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DAGOREPORT – QUANTO DURERA' LA STRATEGIA DEL SILENZIO DI GIORGIA MELONI? SI PRESENTERÀ IN AULA PER…
M.Zat. per “la Stampa”
L’addio della Grecia all’Eurozona è «nell’ambito delle cose che possono succedere», ammette Guntram Wolff, direttore del Bruegel, l’autorevole think tank bruxellese.
Che fare, allora?
«C’è bisogno anzitutto di un programma aggiuntivo e dell’impegno di Atene a rispettare le condizioni già imposte al governo precedente», risponde l’economista tedesco, convinto che questo sia «un imperativo assoluto».
Un’unione monetaria, spiega, funziona «se le sue regole sono credibili e rispettate: se invece un paese decide unilateralmente di non rispettarle e chiede dei soldi per farlo, allora non funziona. E’ un atteggiamento insostenibile».
tsipras con un poster della merkel
Posto si riesca ad arrivare sino a qui, Herr Wolff, cosa può avere Atene in cambio?
«Si può ragionare su un programma che preveda un aggiustamento di bilancio inferiore all’attuale: non il 5% l’anno di correzione ma qualcosa intorno al 4. Successivamente si tratterebbe di lavorare sull’indicizzazione dei finanziamenti all’andamento del pil. Permetterebbe di evitare che il debito diventi ingovernabile».
Qual è l’alternativa?
«Se Tsipras rifiuta il sostegno dell’Europa, dovrà andare sui mercati da solo senza averne i mezzi. Anche la Bce dovrebbe smettere di finanziare il sistema perché non si danno soldi agli insolventi. Sarebbe l’inizio della bancarotta».
Il passo seguente potrebbe essere l’uscita dall’euro. Possibile?
«Assolutamente si. Non so dire quanto sia probabile, ma certo è un’ipotesi concreta».
Nel caso, chi avrebbe più responsabilità?
«E’ presto per attribuire le colpe, però molte cose sono state sbagliate. Già prima della crisi la politica fiscale greca era irresponsabile. Avevano troppo debito e troppo deficit. Fra il 1999 e il 2007 il disavanzo è stato al 6%. Quando è successo il peggio sono andati al 15. Tornare a zero è stato doloroso. I primi governi ellenici non sono certo esenti da biasimo».
E l’Europa?
«La principale colpa è stata quella di aver ritardo la ristrutturazione del debito».
Prevede un accordo, all’Eurogruppo?
«Sarà una notte lunga. Il caso arriverà al vertice europeo. Insieme con l’Ucraina».
i sostenitori di syriza festeggiano
L’Eurozona sopravviverebbe senza la Grecia?
«Si. Molte cose dovranno cambiare, però. Sarà uno choc e ci saranno delle tensioni. I mercati saranno nervosi e andranno a testare la reazione dei paesi col debito più alto».
C’è rischio di contagio, all’Italia, per esempio?
«C’è. Ma è considerevolmente inferiore al passato».
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