DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
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Sulla vendita dell’agenzia di stampa Agi, di proprietà dell’Eni, ad Antonio Angelucci, è intervenuto oggi il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, in un question time alla Camera: "Pur detenendo il Mef una quota in Eni, a tale partecipazione non corrisponde nessun potere sulle decisioni di natura gestionale".
Riporta il sito de “Il Foglio”: “Giorgetti ha quindi aggiunto che sulla "presunta" cessione dell'Agi "non c'è stata e non ci sarà nessuna influenza nel corso del mio mandato, ma non potete chiedermi delle garanzie a proposito del passato e del futuro".
GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI
E poi anche che "in senso stretto il Mef come azionista dell'Eni non ha un interesse a detenere alcuna forma di partecipazione in un'agenzia di stampa, al limite, potrebbe esigere la massimizzazione del valore economico in merito a una eventuale alienazione".
In sostanza, conclude il quotidiano diretto da Claudio Cerasa, ‘’il titolare del Mef ha confermato i retroscena che davano il ministero come all'oscuro di questa operazione, che sarebbe invece stata concordata direttamente con Palazzo Chigi’’.
Ben detto: è l’ennesima prova che il deputato-imprenditore Antonio Angelucci è solo un para-leghista entrato in pompa editoriale nel cuore della Fiamma Magica del quartetto Meloni-Scurti-Arianna-Fazzolari, essendo proprietario di “Libero”, “Il Tempo” e del 70% de “Il Giornale” (l’altro 30 appartiene alla famiglia Berlusconi), da una parte.
Dall’altra, l’ex portantino Angelucci si ritrova oggi a capo di un impero di cliniche che dal centro-sud mira a espandersi nella regione più ricca d’Italia, la Lombardia, che ha un budget sanitario di 22 miliardi. Purtroppo (per lui), a guardia del tesoro della sanità lombarda c’è Bertolaso. E finché ci sarà Bertolaso, non si passa.
patrizia scurti giorgia meloni
Ma ci sono altri punti da chiarire. Il primo: se un’azienda di Stato come l’Eni deve dismettere un bene, la prassi vuole che si prende un advisor e si lancia una cosiddetta “gara di interesse”. Qui abbiamo solo una manifestazione di interesse di un imprenditore-deputato, in flagrante conflitti di interesse.
Il secondo punto: la quantità di investimenti pubblicitari che Eni si impegna a garantire al nuovo proprietario dopo l’acquisto. Lo ha svelato Tommaso Rodano ieri su “Il Fatto”: “Secondo chi è ben informato sullo stato dell’affare, per acquistare Agi – non proprio un boccone appetitoso, dal punto di vista strettamente economico – Angelucci pretenderebbe un ritorno: nei prossimi anni Eni dovrebbe acquistare pubblicità sui giornali del suo gruppo editoriale, che comprende Il Tempo, Il Giornale e Libero. Le parti devono definire quest’ultimo aspetto”.
claudio descalzi premio guido carli 2023
Insomma: Angelucci crea un polo editoriale per la Melona e si prenderebbe l’Agi in “cambio merce”, senza scucire un euro: i 30/40 milioni verrebbero ricompensati dalla pubblicità Eni, e non solo sull’Agi ma anche sui tre quotidiani che fanno capo al gruppo sanitario. Ahò, mejo de Batman!
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