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BISOGNA SALVARE L’INDUSTRIA EUROPEA. MA COME? – BRUXELLES IPOTIZZA UN FONDO COMUNE MA NESSUNO HA CAPITO COME FINANZIARLO - SUL TAVOLO ANCHE LE AGEVOLAZIONI FISCALI PER LE IMPRESE CHE FARANNO INVESTIMENTI "GREEN" IN EUROPA – ITALIA E FRANCIA CONTRARIE ALLA SOLA OPZIONE DI ALLENTARE I VINCOLI SUGLI AIUTI DI STATO: NE GODREBBE SOLO LA GERMANIA CHE PUO’ METTERE MANO ALLA CASSA, AUMENTANDO IL DIVARIO TRA I SISTEMI PRODUTTIVI – DEI 672 MILIARDI DI EURO CHE I PAESI MEMBRI DELL'UE HANNO MESSO A DISPOSIZIONE DELLE LORO IMPRESE, PIÙ DELLA METÀ, IL 53%, E’ STATO SGANCIATO DA BERLINO...
ursula von der leyen foto di bacco (4)
1 - IL PIANO SALVA-INDUSTRIA
Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “la Stampa”
L'allarme per la situazione dell'industria europea è forte. […] l'istituzione di un «Fondo comune europeo» per «sostenere i Paesi in modo equo» e prima ancora un ulteriore allentamento delle regole sugli aiuti di Stato. […] Vestager propone di estendere l'attuale quadro temporaneo per gli aiuti di Stato «a tutte le tecnologie per le energie rinnovabili», ma soprattutto suggerisce di introdurre agevolazioni fiscali per le imprese che decidono di fare investimenti «green» in Europa anziché in altri continenti, in modo da trattenerle qui. Ora i governi dovranno dare una risposta entro il 25 gennaio, dopodiché la Commissione metterà sul tavolo una proposta ufficiale che sarà portata al vertice dei capi di Stato e di governo straordinario del 9-10 febbraio.
emmanuel macron ursula von der leyen
[…] «gli elevati prezzi dell'energia», «la necessità di dare un'adeguata formazione professionale ai lavoratori» e soprattutto il piano Usa anti-inflazione «che rischia di attirare gli investimenti delle imprese Ue negli Stati Uniti» richiedono «una forte risposta europea». Anche a rischio di adottare misure che alcuni Paesi continuano a considerare come eccessivamente «protezionistiche».
Sulla questione ieri è tornata Ursula von der Leyen, che però continua a cercare un «dialogo» con l'amministrazione Biden per evitare uno scontro transatlantico. […] la presidente della Commissione ha confermato l'intenzione di istituire un nuovo fondo europeo per aiutare le imprese […] Al momento […] non è ancora chiara quale sarà la potenza di fuoco del nuovo strumento finanziario. Né ci sono certezze sulle modalità con le quali verrà finanziato. Se verrà emesso nuovo debito comune oppure se si punterà a utilizzare fondi già esistenti. […]
URSULA VON DER LEYEN GIORGIA MELONI
Sull'ipotesi di introdurre un nuovo fondo europeo si stanno già muovendo le varie cancellerie degli Stati membri, ma non nella stessa direzione: da un lato c'è la spinta del fronte Sud guidato da Italia e Francia che ritengono l'allentamento delle regole sugli aiuti di Stato insufficiente e iniquo, dall'altro però ci sono le resistenze dei nordici. Il governo tedesco è al momento diviso tra le aperture del cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz e i dubbi del ministro delle Finanze liberale Christian Lindner. Berlino, come già successo con il Next Generation EU, sarà il vero ago della bilancia. […]
2 – RISCHIO BOOMERANG PER GLI AIUTI DI STATO LA GERMANIA DA SOLA VALE METÀ DELLA TORTA
Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “la Stampa”
Per capire come mai l'Italia e gli altri governi del Sud Europa considerino insufficiente un'ulteriore stretta delle regole Ue sugli aiuti di Stato, se non accompagnata dalla creazione di un nuovo fondo comune, bisogna guardare il grafico allegato alla lettera spedita dalla vice-presidente Margrethe Vestager ai 27 governi. Il colpo d'occhio è impressionante.
EUROPA E AIUTI DI STATO - IL BUDGET DEI VARI PAESI
Dall'inizio della guerra in Ucraina e della conseguente crisi energetica, da quando cioè la Commissione ha allentato le maglie con il nuovo quadro «temporaneo» per gli aiuti di Stato, i Paesi membri dell'Ue hanno messo a disposizione delle loro imprese 672 miliardi di euro. Più della metà, il 53%, dalla sola Germania, mentre circa un quarto (il 24%) dalla Francia. L'Italia - che ha le mani legate dal livello del suo debito pubblico - è al terzo posto, ma con un ampio distacco: il sostegno pubblico concesso da Roma ammonta a meno di 50 miliardi di euro, il 7% del totale. Una situazione che, se non affrontata a livello comunitario, rischia di accentuare ulteriormente le disparità tra le economie Ue e di frammentare il mercato interno. […]
URSULA VON DER LEYEN OLAF SCHOLZ
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