabile dal sito ufficiale - nella bio di Casaleggio, a pagina 13, lui stesso si definisce "giornalista": «Ha ricoperto ruoli di amministratore delegato, di presidente e di consigliere delegato in società con indirizzo tecnologico. Giornalista e autore dei libri Il web è morto, viva il web (Pro Sources), Movie Bullets (IlSole24ore), WebDixit (IlSole24ore) e Web ergo sum (S&K)».

Dall'ordine stesso si apprende in via informale che Casaleggio pagherebbe regolarmente le quote, sebbene non siano in grado di confermare con ufficialità l'informazione, dato che si tratta di dati sensibili che violano la privacy.

Oggi, dopo la campagna contro la stampa, nel sito ufficiale della Casaleggio Associati la biografia del "guru" appare modificata.

In luogo di "giornalista" appare una locuzione sostitutiva: «E' autore dei libri Il web è morto, viva il web (Pro Sources), Movie Bullets (IlSole24ore), di WebDixit(IlSole24ore) e di Web Ergo Sum (Sperling). Scrive regolarmente sui giornali di temi legati alla Rete».

In molte delle tappe dello Tsunami tour ad attraversare il paese, ai giornalisti italiani era negato l'accesso a seguire i comizi dall'area stampa. Uno di loro, con tanto di tessera in tasca, era però spesso salito e aveva anche parlato: Gianroberto Casaleggio.

 

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