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Anche se Benedetto Della Vedova dice che non ci sarà alcun problema nel superare la soglia di sbarramento, in realtà la preoccupazione dentro Futuro e Libertà per l'Italia è altissimi. Fli sta raccogliendo le firme per presentarsi alla Camera in sostegno di Monti insieme con altre tre liste (al Senato ci sarà un'unica lista), ma la tentazione di lasciar perdere e finire dentro la grande lista dell'Agenda del Professore è tanta. Anzi, tantissima. Contarsi, per i finiani, sarà veramente un problema stavolta. Temono di fare una figura di merda che non ha precedenti nella storia del presidente della Camera.
Dentro il partito è un braccio di ferro continuo. Da una parte Italo Bocchino, che non vuole abbandonare il fortino, dall'altra Benedetto Della Vedova, uomo molto apprezzato da Monti, che da tempo medita la fusione in un nuovo centro che il presidente del Consiglio del governo dimissionario in questo momento rappresenta.
Intanto l'altro ieri Fini ha tolto le delega a Bocchino e si è ripreso tutti i poteri. Il deputato campano è il vero ostacolo a un apparentamento definitivo con Monti. I suoi trascorsi mettono in difficoltà i revisori dei curricula per l'Agenda. Moavero, Toniato e, soprattutto, Enrico Bondi hanno in mano un dossier su di lui. All'interno c'è il sequestro da parte della Procura di Roma di 2,5 milioni di euro di contributi al quotidiano Il Roma e un immobile di simile valore.
A questo si aggiunge il capitolo Finbroker, società finanziaria con sede a San Marino che nel 2001 versò allo stesso quotidiano più di 2 miliardi, probabilmente per risanare i conti. Nel dossier Fli in mano a Bondi si parlerebbe, infine, di una cena tra Alfredo Vito, mister 100.00 preferenze, e Fini in un ristorante romano lo scorso 19 dicembre. Cena, dicono, organizzata dal deputato finiano.
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