SINDROME PD! - IL NAZARENO COME UN BUNKER: BERSANI LASCIATO SOLO A SOSTENERE LA LINEA INDIFENDIBILE SU MPS (“NON C’ENTRIAMO NULLA”) E I SONDAGGI MACINANO PUNTI PERSI - UNO SPETTRO TERRORIZZA LA SEDE DEMOCRAT: “E’ COME IL 2006!” - MENTRE IL BANANA COMPRA BALOTELLI, I PIDDINI TEMONO L'AZZOPPAMENTO PER "CONCORSO ESTERNO": NUOVE CARTE DELL’INCHIESTA PENATI O SI PARLA ADDIRITTURA DI QUALCHE INTERCETTAZIONE DI CECCUZZI “L’EROE”…

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Wanda Marra per "Il Fatto Quotidiano"

Balotelli ha un carattere complicato ma è un genio del calcio. Da interista mi dispiace moltissimo che se lo sia comprato Berlusconi". Già sempre lui. Lui che "usa scorrettamente tutti i mezzi, dalle televisioni al Milan". Lui che "nel Natale del 2003 poco prima della discesa in campo andava tra i pulcini rossoneri a far regali a tutti".

Si lascia andare ai ricordi Walter Verini, deputato di lungo corso del Pd, ricandidato in Umbria. Mentre ricorda che "la partita bisogna giocarla, le elezioni non sono mica già vinte". Eppure c'era stato un momento in cui Pier Luigi Bersani sorrideva da tutti gli schermi tv mentre si auto-incoronava come "la lepre" da rincorrere.

Bei tempi. Adesso, ogni giorno ha la sua grana. Dalla bomba Mps ai mirabolanti tagli alle tasse promessi da Monti, dal rifiuto di Ingroia di sottomettersi e "responsabilmente" (copyright Pd) ritirare le liste per il Senato, all'ennesima resurrezione di Berlusconi. Solo 3 punti di differenza tra centrosinistra e centrodestra, secondo l'ultimo sondaggio della Ghisleri. E in generale secondo tutte le rilevazioni il calo è costante.

Sotto il 30% il Pd sta non solo per Euromedia, ma pure per Swg. E adesso arriva la ciliegina sulla torta-Balotelli. Secondo la propaganda del Cav. vale due punti. Altri due. Tattica consolidata la sua. Nel 2006 in funzione anti Prodi Berlusconi comprò Kakà, nel 2008 Ronaldinho. "Dio ci scampi, Dio ci scampi": basta evocare il 2006 e Cesare Damiano, ministro del Lavoro del Governo Prodi, risponde così.

Quella volta i sondaggi davano l'Unione in vantaggio schiacciante. A piazza Santi Apostoli la sera del 10 aprile era già pronta la festa. Si trasformò in una veglia funebre, con gli instant poll che vedevano accorciare di ora in ora le distanze tra i due schieramenti. E Piero Fassino che si presentò davanti alle telecamere alle 2 e 44 del mattino: "Abbiamo vinto", disse, con la faccia di uno che annunciava la sconfitta. 25mila voti di differenza, un Senato ingovernabile. Il governo Prodi durò 2 anni.

"Non abbassiamo la guardia, non diamo niente per scontato. Stiamo facendo una vera campagna elettorale", dice Damiano. Toni eroici. "Pancia a terra", per dirla con Davide Zoggia, responsabile Enti Locali, uomo molto vicino al segretario che cita numeri incoraggianti e parla di entusiasmo ovunque. Ma già che c'è dà una botta pure al Balotelli calciatore: "È discontinuo". Però il danno è fatto.

Sul tema interviene Bersani, da un palco di Trieste: "Negli ultimi due giorni ho fatto oltre un migliaio di chilometri in giro per l'Italia. In questa stessa giornata Berlusconi ha passato diverse ore con il procuratore di Balotelli per vedere se sotto le elezioni riesce a fare questo colpo". Il serio e responsabile Pier Luigi mette il dito nella piaga. Gli altri i fuochi d'artificio li fanno. Lui non fa spettacolo, non racconta "favole".

Al massimo conia metafore. Come quella di ieri: evasione? "È come non vedere una mucca nel corridoio". Da "lepre" leggiadra e veloce si è trasformato nel mastino che promette "Li sbraniamo tutti". "Serve un cambio nella campagna elettorale, dà voce ai fantasmi comuni, Sandro Gozi, europeista. "Dite che non sono resi conto che la campagna elettorale sarebbe stata così dura?", qualche dubbio ce l'ha anche l'onorevole Trappolino.

Il Nazareno in questi giorni sembra un fortino: dentro c'è quasi solo il "tortellino magico" del segretario, che gestisce contenuti e comunicazione. "Si respira non solo paura, ma pure isolamento. Bersani è completamente solo. Ognuno si fa i cavoli suoi", racconta Lino Paganelli, dirigente democratico, renziano dell'ultima ora ed escluso dalle liste a un attimo dalla chiusura.

La paura ha le sembianze non solo dell'eterno Caimano, ma pure del gelido Professore. "Ma chi è ‘sto Monti? Sembra dr Jeckyll e Mr Hyde. Si dia una calmatina eh. Abbassi la cresta". Paola Concia è passata da Roma. Sta facendo la campagna elettorale in Abruzzo "dove fa un freddo porco". Ma i brividi non sono di freddo: "La paura è tanta". E se "‘sto Monti" pretendesse Palazzo Chigi? "Non ci voglio neppure pensare". "Se ci azzoppano la vittoria è per concorso esterno".

L'espressione è di Fioroni e si riferisce ai voti che potrebbero arrivare a Ingroia. Ma molti come "concorso esterno" temono nuove carte dell'inchiesta Penati o nuovi sviluppi di Mps, si parla addirittura di qualche intercettazione di Ceccuzzi, oppure chissà... "I sondaggi non sono un problema: sono affidabili solo per Pd, Sel, Lega e Pdl. Per tutto il resto no. Quindi noi non abbiamo niente da temere". Parola di Pietro Martino. E il Senato? "Vabeh, quello è in bilico dall'inizio. E li, se si va al pareggio, al massimo rivotiamo". Alla faccia della sicurezza.

 

PIERLUIGI BERSANI E MUSSARIMARIO BALOTELLI CONTRO LINGHILTERRA jpegWALTER VERINI ALESSANDRA GHISLERI BERLUSCONI MILAN KAKAMARIO MONTI LEGGE RESTART ITALIA IL SINDACO DI SIENA FRANCO CECCUZZI NEL GIORNO DELLE DIMISSIONI DA PARLAMENTARE jpeg