DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
DAGONOTA
Angelino è degno dell’Actor’s Studio. S’è intestato il “no” del suo partito allo Ius Soli. Peccato che l’ida non sia stata sua, ma del Ducetto di Rignano. Matteo Renzi s’è fatto due conti: dopo la presumibile sberla in arrivo dalla Sicilia, se ne prendo un’altra anche sul Fuck Ius, mi gioco il partito.
Così, Matteuccio s’è ricordato che esiste anche Alfano. L’ha caricato a pallettoni e l’ha spedito davanti alle tv a presenziare al “no” alla legge. Il Senza Quid, però, aveva un problema interno ed uno esterno. Maurizio Lupi era già con un piede sulla porta in direzione di Arcore, così per blindarlo l’ha “promosso” a coordinatore di Alleanza popolare. Quello esterno era la Cei, favorevole alla legge.
Angelino si è convinto di aver preso con una fava due piccioni: ha fatto annunciare a Lupi l’intenzione di Ap di non votare la legge. In tal modo, se i vescovi se la devono prendere con qualcuno, se la prendono con Lupi. Senza contare che il suo è un disegno talmente smaccato che ormai è noto pure ai chierici del Vaticano.
Per Angelino, però, i problemi non sono finiti. Francesco Bonifazi, tesoriere del Nazareno, assicura gli amici che Beatroce Lorenzin, nota per non portare manco un voto, abbandonerà presto Alfano per candidarsi con il Pd.
In più, il patto che lo lega a Renzi è vincolato ad un risultato: raggiungere almeno il 6% in Sicilia. Se non raggiunge l’obiettivo messo a punto da Pierfurby Casini, si sogna i 20 senatori promessi da Matteuccio nel prossimo Parlamento.
In tutta la vicenda del Fuck Ius esplode il silenzio di Gentiloni. Il premier fa apertamente melina e, nonostante le pressioni di Matteo Orfini, non ci pensa affatto a chiedere il voto di fiducia sulla legge, qualora dovesse raggiunge le aule di Camera e Senato. “E’ un problema che tocca le coscienze”, dice “Er Moviola”. “Per questo non può essere soggetto ai vincoli di maggioranza”. Che nemmeno esiste più…
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