DAGOREPORT – MATTEO FA IL MATTO E GIORGIA INCATENA LA SANTANCHÈ ALLA POLTRONA: SALVINI, ASSOLTO AL…
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La curiosità dei bagnini diventa pressante. Soprattutto dopo le parole di Mattarella sui tempi (a sufficienza) per la riforma elettorale e per il varo della manovra. Così, per soddisfare le legittime curiosità degli operatori delle spiagge e degli inquilini dell’ombrellone accanto, ecco una fotografia in movimento dei quel che avviene nei condomini del Partito democratico, di Grillo, di Villa Certosa.
CASA RENZI
I sondaggi per il Pd non sono buoni. Tutti gli istituti indicano il partito in discesa. E se poi, le domande vengono finalizzate a Renzi, la discesa diventa una picchiata. Il Ducetto aveva promesso di provare a cambiare carattere. E c’è riuscito: lo ha peggiorato. E gli elettori (che non sono proprio scemi) se ne sono accorti.
Qualche mugugno, lontano dalle orecchie del Cazzaro di Rignano, comincia a filtrare anche fra i renziani di stretta osservanza. In modo particolare, la scelta di rimpinguare di “ragazzini” la segreteria fa storcere la bocca a chi sa che i voti si prendono sul territorio. E la “bella gioventù” messa in piedi da Matteo fa ancora anticamera per parlare con i capibastone del partito a livello locale.
LA STRETTA DI MANO TRA ENRICO LETTA E MATTEO RENZI
Comunque, l’ordine del segretario è stato chiaro: non si muove nulla fino alle elezioni regionali siciliane. Come a dire: Mattarella può aspettare per la legge elettorale. Nei piani alti del Nazareno, poi, qualcuno ha sentito Matteo dire che Gentiloni è un Enrico Letta reload. A chi gli chiedeva cosa volesse dire, ha spiegato: “Paolo è lento e inconcludente come Enrico”.
Sembra che la stoccata al premier sia arrivata per la consolidata sintonia che ha trovato con Piercarlo Padoan. Il ministro dell’Economia è entrato nel mirino di Matteo, e non da oggi. “Pensa di essere il ministro dell’Economia”, sarebbe sfuggito a Renzi. Fatto sta che il tandem Gentiloni-Padoan rappresenta la principale minaccia per il Ducetto per portare avanti le sue idee in campo di tasse e finanze pubbliche.
Ad ispirarle, sarebbe Marco Fortis. Il consigliere Rai e commentatore del Sole 24 Ore è il candidato di Matteo un po’ per tutto: dalla Banca d’Italia alla Consob. E lui ricambia tanta attenzione propinando al segretario Dem pillole di saggezza economica. Proprio questa vicinanza ha fatto scappare dal Nazareno sia Tommaso Nannicini sia Filippo Taddei: le due menti economiche della Leopolda.
I giovani economisti si sentivano “ministri” in pectore con Renzi a Palazzo Chigi. Ora che Gentiloni ha stretto l’alleanza con Padoan, il loro ruolo è stato fortemente ridimensionato. E sono tornati in America. Pochi li rimpiangeranno. Anche perché pochi li capivano quando parlavano. Renzi in testa…
CASA GRILLO
Da Sabaudia all’Argentario lo sport dell’ombrellone sembra essere diventata la scommessa quanto dura la Raggi? E la sindaca, per scaramanzia, si trasferisce nell’alta collina laziale. Beppe Grillo è inondato di proteste contro Virginia. Ed a tutti trasferisce la propria riflessione: non si può allontanare un sindaco dall’oggi al domani; ricordatevi che il Pd per cacciare Marino ci ha messo un anno, e con l'aiuto di Marchini.
Ed ancora. A chi gli chiede la mano pesante con la Raggi, Grillo ricorda il caso di Parma. Il Movimento ha tolto il simbolo a Pizzarotti e l’hanno rieletto nuovamente. Insomma, abbiamo Virginia e ce la dobbiamo tenere.
Per questo a tutti gli interlocutori ripete la stessa formula: aiutatemi. Il capocomico si sta rendendo conto che Luigino Di Maio “non buca” come candidato premier. Sarà pure presentabile (sempre in giacca e cravatta) ma non ha grip sull’elettorato. Insomma, è politicamente leggero come l’“acqua panna”. Più efficace è senz’altro l'agitato Alessandro Di Battista. Beppe, però, comincia a sospettare che gli manchi il “quid”; come ad Alfano.
L’ideale sarebbe trovare un candidato che ha “quid”, immagine e non sia Meridionale. L’identikit di Milena Gabanelli, ma Mijena ha già detto di no almeno cento volte.
In realtà, a macerare l’animo di Grillo è la consapevolezza che Davide Casaleggio non è il padre. Con Gianroberto il feeling era totale. Con Davide, sotto sotto, non è ancora scattata l’empatia che c’era con l’augusto genitore.
CASA BERLUSCONI
Diete, comparsate tv, selfie sui moli della Costa Smeralda: per gli uomini del Cav, il “dottore” sente aria di voto. E Silvio si prepara per la sua personale campagna elettorale. E’ talmente rinvigorito che starebbe pensando anche ad un colpo ad effetto.
Berlusconi sta cogitando di individuare una donna come candidato premier. Da giorni, la fida Alessandra Ghisleri sta monitorando una ventina di pulzelle per individuare quale potrebbe rivestire il ruolo. I primi risultati dicono che nella cinquina di testa la più votata è Mara Carfagna. Il lavoro della Ghisleri però non si limiterà a produrre un sondaggio di tipo tradizionale. Il monitoraggio sarà continuo. Insomma, una specie di hit parade. E chi resta più a lungo in cima rischia di ricevere l’investitura.
Prima, però, bisogna mettere a punto la legge elettorale. Non è un mistero per nessuno che il Cav punti al premio di coalizione. Il suo obbiettivo, però, non è limitare la coalizione a Lega e Fratelli d’Italia. Niccolò Ghedini ha avuto l’incarico di assembleare tanti piccoli partiti (dai transfughi di Alfano e Verdini agli animalisti della Brambilla) in grado di rosicchiare voti a destra e sinistra.
Le considerazioni di Berlusconi prendono corpo dall’esperienza di Farsa Italia. Nella Politica – ragiona – tutti si sentono generali. Con i piccoli partiti in coalizione, ognuno è libero di sentirsi il comandante del suo (piccolo) esercito; e tutti sono contenti. Senza il bisogno di rottamare nessuno.
michela vittoria brambilla silvio berlusconi
Ed ora i bagnini sapranno di cosa ragionare mentre aprono l’ombrellone…
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