DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera”
Matteo Renzi ieri ha passato un'altra lunga giornata chiuso al Nazareno. Il segretario infatti si occupa in prima persona delle liste. È direttamente lui a gestire collegi, deroghe e collocazione degli alleati. E perciò si è immerso in un' ennesima riunione fiume con Lotti, Guerini, Martina, Fassino e Rosato. Tanto che quando i tre leader di «Insieme», Santagata, Nencini e Bonelli, si sono presentati alla sede del Pd sono stati invitati a ripassare un altro giorno perché non c' era nessuno che potesse incontrarli.
Mentre il segretario è chiuso al Nazareno, Andrea Orlando è sul piede di guerra. Ieri sera ha riunito i suoi parlamentari e ha avuto parole durissime nei confronti di Renzi: «Se continua a comportarsi così, le liste se le fa con chi vuole ma non con noi. Noi non ci candidiamo e non facciamo campagna elettorale. Voteremo per il Pd, certo, ma faremo gli spettatori». E gli orlandiani minacciano anche di disertare per protesta pure la Direzione di domani. La tensione è al limite.
Ma qual è il motivo di tanto malcontento? Lunedì scorso il ministro e il segretario si erano visti per un' ora e mezzo al Nazareno e pareva che andasse tutto bene. Orlando ha fatto a Renzi le sue richieste: «Noi vogliamo il 20 per cento dei seggi (la percentuale ottenuta al congresso, ndr ), siamo disposti a conteggiare anche quelli contendibili, non solo quelli di fascia A. Si può pure scendere a 19, 18. E se tu, come mi dici, vuoi mettere dieci esponenti della società civile, sono pronto a farmene carico proporzionalmente». Il leader del Pd aveva definito quella del ministro «una proposta ragionevole» e lo aveva ringraziato.
La percentuale chiesta da Orlando è basata su un totale di 200 seggi che i dem dovrebbero ottenere tra Camera e Senato. È questo il calcolo che viene fatto al Pd (che per le liste e i collegi si basa su un sondaggio che dà il partito al 23,2 per cento).
Quindi sembrava filare tutto liscio come l'olio. Ma ecco che l' altro ieri dal Nazareno trapelano altri numeri: 15 posti per Orlando e i suoi. È stato a quel punto che il Guardasigilli non ci ha visto più: lui ne aveva chiesti da 36 a 40. «Non posso "ammazzare" quelli che stanno con me, meglio non candidarsi allora. Hanno problemi ad accontentare i loro, non ce la fanno a farli entrare tutti, ma non possono risolvere la questione pensando di penalizzare noi. Eppoi non è possibile che un segretario si metta a gestire le liste da solo, dovrebbe fare campagna elettorale invece, che Di Maio e Salvini stanno già girando tutta l' Italia», si è sfogato con un fedelissimo.
Comunque Orlando e Renzi forse si vedranno oggi per tentare un' ultima possibile (benché difficile) mediazione arrivando a una ventina di seggi. Emiliano, che dovrebbe incontrare anche lui il segretario oggi, e al quale hanno offerto 5 seggi mentre ne aveva chiesti 20, sembra invece più tranquillo.
Nel frattempo è scoppiata anche la grana siciliana. Il segretario regionale Fausto Raciti è stato costretto a scrivere una nota riservata a Renzi perché la situazione lì rischia di esplodere. Per non parlare poi dei problemi con gli alleati: Nencini e Lorenzin potrebbero essere dirottati nelle Marche perché in Toscana non li vogliono.
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