DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1%…
Conchita Sannino per “la Repubblica”
Un gatto rosso con cui «ci guardiamo e parliamo», lì tra i sentieri di montagna affacciati sulla baia di Hong Kong, come scrive beffardamente su Facebook. Ma a Napoli lo attende a giorni il bivio politico: che forse lo porterà verso la sua prima “non scelta” da vecchio leader.
L’ex sindaco e governatore Pd Antonio Bassolino mette l’ Oriente (e la breve vacanza con figlio e nipotini) tra sé e il Pd renziano, e medita le conclusioni dopo i veleni delle primarie perse per un pugno di schede - e per le illegalità verificatesi fuori ai seggi, dice lui. In tanti sono pronti a scommettere che se ne starà in disparte per il voto amministrativo di giugno.
In concreto? Non guiderà la corsa autonoma a sindaco contro il Pd: per non fornire nessun alibi all’eventuale sconfitta della candidata Pd Valeria Valente. Né sembra orientato, a meno di un forte riconoscimento dai vertici renziani, a formare una lista a sostegno della rivale (un tempo sua fedelissima): per il violento strappo consumatosi sui ricorsi, avanzati da Bassolino e tutti respinti, a Napoli e a Roma.
Inutile raggiungerlo sulla costa del Mar Cinese. «Sono e resto, per ora, in silenzio buddista», fa sapere il Bassolinorevenant, a caccia di finale riscatto. Ma i fidati sostenitori di questa avventura, tra i quali spiccano i deputati Luisa Bossa, Giorgio Piccolo e Michela Rostan, o l’europarlamentare Massimo Paolucci e il consigliere regionale Antonio Marciano, sembrano tutti d’accordo su un punto:
«Antonio resta un leader di testa, non farebbe la mossa di rompere tutto a meno di non avere la fondatissima percezione che possa arrivare al ballottaggio». L’analisi di Bassolino ricalca questo schema: poiché il Pd a Napoli è messo malissimo, non posso offrire pretesti a una débâcle che ho fatto di tutto per scongiurare.
Nonostante i pubblici appelli di chi, deluso dalle modalità renziane, lo spinge ora a «portare fino in fondo la battaglia di libertà». La prospettiva attende però l’ultimo tassello: l’intervento di Matteo Renzi in direzione nazionale, lunedì. Se anche da quella sede – dove si regoleranno ben altri “conti” non dovesse arrivare una condanna «sui brogli pro Valente » o l’onore delle armi al suo contributo, l’ex sindaco lascerà «che tutto vada come deve».
Magari, in attesa della battaglia congressuale. E con un occhio alla minoranza, che blandamente corteggia il Bassolino ribelle, il leader che parla coi felini. Ché di rosso, gli scrivono ora su Fb, «qui c’è rimasto solo qualche gatto asiatico».
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