DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL…
DAGONOTA -
E SE IL CAV, ALLA FINE, VOTASSE LA FIDUCIA? PAURA E DELIRIO NEL PD, PER GENTILONI SAREBBE "UN PASTROCCHIO", CUPERLO: "UNA ROBA DEL GENERE NON RIUSCIAMO MICA A GESTIRLA COL NOSTRO ELETTORATO"...
Maria Teresa Meli per "Il Corriere della Sera"
Diversi stati d'animo si alternano nel gruppo dirigente del Pd: la soddisfazione per le lacerazioni del Pdl, la paura che quanto stia accadendo si possa ritorcere contro il centrosinistra. Già , perché quella frase affidata da Maurizio Lupi a un amico rimbalza di bocca in bocca tra i parlamentari del Partito democratico: «Letta mi ha promesso che se va in porto questa operazione del Ppe un domani ci ritroveremo tutti insieme».
Un'affermazione che ha messo molti sul chi va là . Tanto che ieri Nicola Fratoianni, di Sel, prendeva in giro i colleghi del Pd con queste parole: «Bravi darete vita a una nuova Dc che vi fregherà , così si torna all'antico, ma noi non ci staremo». Non ci stanno no gli esponenti della sinistra: Nichi Vendola lo spiega chiaro e tondo a Enrico Letta che gli chiede di votare la fiducia o quanto meno di far uscire i suoi dall'Aula perché i numeri sono ballerini.
La prospettiva di una nuova operazione centrista rallegra invece gli ex dc come Beppe Fioroni: lui non vede l'ora e paragona Letta a Helmut Kohl. Paolo Gentiloni, al contrario, è preoccupato: «Non vorrei che nascesse una nuova forza centrista per metterci all'angolo». I renziani fanno mostra di non essere sotto botta per questa prospettiva ma sanno bene che metterebbe in difficoltà il loro leader perché un governo del genere non avrebbe data di scadenza se non quella della fine della legislatura.
Tra un sospetto e un sospiro di sollievo per la sconfitta e l'isolamento di Berlusconi, i parlamentari del Pd compulsano i colleghi del Pdl in cerca di notizie: vogliono capire quali siano le vere intenzioni del gran capo. Una voce si sparge in Transatlantico e semina il panico: oggi tutto il centrodestra, Berlusconi incluso, potrebbe votare la fiducia. Gentiloni scuote il capo: «Sarebbe un pastrocchio, difficile da gestire per noi». Cuperlo che gli si è avvicinato non vuole credere alle sue orecchie: «Noi una cosa del genere non riusciamo mica a gestirla con il nostro elettorato».
Sì, era il timore che aveva evocato l'altro giorno Matteo Renzi, conversando con un gruppo di fedelissimi: «Come potremmo mai rimetterci a governare come se nulla fosse con un signore che fino a un'ora prima abbiamo accusato di essere un eversore? Ma chi ci capirebbe mai?».
E Renzi ieri è venuto a Roma per parlare con Letta. à stato il premier a cercarlo al telefono il giorno prima per essere certo che il sindaco di Firenze non avrebbe preso le distanze pubblicamente da questo suo tentativo di andare avanti con il governo. Due ore e mezzo di colloquio in cui Renzi ha tranquillizzato il suo interlocutore: «Capisco le difficoltà in cui ti muovi e non voglio crearti dei problemi. Se riesci a fare un governo che abbia una maggioranza solida e un senso politico per me va bene. Quello che invece non si può fare è una robetta di corto respiro, perché non gioverebbe al Paese, non sarebbe in grado di fare quello che serve all'Italia». I due, poi, hanno parlato a lungo di Alfano: «Bisogna capire che fa e se ha veramente un buon numero di senatori con sé», ha osservato Renzi. E Letta ha convenuto con lui. Nel menù anche il congresso. Il presidente del Consiglio ha assicurato: «Non ho intenzione di rallentare i tempi e non ti metterò i bastoni tra le ruote».
Sindaco e premier si salutano amichevolmente e il primo elude i giornalisti infilandosi in un'auto con i vetri oscu
rati procuratagli da Letta. Il suo prossimo colloquio è con Epifani.
Sviluppo dell'ultimo secondo: Berlusconi potrebbe votare la fiducia a Letta! Risultato? Il Pd è fottuto. Perché se Berlusconi cambia idea e vota sì, se lo ritrovano al governo dopo aver detto di non volerlo mai più vedere. Se invece Letta passa per una manciata di voti (tra i 5 e i 15), Epifani e D'Alema hanno annunciato che "non si fanno governicchi, senza una maggioranza solida si va al voto".
Quindi a meno di una slavina di tradimeti (che non è esclusa), i democratici sono fregati in entrambi i casi. Evidentemente, Berlusconi lo sa, e dopo una settimana di delirio, ha capito che tornando nel recinto crea ancora più problemi al governo
1. BERLUSCONI ASCOLTA SENATORI,NON ESCLUSO VOTO FIDUCIA
(ANSA) - Silvio Berlusconi sta ascoltando - a quanto si apprende - gli interventi di tutti i senatori per valutare solo alla fine cosa fare in vista del voto di fiducia al governo Letta. Non si esclude, un colpo a sorpresa, e cioè la decisione di votare sì al governo per evitare spaccature del partito.
2. GOVERNO:GRUPPO PDL METTE AI VOTI IPOTESI SÃ FIDUCIA
(ANSA) - Il gruppo dei senatori del Pdl - secondo quanto si apprende - sta valutando l'ipotesi di votare la fiducia al governo. Possibilità a cui avrebbe aperto anche Silvio Berlusconi. In questo momento - sempre a quanto riferiscono - il gruppo ha deciso di mettere ai voti la decisione finale e cioè se votare sì o no a Letta.
3. 2 GIORNI FA - EPIFANI: 'NO A GOVERNO STENTATO CON TRASFUGHI'
ANSA - ''Pierluigi Bersani ha sbagliato a fare una campagna elettorale 'di conserva'. Ha sottovalutato la domanda di cambiamento del Paese''. Lo ha detto Guglielmo Epifani intervistato da Radio 24. ''Ma non ha sbagliato - ha aggiunto il segretario del Pd - solo lui, ma tutti quelli che gli erano intorno, compreso Enrico Letta''.
No a governo stentato con trasfughi - ''E' troppo presto per fare pronostici sul futuro del governo Letta. Ma dico no a governi con trasfughi che viva una vita stentata''. Lo ha detto Guglielmo Epifani a Radio 24.
Scontro Letta-Renzi su leadership? Possibile - ''Uno scontro tra Enrico Letta e Matteo Renzi sulla guida del Pd può anche esserci, ma non e' detto''. E' questa l'opinione di Guglielmo Epifani intervistato in diretta da Radio 24. ''Purtroppo nel Pd ci sarebbe bisogno - ha aggiunto il segretario dei democratici - di leader meno precari perché in 5 anni ne abbiamo cambiati troppi''.
4. 2 GIORNI FA - D'ALEMA A TGCOM24: CON DISSIDENTI NON SI GOVERNA
"Se le dimissioni dei ministri del Pdl non verranno ritirate, ci sarà una crisi di governo di cui Berlusconi è responsabile". Lo ha detto Massimo D'Alema a Tgcom24, ribadendo che quella del Pdl è una "decisione gravissima contraria agli interessi del Paese". Parlando della rottura nel centrodestra, D'Alema ha spiegato: "Pensare di sopravvivere considerando il voto di qualche dissidente darebbe vita a un governo debole esposto ad aggressioni quotidiane".
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