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Anna Zafesova per “la Stampa”
zi jinping arriva a ufa in russia per il vertice brics
Più di 10 mila ospiti stranieri, tra cui leader di prima grandezza come il cinese Xi Jinping e l’indiano Narendra Modi, tre vertici contemporanei - quello dei Brics, dell’Organizzazione di cooperazione di Shanghai e dell’Unione euro-asiatica post-sovietica - e una raffica di iniziative. Vladimir Putin sposta per due giorni il centro della sua diplomazia a Est, a Ufa nel Bashkortostan, per dimostrare a tutto il mondo che ha altre priorità e alleanze rispetto all’Occidente.
I dossier sul tavolo sono a 360 gradi: dalle nuove architetture finanziarie mondiali (da discutere con Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, che si sentono emarginati dal Fondo monetario internazionale), all’Isis (che interessa al gruppo di Shanghai, nato come più strategico che economico). E si parla anche di soldi, della Nuova banca dello sviluppo dei Brics con 50 miliardi di dollari, e di un fondo di riserva di 100 miliardi per aiutarsi a vicenda in caso di crisi.
LO ZAR CERIMONIERE
Uno sfoggio di potenza impressionante in termini di miliardi di abitanti e di dollari, anche se Xi arriva a Ufa proprio mentre Bloomberg dichiara la borsa di Shanghai più rischiosa di quella di Mosca dopo la crisi della Crimea, e Putin chiede al collega cinese «aiuto nel superare le attuali difficoltà» generate dalla crisi economica e dalle sanzioni occidentali.
putin e i brics xi jinping dilma rousseff narendra modi jacob zuma
Per il Presidente russo è senz’altro un momento di compensazione e - approfittando anche della coincidenza della presidenza di turno russa sia nei Brics sia nel gruppo di Shanghai - è il maestro di cerimonie di un evento senza precedenti, dove stringe mani, discute accordi, snocciola miliardi e costruisce strategie ad architettura variabile cercando di porsi al centro dei vari, e spesso contraddittori, interessi dei suoi interlocutori.
MOSCA A CACCIA DI SOLDI
Ma è anche il primo a dover smentire i piani di un «anti-G7» da far nascere a Oriente, e dice che i Brics «non hanno alcun progetto di un’alleanza politica e militare», ma sono uniti dall’«interesse strategico» di cambiare un ordine monetario internazionale troppo imperniato sul dollaro.
Dai corridoi del summit giungono voci che Mosca avrebbe spinto per dare ai Brics una struttura più formale, lanciando decine di iniziative complementari tra commissioni, comitati, forum e segreterie nei campi più disparati, ma ha incontrato l’opposizione soprattutto dell’India, e Putin si accontenta di promettere che «a lungo termine avremo una segreteria virtuale».
Le economie e le diplomazie dei cinque Paesi sono troppo differenti, e Brasile e Sudafrica avrebbero respinto i tentativi russi di creare un’alleanza anti-occidentale, mentre i cinesi giocano su più tavoli, e accanto alla banca dei Brics mandano avanti il loro progetto della Banca asiatica di investimenti infrastrutturali, al quale Mosca ha aderito solo all’ultimo momento.
ALLEANZE VARIABILI
Il Cremlino per il momento appare il più interessato alle nuove strutture dei Brics, con il ministro del Tesoro Anton Siluanov che già spera di ottenere fondi per le società russe tagliate fuori dalla finanza occidentale (ma qualche voce russa aveva ipotizzato anche aiuti per Atene in caso di Grexit). Il mondo «multi-polare», tanto auspicato dal Cremlino, è però molto più asimmetrico e pragmatico, come lo stesso Putin ha appena dimostrato, spingendo con una mano per il deal con Teheran e con l’altra firmando accordi miliardari con i sauditi.
E così Xi invita Putin a Pechino, ma nello stesso tempo le banche russe si lamentano che i colleghi cinesi ormai gli chiudono gli sportelli in faccia, mentre molti esperti sospettano che i mega-progetti russo-cinesi si stiano impantanando. Resta lo yoga, che il Presidente russo ha promesso al premier indiano di imparare.
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