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Da Un Giorno Da Pecora
“Di Battista quando faceva l'animatore si faceva chiamare Cuore di Panna, aveva questo soprannome perché era molto sensibile, un 'patatone', aveva questo amore 'universale' verso tutti, da vero bravo ragazzo”.
Così a Un Giorno da Pecora Gennaro Zatarra, capoanimatore del villaggio turistico di San Vito Lo Capo nel periodo in cui lavorava lì anche Alessandro Di Battista. Il Cinquestelle era già appassionato di politica? “Si, in quel periodo era di sinistra”. E' vero che avevate buttato giù delle idee per uno sceneggiato su Caravaggio in cui Di Battista interpretava il tormentato pittore? “C'era un'idea, visto che lui aveva capelli lunghi e pizzetto. A lui piaceva l'idea di interpretare Caravaggio, sarebbe stato adatto in quel ruolo”.
ALESSANDRO DI BATTISTA ANIMATORE
ALESSANDRO DI BATTISTA ANIMATORE NEI VILLAGGI: CON LUI CARLO RANDAZZO E IL FRATELLO DI MANLIO DI STEFANO
Annalisa Grandi per www.corriere.it
ALESSANDRO DI BATTISTA ANIMATORE
Non c’era solo Alessandro Di Battista, quell’estate, al villaggio Calampiso di San Vito Lo Capo. Un video pubblicato da «Oggi» lo immortala nei panni di animatore, diciassette anni fa. Ma nel 2001, in quel villaggio in provincia di Trapani, c’erano altri due che sarebbero entrati nel Movimento 5 Stelle. E non due qualunque.
Nello staff dell’animazione infatti, oltre all’ex deputato M5S che si faceva chiamare «Cuore di panna», c’era anche Carlo Randazzo, che si occupa della comunicazione dei Cinquestelle alla Camera ed è responsabile degli eventi del Movimento. E poi Livio Di Stefano, fratello di Manlio, oggi sottosegretario grillino agli Affari Esteri.
ALESSANDRO DI BATTISTA ANIMATORE
Di Battista, si legge nell’articolo pubblicato su «Oggi», si faceva chiamare «Cuore di panna» «Per intenerire le ospiti». Un modo per rimorchiare «O rimediare un pranzo. Dicevamo che “si buttava a pietà” - racconta un collega dell’epoca intervistato dal settimanale - faceva il bello e maledetto, strimpellava incerto la chitarra e dipingeva quella dell’animatore come una vita di stenti da cui doveva essere “salvato”». E riguardo al suo successo con il pubblico femminile, si legge ancora: «Ne aveva ma non più degli altri: del resto bastava avere una maglietta con su scritto équipe».
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