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BERTO-LESSO DORATO E FRITTO - SALVINI VEDE I SONDAGGI E AFFONDA LA CANDIDATURA DI BERTOLASO: “STA SOTTO AL 20%. SE ANDIAMO DA SOLI PRENDIAMO TRA L’8 E IL 10%” - ECCO PERCHÉ IL LEGHISTA POTREBBE PRESENTARE UNA CANDIDATURA AUTONOMA, MAGARI UNA DONNA

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Mauro Favale per “la Repubblica - Roma”

 

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«Bertolaso? Non arriva al 20%». Ogni giorno che passa Matteo Salvini affonda la candidatura dell’ex capo della Protezione civile. In trasferta a Roma, ieri, dopo classico giro nelle periferie (stavolta Tor Sapienza e il campo nomadi di via Salviati, ritrovandosi davanti a rom che lo hanno accolto tra applausi e scritte di benvenuto), il leader della Lega ha riunito i suoi parlamentari per spiegare i moviti della sua sempre più esplicita retromarcia su Bertolaso. Lo ha fatto mostrando un sondaggio secondo cui il candidato del centrodestra non arriverebbe nemmeno al ballottaggio.

 

E non solo: secondo la rilevazione, la Lega a Roma, in coalizione oscillerebbe tra il 2 e il 4%. Se andasse da sola, invece, starebbe tra l’8 e il 10%. Per questo Salvini starebbe maturando l’idea di presentare una candidatura solitaria, forse una donna, annunciandola dopo i 40 “banchetti” del prossimo week end, quando chiamerà a raccolta i romani di centrodestra per scegliere tra i nomi attualmente in campo, da Bertolaso ad Alfio Marchini a Francesco Storace. Più uno spazio bianco in cui indicare un altro nome.

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Ma al di là dei giochi politici, la campagna elettorale romana in questo momento è concentrata sul tema dei rom, 9.000 in tutto a Roma, lo 0,25% della popolazione. Ieri il leader della Lega è rimasto spiazzato dall’accoglienza ricevuta in via Salviati. Dopo aver parlato di “ruspe” con una decina di residenti di Tor Sapienza, in piazza De Cupis, il segretario del Carroccio è arrivato in uno dei 44 insediamenti abusivi “tollerati” della capitale.

 

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Trovando scritte e lenzuoli per lui: «Benvenutto a Roma Mateo». E più avanti: «Prima gli italiani, pace e amore». «Sempre meglio che due calci nel sedere, qui dicono le mie stesse parole»,sottolinea Salvini che gira tra le baracche col suo Ipad, fa foto, compresa una a una tenda con su scritto “Outlet oro”.

 

Assediato da microfoni e telecamere, viene invitato dagli stessi rom a salire su un palchetto improvvisato, con tanto di tavolino di plastica, con sopra un asciugamano e una bottiglia d’acqua. «Lasciatelo respirare», urlano i nomadi ai giornalisti.

 

Inizia così una sorta di dialogo, botta e risposta tra Salvini e gli abitanti del campo. Si parla di roghi tossici («Dove sono? Qui bruciamo solo legna», la risposta), di lavoro («Quando sentono che siamo zingari non ci assumono »), di casa, soprattutto: «Perché non ne affittate una come tutti gli altri?», chiede Salvini.

 

SALVINI RE MAGIOSALVINI RE MAGIO

«Perché non ci riusciamo», replicano i nomadi. Tra di loro anche un paio di giovani dei collettivi: «Salvini sei un populista, soffi sul fuoco e non conosci la situazione di Roma. Questa è una guerra tra poveri». Davide, una sorta di rappresentante del campo, sorprende tutti quando dice: «Pensate prima agli italiani. Mi si stringe il cuore a vederli in fila alla mensa della Caritas. Trovate un tetto a quelli che vivono nelle macchine». Come a dire: occupatevi di loro e lasciate in pace noi.

 

Poi, quando tutto finisce e si allontana, spiega di preferire Salvini «che pure ci insulta, alla sinistra che ha comandato per 40 anni senza fare nulla. Finché qualcuno non si mette sulla poltrona, non sai mai cosa farà».