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Simon Tomlinson per
Nuova esecuzione da parte di un baby-killer dell’Isis. Un video montato ad arte mostra un ragazzino, con tratti occidentali, caricare una pistola 9 millimetri mentre alcuni miliziani mascherati conducono un uomo, accusato di essere una spia irachena, all’esterno di un magazzino. Il ragazzo, che si pensa abbia più o meno 14 anni, forza la vittima ad inginocchiarsi ed intanto afferma di volersi vendicare contro gli Stati Uniti, la Russia e l’Europa. Dopodiché si avvicina all’uomo e sembra sparare tre o quattro colpi, lasciando il cadavere in un lago di sangue.
Ma il boia bambino non compare nella scena dello sparo, alimentando dubbi sul fatto che il video sia stato montato per fare sembrare lui il killer, mentre in realtà potrebbe essere un adulto a sparare. Gli esperti pensano che una tattica simile sia stata già usata dall’Isis in un altro filmato simile, rilasciato pochi mesi fa, dove un altro baby boia sembrava giustiziare la presunta spia israeliana Muhammad Said Ismail Musallam.
Il ripetersi di questi video fa comunque pensare che l’Isis stia educando i ragazzini a diventare una nuova generazione di “jihadi Johns”, il combattente di origine inglese a cui il gruppo terroristico assegna le esecuzioni di alto profilo.
Il filmato, probabilmente girato in Iraq, inizia con una grafica di stile hollywoodiano simile a quella usata in Matrix: linee di codice informatico corrono giù per lo schermo mentre il prigioniero è interrogato dai suoi rapitori. Quindi si passa alla scena in cui il bambino, vestito di nero e con il logo dell’Isis sul torace, sceglie una pistola da un tavolo all’interno di un magazzino e la carica con le munizioni.
A quel punto arrivano due macchine guidate da miliziani mascherati, che portano il prigioniero mascherato e vestito con una tuta arancione sul retro del magazzino. L’ultima scena mostra i combattenti in divisa che assistono alla presunta esecuzione portata a termine dal baby-boia.
Secondo l’attivista anti-Isis Abu Mohammad, la vittima sarebbe stata accusata di collaborare con l’esercito iracheno e di fornire informazioni riguardo alla posizione dei combattenti dell’Isis.
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