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MELONI HA INIZIATO LE MANOVRE PER IL 2027. E TAJANI SI AGITA – IL LEADER DI FORZA ITALIA HA SVELATO AI SUOI IL PIANO DELLA DUCETTA: UNA LEGGE PROPORZIONALE CON PREMIO DI MAGGIORANZA DEL 55% ALLA COALIZIONE, PER EVITARE L’INGOVERNABILITÀ NEL CASO (PROBABILE) IN CUI IL CENTROSINISTRA UNITO DOVESSE VINCERE NEI COLLEGI DEL CENTRO-SUD – CON FORZA ITALIA CHE NON SI SCHIODA DALL’8-9% E MARINA BERLUSCONI CHE ENTRA A GAMBA TESA NEL CAMPO POLITICO, QUEL MERLUZZONE DI TAJANI HA DECISO DI MARCARE LE DISTANZE DAGLI ALLEATI SULL’EUROPEISMO, FACENDO INNERVOSIRE LA STATISTA DELLA GARBATELLA…
Estratto dell’articolo di Giacomo Salvini per “il Fatto Quotidiano”
ANTONIO TAJANI - FOTO LAPRESSE
Una legge elettorale proporzionale con premio di maggioranza del 55% alla coalizione per evitare l’ingovernabilità nel caso, probabile, in cui il centrosinistra unito dovesse vincere nei collegi del Centro-Sud. Da fare negli ultimi mesi prima del voto della primavera del 2027.
È questa, secondo quanto risulta al Fatto da fonti a conoscenza della questione, la rivelazione che il vicepremier e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, ha fatto martedì mattina in una riunione con i responsabili dei dipartimenti del partito nella sede di San Lorenzo in Lucina.
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giancarlo giorgetti giorgia meloni antonio tajani foto lapresse
Nello specifico, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alberto Barachini, ha letto un sondaggio relativo all’elettorato azzurro sottolineando la difficoltà di ottenere voti dalle fasce più basse della popolazione, mentre Tajani ha chiesto di migliorare la comunicazione e il raccordo con i coordinatori regionali, perché spesso tra centro e periferia non passano le iniziative di Forza Italia, ha detto.
Ma il vicepremier azzurro ha fatto anche un ragionamento politico più ampio legato al partito: Forza Italia al momento non si schioda dall’8-9% e per salire ancora è necessario “differenziarsi” dagli alleati su alcuni temi cari agli azzurri, come l’europeismo.
Non è un caso, infatti, che lo stesso giorno Tajani abbia fatto un discorso molto pro-Unione europea alla fondazione De Gasperi e abbia polemizzato con Meloni sulla scelta di non partecipare al vertice dei volenterosi a Kiev (“perché non è andata? Chiedetelo a lei...”, ha risposto). Il giorno dopo, mercoledì, c’è stata una telefonata di chiarimento proprio con la presidente del Consiglio.
Una strategia, ha continuato Tajani, che servirà alla luce della modifica della legge elettorale. Il vicepremier ha spiegato che al momento è ancora un dibattito “da giornali”, ma tra poche settimane entrerà nel vivo. […]
La premier sa che se nel 2027 si dovesse andare a votare con il Rosatellum, il rischio è che una larga coalizione di centrosinistra possa vincere nei collegi del Centro-Sud mentre il centrodestra avere la meglio nel Centro-Nord: questo scenario potrebbe portare a immobilismo e ingovernabilità e quindi col rischio che Meloni resti fuori da Palazzo Chigi.
Così, ha spiegato Tajani ai dirigenti di Forza Italia, si va verso una legge elettorale proporzionale con premio di maggioranza del 55% alla coalizione.
Insomma, un sistema che obbligherebbe i partiti a coalizzarsi e a indicare un candidato premier prima delle elezioni politiche. Una proposta che, per come è costruita, troverebbe consenso anche nella segretaria del Pd Elly Schlein.
Tajani ha anche spiegato che ci sono due ipotesi per le liste: una prevede il ritorno alle preferenze tout court, l’altra la conferma dei capilista bloccati e poi le preferenze per tutti gli altri. Una soluzione totalmente legata alle preferenze però non convince né Lega né Forza Italia perché il rischio di Tajani e Salvini è di non riportare in Parlamento molti fedelissimi dei segretari, mentre Meloni rispondendo a Matteo Renzi al Senato si è detta disponibile.
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