DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Paola Sacchi per Dagospia
Era ovviamente solo una boutade ma la voglia della campagna acquisti, soprattutto nelle file avversarie, al Cav non è mai venuta meno. Soprattutto ora che per una del tutto favorevole e un po’ casuale coincidenza Silvio Berlusconi si gode il suo ruolo da ago della bilancia nella nomina del presidente Rai designato Marcello Foa.
Era giovedì pomeriggio 26 luglio, un Berlusconi particolarmente in forma, galvanizzato dall’accoglienza e dagli applausi dei suoi che aveva appena arringato nell’auletta dei gruppi parlamentari a Montecitorio, incrocia il deputato del Pd Emanuele Fiano, renziano di stretta osservanza, ma soprattutto milanese, uno che pur nel ruolo di avversario politico ha sempre mantenuto rapporti con esponenti della Lega, come il Richelieu padano Giancarlo Giorgetti, e che comunque una simpatia umana per il Cav l’ha sempre avuta, pur nel netto dissenso politico.
Fiano, che si trovava a passare per caso, vede aperta la porta dell’ufficio della vicepresidente della Camera, la forzista Mara Carfagna, e da uomo di mondo decide di entrare pensando, tra sé e sé: “Visto che la Mara ha lasciato la porta aperta, fammi salutare il Cav che è tanto che non lo vedo…”. La sagoma alta di Fiano non fa in tempo a materializzarsi che Berlusconi lo accoglie a braccia aperte, fin troppo, tant’è che lo fulmina subito scherzando così: “Ma Emanuele, allora quand’è che vieni con noi?”.
Fiano ride: “Cavaliere, io ero solo passato a salutarla…”. Berlusconi insiste: “Perché guarda, noi quelli bravi li vogliamo”. Fiano ride sempre più divertito. Il Cav: “E poi ti ho visto in tv, sei molto efficace…”. E, certo, se lo dice il “gran comunicatore”, si vede che è proprio così. Fiano racconta ancora divertito ai suoi la gag del Cav nei corridoi di Montecitorio e chiosa: “L’ho trovato proprio in forma Berlusconi, eh…”.
Vediamo se Fiano e il Pd saranno dello stesso parere mercoledì prossimo 1 agosto quando la Commissione di Vigilanza si esprimerà sulla nomina del presidente designato Marcello Foa, voluto dalla maggioranza del governo giallo-blu, dove i 7 esponenti azzurri faranno la differenza nella votazione. Perché se Fi alla fine voterà Foa, il Pd resterà con un palmo di naso.
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