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L'OSTACOLO PIU' DURO PER GIORGIA DEI DUE MONDI E' ARRIVATO: DEVE DECIDERE SE ESSERE LA RAGAZZA…
Luigi Bisignani per “Il Tempo”
Il 4 dicembre si voterà per il referendum. Riuscirà la ‘gioiosa macchina da guerra’ del No a battere la corazzata di Matteo Renzi che con la vittoria cerca la sua consacrazione? Difficile dirlo.
Così come è difficile prevedere se l'8 dicembre Virginia Raggi sarà ancora in carica e riceverà Papa Francesco in Piazza di Spagna alla tradizionale Festa dell'Annunciazione. Oggi la Sindaca ha dato un clamoroso forfait in Vaticano, sembra per contrasti sempre più forti con il Segretario di Stato Pietro Parolin allineato , secondo Lei, più con Nicola Zingaretti governatore PD della Regione che con il Campidoglio.
Si vanno comunque rimescolando le carte anche negli altri Palazzi della politica. In diversi nel centrodestra si schiereranno per il Sì ; un pezzo da novanta come il filosofo Marcello Pera, ad esempio, presenterà il suo Comitato per appoggiare le riforme martedì insieme a Giuliano Urbani. E se nell’intellighenzia di sinistra è in corso la battaglia per arruolare prestigiosi No, il premier progetta un grande happening per il 2 dicembre, probabilmente a Firenze. Intanto dalle segrete stanze più indizi lasciano pensare che farà un passo indietro Maria Elena Boschi.
Parlando di donne da copertina non si può non tornare a Virginia Raggi ormai quasi scomunicata pure dal Vaticano. Seppur contraria alle Olimpiadi, ha vinto la medaglia d'oro per l’incoerenza. Numero uno nel rinnegare quello che aveva affermato su clientelismo, tetto alle retribuzioni e trasparenza con la magistratura. Una Robespierre finita ghigliottinata dalle sue stesse parole.
Anziché bugie sull'assessore Muraro, avrebbe dovuto cavalcare la notizia delle indagini per poi affermare la necessità di aspettarne gli sviluppi. Si sarebbe portata dalla sua molti romani che l’hanno votata entusiasti, compresa quell'alta borghesia che guardava al Movimento 5 Stelle come alternativa valida al renzismo.
Quanto ai poteri forti che addita, spiace deluderla: ad agosto ne giravano davvero pochi. E nella capitale ormai sono rari quelli rimasti. Lontani i tempi di Cesare Geronzi. C’è giusto Francesco Gaetano Caltagirone che però, contrario allo stadio della Roma, pensa più a Trieste e Parigi.
Comunque sia, Matteo Renzi farebbe bene a rivolgere ogni sera una preghiera a Santa Virginia che ha favorito la rottamazione di Di Maio, apprendista Premier. Se va avanti la dinasty Campidoglio, Renzi vincerà il referendum. Ma anche se lo perde, Sergio Mattarella non gli negherà un governissimo, con il pretesto del collasso del sistema bancario, per arrivare alle elezioni del 2018.
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