DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Fabrizio Roncone per il “Corriere della Sera”
«Prima di cominciare l’intervista, dobbiamo fare una premessa: io adoro Roma e quando se ne parla male, per qualsiasi motivo e sia pure con fondatezza, reagisco con un certo nervosismo...».
Continui, professore.
«Quindi mi permetto di suggerire al New York Times , così appassionato ai problemi della Capitale d’Italia, di inviare i suoi giornalisti a Fontana di Trevi, al Colosseo e anche sotto casa mia, a Borgo Pio, a pochi metri da Piazza San Pietro, per verificare un’altra forma di degrado: quella procurata dai turisti americani... che... mezzi nudi, con le infradito, mangiano stravaccati e lasciano cumuli di sporcizie d’ogni genere...».
(Servirebbero ottanta righe solo per la biografia di Alberto Asor Rosa. Limitiamoci alla scheda dell’Enciclopedia Treccani: «Storico della letteratura e saggista - Roma, 1933 - Docente di letteratura italiana, deputato del Pci. Ha diretto la “Letteratura Italiana” Einaudi» ).
«Fatta la necessaria premessa, andiamo avanti e diciamo subito che la notizia non è il degrado di Roma, ma che il degrado venga scoperto e denunciato. Perché no, dico: qualsiasi romano sa perfettamente che Roma vive in condizioni tragiche da molto tempo e che la deriva è cominciata con la catastrofica esperienza della giunta guidata da Gianni Alemanno.
I cassonetti colmi di rifiuti che nessuno raccoglie, i bus luridi che non passano mai, l’anarchia totale della burocrazia... tutto era sotto gli occhi di tutti ma nessuno, per anni, ha osato dire qualcosa. La politica nazionale ha taciuto finché non sono stati resi pubblici i faldoni dell’inchiesta denominata Mafia Capitale».
Il bubbone che aveva infettato tutti i partiti.
«Quando poi il bubbone è esploso, tutti abbiamo capito: ciò che accadeva qui a Roma era qualcosa di emblematico. La politica aveva smarrito la capacità di rappresentare e gestire gli interessi dei cittadini, all’autorevolezza era subentrata solo un’astuzia criminale...».
È possibile dire che...
«No, aspetti: aggiungiamo che se ci fosse stato anche un solo partito disposto a rifiutare il gioco sporco... e invece no: dentro c’erano tutti, dal Pd a Sel e fino a Forza Italia. Così, con una città che vive una quotidianità tragica e con i partiti lesionati gravemente nella loro credibilità, cosa sarebbe servito? Una solidarietà forte e resistente. Qualcosa che aiutasse i romani a tornare a una vita accettabile e la politica a riconquistare una sua dignità...».
Invece?
«Invece hanno messo sotto assedio il sindaco Marino».
Lei cosa pensa di Marino?
«Non mi permetto di giudicare il personaggio, lo conosco poco, lo vedo alla tivù... Tuttavia so che è stato scelto dal Pd: e che ha vinto regolarmente primarie ed elezioni. So pure che poi ha dovuto affrontare situazioni mille volte più eccezionali di qualsiasi altro sindaco europeo, però invece di ricevere solidarietà e sostegno, è finito sotto attacco».
A molti osservatori appare onesto, ma inadeguato.
«Lasci stare gli osservatori! Vuole la verità? Ha un tratto politico diverso da quello ormai diffuso e che non risponde alle attese dei poteri dominanti...».
A chi sta pensando?
«Al premier e a certe forze locali molto forti...».
Tipo?
«Mhmm...».
Professore...
«Beh, insomma: si chiama Ignazio, no? Dunque è il secondo gesuita che ha poteri di governo in questa città...».
Finora però il contrasto evidente è stato con Renzi.
«Lo detesta. E, per dimostrarglielo, sfoggia un’arroganza senza precedenti. La voce che gli avrebbe vietato d’essere presente alla Festa dell’Unità mentre tra poche ore terrà il suo comizio è clamorosa. Ma come? Tu sei un premier che va ospite alla festa di un partito e ti permetti di dire quello ce lo voglio, quello no...».
Le ricordo che Renzi è anche segretario del Pd.
«Peggio! Tanto peggio! Hanno la stessa tessera in tasca... Ma magari...».
Magari cosa?
«Forse sono io a non capire: magari i grandi uomini di Stato è così che si comportano, evitando di scivolare nelle piccole e volgari beghe della politica cittadina...».
Ancora solo una cosa, professore. Ha saputo che Alessandro Gassmann invita i romani a prendere la scopa e...
«Ho appreso che il figlio di Vittorio ha scritto il suo tweet dall’Uruguay. Beh, cominci a pulire le strade di Montevideo, se ha tanta voglia di usare la scopa... Io non ci penso proprio! Pago regolarmente ingenti tasse per la nettezza urbana. E pretendo di vedere gli operatori ecologici lavorare con impegno e regolarità».
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