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Tiziana De Giorgio per ‘la Repubblica’
In Veneto è stata bollata come «un' emergenza».
Con la Regione guidata dalla Lega che parla di giovani del Nord-Est ingiustamente penalizzati. E che lancia un appello al ministro dell' Istruzione, Stefania Giannini: si invocano controlli a campione sugli alunni, ispezioni a sorpresa negli istituti di tutta Italia, commissioni ministeriali formate da esperti che possano in qualche modo garantire uniformità, quando vengono assegnanti i voti in classe.
In Piemonte, è l' assessore all' Istruzione del Pd, Gianna Pentenero, a chiedere un cambio di rotta: «Non ne faccio una questione Nord e Sud - precisa - Ma non si può non ammettere che c' è una divergenza evidente tra i parametri di valutazione». I risultati della maturità pubblicati nei giorni scorsi dal ministero - che mostrano un profondo squilibrio fra le regioni del Nord e quelle del Sud nella distribuzione dei voti più alti - entrano nel dibattito politico. E sono in tanti, dal Piemonte all' Emilia Romagna, dal Veneto alla Lombardia, a chiedere in maniera trasversale una riflessione.
«Servirebbe, per esempio, che i test Invalsi diventassero un elemento comune da cui partire per rivedere i criteri di valutazione su base comune - prosegue Pentenero - così da non svantaggiare gli studenti che devono far valere quei voti per l' accesso nelle università». Perché è questo uno degli aspetti che ha riacceso il grande dibattito sulla valutazione. E sull' Italia a diverse velocità in tema di scuola: da un lato, l' exploit di diplomi da 100 e lode in regioni come Puglia e Campania, che da sole superano quelli di Lombardia, Veneto e Piemonte messe insieme.
Dall' altro i risultati di rilevazioni nazionali come l' Invalsi, sugli studenti di seconda superiore, che capovolgono la piramide e vedono gli studenti del Nord di gran lunga più bravi rispetto a quelli del Sud.
In Emilia Romagna, l' assessore alla Scuola, Patrizio Bianchi, parla di un esame di maturità «poco affidabile» rispetto a meccanismi di valutazione più standardizzati come l' Ocse. E invita tutti a non prendere il punteggio dell' esame finale come metro di valutazione del livello delle strutture scolastiche o della preparazione degli studenti. «Questi dati sono certo una novità - commenta invece il governatore della Lombardia, Roberto Maroni - ma sorprendono sempre.
E rispetto a quelli rilasciati dall' Invalsi stridono». Fuori dal coro, invece, il forzista Giovanni Toti, presidente della Liguria: «È sempre difficile fare questo genere di classifiche - spiega - perché cambiano le sensibilità e i contesti da regione a regione». Quindi, sui voti dei neodiplomati, preferisce guardare il bicchiere mezzo pieno: «Faccio i complimenti ai ragazzi del Sud. Spero siano il simbolo di un Sud che ha voglia di ripartire sul merito e l' impegno».
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