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Luigi Ferrarella per “il Corriere della Sera”
Le risposte del procuratore Edmondo Bruti Liberati ai chiarimenti che gli erano stati chiesti in luglio sul suo progetto organizzativo non convincono il Consiglio Giudiziario di Milano, e ieri pomeriggio questa diramazione locale del Consiglio Superiore della Magistratura vota a maggioranza, con 11 «sì» contro 5 «no», la critica a un cardine delle nuove tabelle di Procura: l’«Area omogenea Expo», nella quale il procuratore si è assegnato il coordinamento, al posto dei capi dei singoli pool, di tutti i fascicoli in qualche modo afferenti Expo 2015 (esclusi i reati sessuali).
Da qui a martedì prossimo gli aggettivi e gli avverbi del testo votato verranno limati nel verbale che poi sarà comunicato a tutti i magistrati del distretto, ma il contenuto approvato dal voto di ieri è che il Consiglio Giudiziario non ritiene legittima e giustificata l’istituzione, all’interno della Procura e fuori dalla competenza dei singoli pool, di una «Area omogenea» delimitata «per evento» (in questo caso l’evento Expo) anziché per categorie di reati o per connessione tra specifici fatti.
In Consiglio Giudiziario — formato da magistrati eletti, avvocati e professori universitari — dopo una intensa discussione sono andate in votazione tre proposte. La prima riprendeva, e voleva mantenere come critica a Bruti Liberati, quasi tutti i 7 punti che erano stati già posti alla sua attenzione in estate nella prima fase di «interlocuzione» con il Consiglio Giudiziario: compresa l’asserita mancanza, nel progetto organizzativo, di predeterminati criteri per la risoluzione di potenziali conflitti tra procuratori aggiunti sull’assegnazione di fascicoli confinanti tra i rispettivi pool. Questa proposta critica, una volta messa ai voti, è stata però respinta.
A questo punto si sono confrontate altre due proposte. Una, formulata dal presidente della Corte d’Appello Gianni Canzio e fatta propria dalla relatrice Anna Zamagni, intendeva optare per una «presa d’atto» del progetto organizzativo di Bruti senza alcuna censura, ma non è stata approvata dalla maggioranza.
L’altra, formulata dall’Avvocato della Procura generale Laura Bertolè Viale e appoggiata dalla relatrice Nunzia Ciaravolo, concludeva invece per una «presa d’atto con un rilievo»: appunto sull’istituzione dell’accentrata «Area omogena Expo», contro la quale aveva agito — anche con esposti al Consiglio Superiore della Magistratura — il capo del pool reati contro la pubblica amministrazione, il procuratore aggiunto Alfredo Robledo.
Questa proposta è stata approvata dal Consiglio Giudiziario con 11 «sì» espressi dai magistrati vicini alle correnti di Unicost e di Magistratura Indipendente (tranne il pm Marcello Tatangelo che ha votato contro), e 5 «no» arrivati dalle toghe vicine a Magistratura Democratica e Area (tranne il pm Giovanni Polizzi che ha votato a favore).
Il Consiglio Giudiziario ha poteri diretti sulle tabelle organizzative dei Tribunali, mentre su quelle delle Procure ha solo poteri di «presa d’atto con o senza rilievi». Bruti Liberati non è quindi vincolato dal rilievo formulato al suo progetto organizzativo dal Consiglio Giudiziario, che però invierà il proprio parere critico alla VII commissione (competente sull’organizzazione degli uffici) del Consiglio Superiore della Magistratura: essa potrà tenerne o meno conto quando si troverà a valutare la riconferma (dopo il primo quadriennio) del procuratore sino alla pensione a fine dicembre 2015.
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