DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
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Segnatevi per favore queste cifre: 340 e 290. Non sono numeri avuti in sogno, non nascono dai sondaggi che Mose' Monti, secondo i suoi più affezionati esegeti, starebbe compulsando per decidere se fare la lista unica o le liste separate dei suoi agendisti stregoni (parentesi: ma ve lo immaginate Mose' l'originale che prima di ordinare la traversata del Mar Rosso per portare in salvo il suo popolo consulta il meteo?). No, la prima di queste cifre, 340 (trecentoquaranta) rappresenta il numero dei deputati che andranno alla coalizione che vincerà le elezioni.
La seconda, 290 (duecentonovanta), rappresenta il numero di deputati che andranno a tutti i perdenti. Non lo decideranno gli elettori con il proprio voto, lo decide la legge elettorale con la quale andremo a votare. Stiamo parlando solo della Camera dei Deputati perche' e' certo che li e non al Senato lo sbarramento fissato dalla stessa legge verra' superato e quindi anche le formazioni centriste che faranno capo all'Agenda vi saranno rappresentate.
Che significa politicamente? Semplice: se le liste che faranno capo a Mose' Monti dovessero prendere il 20 per cento (per non sembrare di parte visto che non lo siamo prendiamo il risultato migliore atteso) si tratterebbe di circa il 25 per cento di 290. Cioè, contati i voti persi di liste che non raggiungono il quorum, nella più rosea delle ipotesi di massimo 65-75 deputati, che ovviamente vanno ripartiti tra i promotori della lista, cioè Casini Pierferdinando, di Montezemolo Luca, di Sant'Egidio Riccardi, di Tulliani Fini e, ovviamente, di Mose' Monti in persona attraverso i suoi fedelissimi. Per farvi un'idea, in questo momento alla Camera ci sono 63 deputati solo tra Fli e UdC.
Il resto dei 290 deputati andrebbe a Berlusconi Silvio, Grillo Beppe, Maroni Roberto (i quali,almeno i primi due, superando lo sbarramento anche al Senato disporrebbero di ben altra forza parlamentare). Se la lista prendesse il 10 per cento, gli Agendisti dovrebbero dividersi 30-35 deputati, e così via, a scalare o a salire.
Per non parlare del Senato, dove i voti contano davvero, perché è lì che il Pd rischia di non avere la maggioranza. Se si ascoltano i desiderata di Montezemolo e dei montiani più ortodossi, che vogliono liberarsi dei macigni UdC come Cesa e Ciocchetti, sicuramente il listone Monti farebbe bella figura tra chi chiede facce e mani pulite, ma rischia di giocarsi importanti pacchetti di voti in regioni chiave per il Senato come Lazio, Campania e Sicilia.
Tanto rumore di tavole della legge e di agende per nulla? Sembrerebbe di si, non ripagherebbe nemmeno, ci si passi la metafora, il costo della carta che i giornali stanno dedicando all'attesa dell'evento, ritenuto salvifico non solo per la povera Italia ma addirittura per l'Europa intera.
Ma non e' che il professor Monti di bocconiana memoria si e' lasciato prendere dal demone dell'apparire e dal brivido del primo tweet? Allora non c'è che un rimedio: costituire un movimento saldamente ancorato nel popolo per salvare Mose' Monti dalle furbizie di Casini, dalle illusioni di Italia Futura e dalla contaminazione con la politica che e' affascinante proprio perché non e' una sessione di laurea. Disinteressatamente, lo faremmo. Se non fosse gia' troppo tardi. O no, signor presidente dimissionario del Consiglio?
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