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Alessandro Alviani per La Stampa
Alla fine dovrebbe essere un maxi intervento pubblico a ripianare la voragine finanziaria aperta dal nuovo aeroporto di Berlino, che non ha ancora aperto i battenti - nessuno sa esattamente quando lo farà - ma si è già guadagnato di diritto il titolo di grande opera più caotica in costruzione in Germania. Lo Stato tedesco e i Länder di Berlino e del Brandeburgo hanno annunciato che correranno in soccorso della società di gestione, per evitare che fallisca prima ancora che un solo passeggero possa decollare dal nuovo scalo. Si tratterà di un mix di capitali e prestiti.
Bocche cucite sulle cifre concrete. Secondo indiscrezioni stampa il fabbisogno supera il miliardo di euro: a 1,17 miliardi ammontano infatti i costi supplementari causati in parte da nuovi provvedimenti di isolamento acustico decisi per venire incontro alle proteste degli abitanti delle zone circostanti, in parte dal rinvio dell'inaugurazione dell'aeroporto, prevista per il 3 giugno e rimandata neanche un mese prima, ufficialmente per difetti all'impianto antincendio.
Che i problemi, in realtà , siano molti di più lo dimostra il fatto che anche la nuova data per l'apertura dello scalo - il 17 marzo 2013 - è in bilico e potrebbe saltare. Una decisione a riguardo dovrebbe arrivare il 14 settembre. Si rischia il terzo rinvio: i piani iniziali prevedevano di rendere operativo l'aeroporto nel novembre 2011. Ora, secondo la stampa tedesca, circolerebbero già scenari per un'inaugurazione tra maggio e ottobre 2013. Inoltre i costi complessivi, stimati finora in 4,3 miliardi, potrebbero ulteriormente lievitare. La Welt parla di 4,7 miliardi.
Prima che i nuovi aiuti pubblici possano essere versati bisogna comunque aspettare l'esito di un procedimento della Commissione europea in materia di aiuti di Stato. E non solo quello: nella maggioranza tedesca la pazienza inizia a scarseggiare. Finora lo Stato e i Länder di Berlino e del Brandeburgo hanno già pagato 430 milioni di euro per lo scalo e si sono sobbarcati garanzie su crediti per 2,4 miliardi. Un quarto degli aiuti (26%) arriva dallo Stato, il resto dalle due regioni, che detengono ognuna una quota del 37%. Tradotto: lo Stato tedesco dovrebbe mettere ora a disposizione circa 300 milioni in più.
Di fronte al caos organizzativo, però, i liberali della Fdp, tradizionalmente allergici ai salvataggi pubblici, si sono detti contrari a nuovi interventi statali. E hanno posto una netta condizione: ci potranno essere altri aiuti pubblici solo se il sindaco di Berlino Klaus Wowereit e il governatore del Brandeburgo Matthias Platzeck (entrambi socialdemocratici) si dimetteranno da presidenti del consiglio di sorveglianza della società che gestisce lo scalo, ha detto il segretario generale dei liberali Patrick Döring alla Bild am Sonntag.
Il nuovo aeroporto di Berlino, intitolato all'ex cancelliere Willy Brandt, sorge a Sud-Est di Berlino, accanto a quello di Schönefeld e sostituirà , oltre a quest'ultimo, anche l'altro scalo della capitale tedesca, Tegel (il terzo, il leggendario Tempelhof, è stato chiuso nel 2008). La sua storia è costellata di rinvii e imbarazzanti rivelazioni. L'ultima pochi giorni fa, quando lo Stern ha scoperto che un radicale islamico lavorava in nero sul cantiere, tra gli addetti alla sicurezza.
Il ventunenne, che avrebbe avuto stretti contatti con due persone note alla polizia per aver tentato di organizzare attentati dinamitardi, è stato fermato il 2 agosto. Inoltre i ripetuti rinvii e le incertezze sulla data d'apertura mettono in difficoltà le compagnie aeree, in particolare il secondo vettore tedesco, Air Berlin, che nella capitale ha il suo più grande hub.
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