RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Paolo Valentino per il “Corriere della Sera”
C 'è del marcio nella Cdu. Un'aria da fine regno sembra aleggiare sopra l'Unione cristiano-democratica, che ha già da tempo iniziato il lungo congedo da Angela Merkel, ma d'un tratto viene scossa da scandali e rivelazioni che gettano ombre sul suo futuro prossimo. Alla vigilia degli importanti voti regionali di domani nel Baden Württemberg e in Renania-Palatinato, il partito della cancelliera è in modalità d'emergenza.
In una sola settimana tre dei suoi deputati al Bundestag sono stati costretti a dimettersi: Nikolas Löbel e il cristiano-sociale bavarese Georg Nußlein per aver fatto da mediatori in appalti per mascherine anti-Covid, lucrando cospicue commissioni da società private; il terzo, Mark Hauptmann, è stato accusato di lavorare come lobbista profumatamente retribuito per il governo dell'Azerbaigian. E non è tutto: secondo la Süddeutsche Zeitung almeno altri due parlamentari della Cdu-Csu sarebbero indagati per i loro rapporti d'affari con il governo di Baku.
«Squallido e vergognoso», ha definito ieri il presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier, il comportamento di chi usa il proprio mandato parlamentare per trarne profitti personali, tanto più speculando sulla tragedia della pandemia. Alla Cdu-Csu viene rimproverato di essersi sempre opposta all'adozione di un registro ufficiale dei lobbisti, invece del vago codice di comportamento attualmente in vigore e puntualmente ignorato.
Ma il problema va ben oltre i casi personali. Lo sa bene Armin Laschet, presidente della Cdu e probabile candidato alla cancelleria del fronte conservatore alle elezioni politiche di settembre, che ha fatto pressioni perché i deputati coinvolti nello scandalo rimettessero subito il mandato, invece di aspettare la fine della legislatura in agosto, come avevano annunciato in precedenza.
A preoccupare Laschet, che è anche premier del Nord Reno-Vestfalia, è la volatilità della situazione politica fotografata dai sondaggi: in una sola settimana la Cdu-Csu ha perso 5 punti passando dal 35/36 al 30/31 per cento delle intenzioni di voto. Rispetto all'autunno, il calo è di oltre 8 punti. Già domani, dalle urne regionali, potrebbe uscire un giudizio molto severo per l'Unione cristiano-democratica.
Non che nel Baden-Württemberg abbia mai avuto alcuna vera prospettiva di vincere. Il Land di Stoccarda, patria di Daimler Benz e Porsche, è infatti dominato dalla figura di Winfried Kretschmann, 72 anni, unico ministro-presidente dei Verdi in Germania, che dal 2016 governa proprio con la Cdu come junior partner. Figura amata e trasversale, con posizioni moderate che lo rendono spesso controverso fra gli stessi ambientalisti, Kretschmann ha un forte vantaggio nei sondaggi nei confronti della sua ministra dell'Istruzione e rivale, Susanne Eisenmann.
L'obiettivo a questo punto per la Cdu è di limitare i danni. Diversa la situazione nella Renania-Palatinato, dove la popolare premier socialdemocratica Malu Dreyer ha recuperato tutto il ritardo dei mesi scorsi ed è ora nuovamente in testa davanti al candidato cristiano-democratico.
Dreyer governa con una coalizione «semaforo» insieme a verdi e liberali, ma fino a poco tempo fa l'Unione sembrava in grado di fare il sorpasso, guidando lei una coalizione «giamaica», con il nero della Cdu al posto del rosso della Spd. Una sconfitta nel Palatinato sarebbe un grave colpo per Laschet, alla sua prima prova del fuoco da quando è stato eletto alla guida del partito. Nessuno pensa che ciò possa mettere in discussione la sua candidatura alla cancelleria, ma sarebbe per lui il modo peggiore di iniziare la lunga corsa verso le elezioni di settembre.
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