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"L'AUTORIZZAZIONE L'HA DATA LA CORTE COSTITUZIONALE CON LE PROPRIE SENTENZE MA SUL FINE VITA SERVE UNA LEGGE” – IL GOVERNATORE ATTILIO FONTANA COMMENTA IL PRIMO CASO DI SUICIDIO ASSISTITO IN LOMBARDIA: UNA DONNA AFFETTA DA SCLEROSI MULTIPLA HA ASSUNTO IL FARMACO LETALE FORNITO DAL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE – ANCHE IL GOVERNATORE DEL VENETO ZAIA RILANCIA (NONOSTANTE GLI ATTACCHI DI FRATELLI D’ITALIA): “SUL FINE VITA SERVE UNA LEGGE NAZIONALE. I SONDAGGI DICONO CHE GLI ITALIANI SONO LARGAMENTE FAVOREVOLI. “LA POLITICA DOVREBBE TENERNE CONTO. SUI TEMI ETICI NON DEVE PREVALERE LA CASACCA POLITICA"
Primo caso di suicidio assistito in Lombardia
cappato suicidio assistito regione lombardia
(ANSA) - Una cinquantenne affetta da sclerosi multipla progressiva da oltre 30 anni è morta nelle scorse settimane a casa sua, nella località dove viveva, in Lombardia, a seguito dell'auto-somministrazione di un farmaco letale fornito dal Servizio sanitario nazionale, insieme alla strumentazione necessaria. Il farmaco e la strumentazione sono stati forniti dal Servizio sanitario, dopo 9 mesi dalla richiesta. Si trratta del sesto caso in Italia.
La notizia, anticipata stamani dal Corriere della Sera è così spiegata da Filomena Gallo e Marco Cappato, segretaria nazionale e tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni: "Regione Lombardia ha fornito l'aiuto medico per la morte volontaria perché era suo dovere farlo. Si conferma così nei fatti ciò che avevamo sostenuto anche in occasione dell'irresponsabile decisione del Consiglio regionale di dichiararsi incompetente in materia"
cappato suicidio assistito regione lombardia
La donna, a causa della malattia, era paralizzata e costretta a una condizione di totale dipendenza e necessità di assistenza continuativa e il suo è il primo caso in Lombardia. "La mia breve vita è stata intensa e felice, l'ho amata all'infinito e il mio gesto di porre fine non ha significato che non l'amassi - ha scritto nell'ultimo messaggio la donna. Dopo aver atteso 9 mesi dalla sua richiesta, la 50enne è stata la sesta persona in Italia (la quinta seguita dall'Associazione Luca Coscioni) ad aver completato la procedura prevista dalla Consulta con la sentenza 242/2019 sul caso 'Cappato/Antoniani', con l'assistenza diretta del Servizio sanitario nazionale che ha fornito il farmaco e ogni strumentazione necessaria. La paziente aveva inviato la richiesta di verifica delle sue condizioni ad inizio maggio 2024.
attilio fontana giorgia meloni
L'azienda sanitaria a fine luglio 2024, dopo l'acquisizione del parere del comitato etico, le ha comunicato il possesso dei requisiti stabiliti dalla Corte con la sentenza Cappato (capacità di prendere decisioni libere e consapevoli, patologia irreversibile, sofferenze fisiche o psicologiche ritenute intollerabili dal richiedente, dipendenza da trattamenti di sostegno vitale). Ha potuto così procedere con l'auto-somministrazione del farmaco letale nel gennaio scorso, nella propria abitazione, assistita dal dottor Mario Riccio e circondata dai suoi cari, come spiega l'Associazione. Gallo e Cappato, sottolineano che "se fosse stata in vigore la nostra legge di iniziativa popolare 'Liberi subito', Serena avrebbe potuto seguire una procedura chiara e definita invece di dover affrontare, insieme al personale sanitario, una corsa a ostacoli durata 9 mesi. Chiediamo al presidente Fontana di tornare sulla materia, riesaminando il contenuto della nostra legge e emanare un atto di Giunta, come preannunciato dal presidente Zaia in Veneto".
attilio fontana sul palco di pontida foto lapresse
A.Fontana, rispettato Consulta, su fine vita serve legge
(ANSA) - "Non è questione di autorizzare" il suicidio medicalmente assistito, anche perché "l'autorizzazione l'ha data la Corte costituzionale con le proprie sentenze. Noi non abbiamo fatto altro che, attraverso il codice etico, trovare delle linee di condotta che verranno estese a tutta la Regione". Il governatore Attilio Fontana ha risposto così, a margine di un evento a Varese, a chi gli chiedeva del primo caso di suicidio assistito in Lombardia. Ad ogni modo rimane "opportuna" una legge nazionale, altrimenti "ognuno può seguire le disposizioni dei propri codici etici", quando invece "è necessario che ci sia una linea nazionale"
ZAIA “SUL FINE VITA SERVE UNA LEGGE NAZIONALE NON SI PUÒ PIÙ FINGERE”
Estratto dell’articolo di Concetto Vecchio per “la Repubblica”
https://www.repubblica.it/politica/2025/02/14/news/zaia_intervista_legge_fine_vita-424001852/
Luca Zaia, a destra la criticano per la sua posizione favorevole al fine vita.
«Non solo a destra».
È diventato un liberal?
«Non scherziamo. Mai fatto guerre di religione, ma ho guardato sempre in faccia la realtà.
Ricorda col Covid?
Sono stato il primo a istituire la zona rossa, a chiudere tutto, carnevale di Venezia compreso, mentre altri organizzavano gli spritz…». Cosa propone? «Sul fine vita serve una legge nazionale».
Ma è una di quelle riforme che la destra avversa da tempo.
«Veramente le resistenze ci sono anche nel centrosinistra».
Sarà, ma lei è stato attaccato da Fratelli d’Italia.
«Le cose che dico ora le sostengo da tempo. Tre anni fa vi dedicai buona parte del mio libro, I pessimisti non fanno fortuna … ».
Ora è nel mirino perché vuol adottare un regolamento alla Regione Veneto.
«Non è un regolamento. È una circolare, che dovrebbe fissare delle regole, in quanto il fine vita esiste già».
Come c’è già?
«C’è la sentenza della Consulta del 2019. Stabilisce che un malato terminale può fare domanda se sono rispettati questi quattro requisiti: diagnosi infausta, mantenimento in vita da supporti, grave sofferenza fisica e psichica, libertà di scelta. In Veneto abbiamo avuto sette domande».
A chi bisogna fare domanda?
Una donna malata di cancro sceglie il suicidio assistito
«Alle aziende sanitarie. Poi a decidere è un comitato etico».
Quante sono state accolte?
«Tre, due sole delle quali sono arrivate fino in fondo. Manca una legge che stabilisca i tempi: entro quando bisogna rispondere al paziente? Chi può somministrare il farmaco? È come se per l’aborto non si fossero fissati i termini per l’interruzione della gravidanza».
Cosa pensa della legge fatta in Toscana?
«Il governo la impugnerà. Ma il punto è che non possiamo fare venti leggi regionali diverse, tutte a rischio».
Cosa dice a chi non la vuole?
«Per coerenza dovrebbero fare una legge per impedire di dare esecuzione alla sentenza della Consulta».
E a chi è dubbioso?
luca zaia a che tempo che fa 4
«Una legge del Parlamento potrebbe accogliere i loro dubbi, renderla migliore».
Cosa invece non si può fare?
«Nascondere la testa sotto la sabbia. Fare finta che il fine vita non ci sia».
I sondaggi dicono che gli italiani sono largamente favorevoli.
«La politica non dovrebbe tenerne conto? Sui temi etici non deve prevalere la casacca politica».
Insomma, non si può stare fermi?
«Sì, infatti vedo in giro un dibattito che non capisco. Un grande festival dell’ipocrisia…».
Fratelli d’Italia dice che bisogna puntare sulle cure palliative.
«Sì, noi in Veneto siamo i primi nelle cure palliative. dobbiamo impegnarci a fare ancora di più. Ma c’è un ma…». Quale? «I malati terminali che chiedono l’accesso alla procedura di fine vita rifiutano le cure palliative, facendo una scelta intima e personale».
luca zaia a che tempo che fa 1
Come lo spiega?
«Perché la loro richiesta a un certo punto non ha più nulla a che fare col dolore insopportabile, ma con la dignità di quella condizione dell’ultima fase della loro vita».
La politica frena. Teme il giudizio della Chiesa?
«Ma cosa c’è di nuovo nella legittima posizione della Chiesa? Lo dico con rispetto, da cattolico. Ricordo anche che la Chiesa era contraria al divorzio e all’aborto».
Ai cattolici contrari cosa vorrebbe dire?
«È doveroso rispettare le idee di tutti, non offendere nessuno, ma il mantra per me resta: la tua libertà finisce dove inizia la mia e viceversa».
C’è già la legge sul testamento biologico.
«Sì, le disposizioni anticipate di trattamento del 2017. E non le pare una contraddizione nel negare il fine vita?».
luca zaia a che tempo che fa 2
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